di Alessandra Daniele
Dato il livello di cannibalismo nel PD, il Congresso dovrebbe svolgersi a Raccoon City.
Il tentativo in atto da parte di tutte le fazioni coinvolte di nobilitare con fumose e tardive motivazioni politiche le convulsioni del PD è patetico.
Il partito si contorce dilaniato dagli stessi biechi interessi di bottega che meno di dieci anni fa l’avevano assemblato come un patogeno OGM per preservare e perpetuare una classe politica corrotta e necrotica, garante e complice degli interessi mercantili e securitari delle classi dominanti, e deputata a raccogliere il voto popolare con un misto di promesse cazzare e ricatti identitari, solo per metterlo al servizio dei peggiori sfruttatori, nazionali e internazionali.
A disintegrare il PD è una lotta di potere, e non certo una disputa fra ideali che nella natura del partito non sono mai stati presenti, se non come paravento e pretesto per i traffici più infami.
Il Cazzaro si rifiuta di mollare il volante, nonostante la sua guida spericolata abbia trascinato il partito – e il paese – da una catastrofe all’altra, fino a sfasciarli.
Gli scissionisti preferiscono far saltare la baracca pur di non lasciargliene il monopolio, benché continuino in modo grottesco a rimandare la scadenza formale del loro penultimatum, per attribuirgli tutta la colpa d’una disgregazione in realtà ormai di fatto già compiuta, nonostante la verbosa vigliaccheria di tanti ipocriti appelli all’unità.
Lo scenario pre-congressuale è già irrimediabilmente post-apocalittico.
È però inutile aspettarsi la morte del PD, perché il PD è già morto.
È nato morto.
È un cadavere ambulante, che continuerà a divorare e devastare tutto quello che tocca, finché non sarà abbattuto definitivamente, in qualsiasi schifezza si sarà trasformato, scisso, e riassemblato, per nuocere ancora.