di Alessandra Daniele
Il premier indica la slide.
– Ed ecco la parte più innovativa della Legge di Bilancio di quest’anno: l’abolizione della morte.
La sala è percorsa da un brusio. Una dei giornalisti accreditati commenta cauta
– Obiettivo ambizioso.
– Noi lo abbiamo raggiunto – sorride – la morte sara abolita, e sostituita con la Vita Nova.
– Come?
– Un semplice microchip impiantato alla base del cranio riattiverà i centri motori nel cervelletto dei corpi inanimati, consentendogli di reinserirsi nel mercato come manodopera a costi competitivi, grazie al Walking Act. Oltretutto, due emisferi cerebrali che fanno lo stesso lavoro sono uno spreco. Un cervelletto telecomandato velocizzerà le procedure.
– Ma questi corpi resteranno comunque dei cadaveri – azzarda la giornalista – quindi non avete abolito la morte, le avete solo cambiato nome
– Il nome è tutto – risponde il premier, in tono piccato – come diceva Shakespeare in Romeo e Giulietta e Zombie…
– Scusi, ma non è Romeo e Giulietta e basta?
– Lei ha la versione obsoleta. Faccia l’upgrade. Come scriveva Shakespeare “La morte con un altro nome puzzerebbe uguale? Ma che cavolo stai dicendo, Willis?”
– Scriveva così Shakespeare?
– È la traduzione più fedele.
Il premier indica la terza slide.
– Naturalmente l’abolizione della morte dovrà essere compensata per evitare che s’attivino le clausole di salvaguardia.
La slide con scritto “Red Alert” comincia a lampeggiare, accompagnata dal suono lacerante d’una sirena.
Il premier tocca lo smartphone sponsorizzato. La slide e la sirena si fermano.
– Sarà necessaria un’ulteriore voluntary disclosure in linea con l’abolizione della morte. Chi avesse ucciso qualcuno negli ultimi dieci anni potrà condonarlo dichiarandolo per intero, e pagando un decimo del suo valore commerciale.
– Ma… questo significherà prezzare gli esseri umani.
Il premier indica la tabella della quarta slide.
– Le tariffe sono accuratamente calibrate sui valori produttivi delle varie categorie.
I giornalisti scorrono la tabella.
– Ultimo posto scioperanti?
Il premier annuisce.
– È una manovra di sostegno all’impresa.