di Alessandra Daniele
Dopo aver aver abolito i voucher solo per paura di un’altra disfatta referendaria, nella successiva partita delle nomine dei boiardi di Stato ai vertici delle società partecipate il governo Gentiloni è tornato a dimostrarsi un Renzi-Bis, che con un’altra faccia continua lo stesso gioco.
Un Biscazzaro.
Intanto, s’è aperta la corsa per le primarie del PD. Ai blocchi di partenza King, Soldatino e D’Artagnan.
King
Matteo Renzi è tornato dalla California gonfio come un tacchino all’ingrasso. “Vado a imparare dai più bravi” aveva detto. Evidentemente si riferiva all’obesità.
All’assemblea del Lingotto ha cercato di nuovo di spacciarsi per una novità. Poi ha cominciato a insultare i comunisti e a lamentarsi del giustizialismo. Lo hanno portato via mentre giurava d’essere il nipote di Mubarak.
In realtà, la famiglia Renzi rispetta le leggi.
Di Mendel.
Parafrasando Neuromancer, si può dire che il renzismo sia stato un demenziale esperimento di darwinismo sociale ideato da un ricercatore annoiato che abbia tenuto costantemente il dito sul tasto fastforward.
Da rottamatore a rottame in tre anni. Matteo è davvero un recordman.
Soldatino
Gelido, meccanico, monocorde, il ministro della Giustizia Andrea Orlando sembra un androide senza il chip emozionale.
Se Rick Deckard dovesse fargli il test di Voigt-Kampff, dopo un po’ darebbe una schicchera al rilevatore di reazioni emotive dicendo “Ma è spento?”
Orlando è l’ultimo drone del modello “Sobrietà” (che comprende Monti, Mattarella e Gentiloni) ed è stato attivato come fail-safe da quella stessa lobby di potere che aveva orchestrato l’ascesa di Renzi, e che adesso spera di frenare quella di Emiliano.
Se i robot che occupano posti di lavoro sono una minaccia, quelli che occupano posti di potere lo sono molto di più.
D’Artagnan
Michele Emiliano s’è esplicitamente appellato all’ala sinistra degli elettori grillini affinché, votandolo alle primarie PD, lo aiutino a infilzare il Cazzaro allo spiedo una volta e per tutte.
In cambio Emiliano suggerisce che il suo PD renderebbe possibile l’unica alleanza di governo in grado di arrivare alla maggioranza col sistema proporzionale, cioè un’attualmente impensabile Grosse Grasse Coalition PD-5 Stelle. Tutti per uno, uno per tutti. Agile come uno spadaccino nonostante la mole, Emiliano promette contemporaneamente di riunificare il sedicente centrosinistra, riassorbendo gli scissionisti dei quali lui stesso s’è liberato con un’abile finta.
Benché Emiliano sia il solo dei tre candidati ad avere lo Zeitgeist dalla sua parte, difficilmente l’establishment gli consentirà di vincere queste primarie, tenendoselo solo come extrema ratio.
Morto un Cazzaro se ne fa un altro? Non è più così facile.
Il PD ha definitivamente perso la faccia. Non gli basterà cambiare testimonial.
Neanche se arriva Patrick Dempsey.