di Alessandra Daniele
Nel season opening della quarta stagione di Breaking Bad (Spoiler) Gus Fring, come azione dimostrativa, taglia la gola ad uno dei suoi uomini di fronte a Water White e Jesse Pinkman, dei quali non può sbarazzarsi come vorrebbe perché i due chimici gli servono ancora per il suo mega laboratorio di crystal meth.
La scena è particolarmente scioccante ed efficace anche perché inattesa.
Giovedì sera Donald Trump, durante la cena ufficiale col presidente cinese, il globalista Xi Jinping, ha unilateralmente ordinato il bombardamento in Siria d’una base aerea del regime di Assad.
La sua azione dimostrativa ha colpito oltreoceano, ma è stata rivolta innanzitutto all’interno.
Alle varie agenzie che lo hanno messo sotto inchiesta per la sua contiguità con Putin, dal quale così ha apparentemente preso le distanze.
Alle correnti del sue stesso partito che lo ritengono un usurpatore, e gli mettono i bastoni fra le ruote al Congresso e al Senato.
Ai media che lo odiano, ma non osano attaccare il Comandante in Capo durante la guerra.
Ed è stata rivolta a quello che considera il suo principale competitor, col quale era a cena.
L’azione di Trump è stata particolarmente scioccante e inattesa per molti che lo credevano diverso. Donald Trump è diverso, ma non come molti lo credevano.
Per capire in che modo, bisogna guardare non a quello che c’è nel suo blitz, ma a ciò che manca.
Manca la facciata.
C’è sì un casus belli strumentale, però manca qualsiasi simulacro residuo di multilateralismo, di legalità internazionale.
È dichiaratamente una spedizione punitiva unilaterale, un avvertimento in stile mafioso.
Come le manovre navali attorno alla Corea.
Trump continua a defacciare l’impero.
A strappare via col taglierino fino all’ultimo brandello di pelle sintetica dallo scheletro metallico.
Nessun impero s’è mai retto solo sulla forza senza una facciata, senza quella che oggi va di moda chiamare una narrazione.
La narrazione è alla fine. La guerra è solo all’inizio.