di Alessandra Daniele
Come da pronostico, Emmanuel Macron è stato eletto presidente della Repubblica Francese, e Renzi è tornato segretario del PCI, Partito Cazzaro Italiano.
L’appello del Califfato del Terrone (Michele Emiliano) ai Foreign Fighters, cioè ai militanti di altri partiti perché votassero contro Renzi alle primarie del PD è fallito.
Comprensibilmente, sia il Movimento 5 Stelle che Berlusconi considerano il Cazzaro l’avversario ideale per motivi opposti.
Per i grillini è un facile bersaglio, perché è già decotto, e incarna l’establishment e l’inciucio.
Per Berlusconi è la speranza d’una resurrezione del patto del Nazareno, e del governo di Grossolana Coalizione.
Nonostante il suo autoproclamato 70% alle primarie PD rappresenti in realtà sul piano nazionale appena un misero 2% degli aventi diritto al voto, Renzi continua ad associarsi a Emmanuel Macron.
Creata in laboratorio per fermare Marine Le Pen, la candidatura Macron ha funzionato cannibalizzando i partiti tradizionali ridotti ai minimi termini, e approfittando del tradizionale voto utile anti Front National.
Macron però non è un semplice pollastro d’allevamento come Renzi, è un uovo di Draghi.
Non si limita a rappresentare l’élite, ne fa parte.
Macron ha lavorato per la Banca Rothschild, non ha salvato la Banca Etruria.
Macron può permettersi un partito tutto nuovo, moderno, aerodinamico, con le sue iniziali incise in oro.
Renzi ha dovuto dirottare un vecchio carrozzone sconocchiato, perché non può fare a meno dei reduci che continuano nonostante tutto a votare PD solo perché temono che se non lo facessero la foto di Berlinguer si metterebbe a piangere sangue come una madonnina.
Qualcosa in comune però Renzi e Macron ce l’hanno: il vuoto assoluto dei loro discorsi.
Renzi non fa che ripetere come un bot le stesse cazzate scadute che ha blaterato finora.
Macron promette tutto a tutti, favoleggiando di un’Europa che è solo il simulacro di un’era immaginaria.
I CQ, i Cazzari Quarantenni da copertina sono il contingency plan dell’elite globalista. L’ultima speranza di prendere tempo e frenare l’avanzata dei nazionalismi.
Intanto l’agenda politica italiana la detta Salvini, e il suo dettato si riassume come sempre in due parole: “Basta Negri”, con Minniti e Di Maio a fargli eco da governo e opposizione, coi loro “Mobbasta veramente però”.
Il vecchio trucco del capro espiatorio sta funzionando per l’ennesima volta.
Gli sfruttati se la prendono con gli altri sfruttati, invece che con gli sfruttatori.
Perché gli altri sfruttati sono brutti, e spaventano le vecchiette.
Invece di sfruttatori sono fotogenici, e sposano le vecchiette.
Ma sono il vuoto.
E il vuoto uccide.