di Alessandra Daniele
Donald Trump incarna lo Zeitgeist, lo spirito del tempo. Fin dall’inizio era una Cechov Gun destinata a sparare.
Eppure la sua vittoria ha spiazzato la classe dirigente italiana al punto di rendere lo sport nazionale di saltare sul carro del vincitore un vero e proprio sport acrobatico.
Persino Renzi, dopo aver leccato il culo ai Clinton fino alla notte delle elezioni, con tanto di Maria Elena Boschi in versione cheerleader, adesso sta cercando di spacciarsi per un Trumpolino, stiracchiando la sua immagine per cercare di farla somigliare il più possibile a quella dell’orripilante nuovo imperatore.
Il tanto strombazzato endorsement di Obama è diventato un imbarazzo da dimenticare. Dopo averci ammorbato di spot con Barack e Michelle, Renzi negherà di averli mai conosciuti, e si presenterà in felpa verde con scritto “Basta Negri”.
Poi si tingerà i capelli biondo paglia negando d’essere mai stato moro, e definirà ogni sua vecchia foto un photoshop architettato dai Servizi deviati. Lo chiameranno Il caso moro.
La bandiera dell’Unione Europea, rimossa dal fondale delle televendite renziane, sarà sostituita con la bandiera americana. Quella Confederata.
Tutto nel patetico tentativo di spacciare la controriforma renziana per “il Cambiamento”, quand’è invece palesemente concepita apposta per conservare e consolidare l’egemonia dell’establishment, ed è infatti sostenuta da tutto il sistema di potere politico-finanziario, da Confindustria e Bankitalia, all’Unione Europea, a tutto il coro dei media mainstream.
Questo referendum è una scelta fra il cambiamento e la conservazione, e l’unico voto per il cambiamento è il NO.
La vittoria del Sì manterrebbe in carica il governo Renzi, padrone di continuare tutte le politiche antisociali di precarizzazione del lavoro, le regalie a banche ed evasori fiscali, l’occupazione e il controllo dei media, la criminalizzazione del dissenso, l’esproprio e lo scempio dei territori per “grandi opere” utili solo alla criminalità organizzata, senza che le regioni possano più interferire.
L’Italicum sarebbe rettificato per eliminare il ballottaggio, e prevenire vittorie impreviste.
Poi, grazie a un parlamento completamente controllato dal partito unico al governo, continuerebbero indisturbate la cessione di sovranità nazionale alle lobby finanziarie, e la partecipazione italiana a tutte le guerre neocoloniali disponibili.
La vittoria del Sì garantirebbe la continuazione dell’opera di sistematico smantellamento della Carta Costituzionale e delle garanzie democratiche, e l’accentramento del potere nelle mani di pochi oligarchi scelti dal Capitale internazionale, schema in atto da decenni del quale cambiano soltanto gli esecutori.
Renzi, coi suoi slogan da mediashopping, le sue promesse cazzare, la sua petulante arroganza da figlio di papà, e la sua corte di manichini e leccaculo, non è che l’attuale sicario del sistema mandante di quest’infame controriforma, che deve essere fermata.
Che l’ultimo salto del governo cazzaro sia un salto mortale.