Simone Scaffidi, Comincia adesso. Fughe ed evasioni quotidiane, Eris Edizioni, 2016, pp. 232, € 13.00
Segnaliamo l’uscita della raccolta Comincia adesso. Fughe ed evasioni quotidiane curata da Simone Scaffidi e edita da Eris Edizioni. Si tratta di un progetto che ha coinvolto 32 autori: 16 scrittori e scrittrici, e 16 disegnatori e disegnatrici, chiamati a raccontare la fuga, l’evasione, da una condizione di costrizione. Parte del ricavato di questo progetto andrà a sostegno della Biblioteca Popolare Rebeldies (vedi in basso il riquadro “trasparenza” di Eris, per sapere dove va il tuo contributo se decidi di acquistare il libro) che da anni si occupa di far entrare i libri in carcere fuggendo logiche paternalistiche e ricattatorie ai danni dei detenuti e delle detenute. In calce trovate le parole di Valerio Evangelisti, impresse in quarta di copertina, l’introduzione alla raccolta di Simone Scaffidi, e alcune delle illustrazioni che animano questo volume.
Il progetto grafico di copertina è di Sonny Partiplo. Gli autori e le autrici dei racconti sono: Veronica Pacini, Deborah Sannia, Marilù Oliva, Clelia Bettini, Slavina, Lorenzo Iervolino, Alberto Prunetti, Fabrizio Lorusso, Paolo Pasi, Filippo Casaccia, Filippo Sottile, Andrea Staid, Claudio Morandini, Simone Torino, Luca Gallo, Marco Capoccetti Boccia. Gli illustratori e le illustratrici dei racconti sono: Alice Socal, Marco Martz, Luigi Filippelli, Daniele La Placa, Rocco Lomabardi, Gianluca Costantini, Margherita Tramutoli, Hurricane Ivan, Valentina Addabbo, Nicola Gobbi, Lucia Biagi, Silvicius, Claudio Calia, Francesco Frongia, Cristina Portolano, Armin Barducci.
Valerio Evangelisti (quarta di copertina)
Secondo Hobbes la fuga è un diritto di ogni prigioniero. Intendeva proprio l’evasione, ma di modi di fuggire ce ne possono essere tanti. In questa antologia ne troverete un’intera gamma, descritta nel migliore dei modi. Cambia la gabbia da cui si scappa, ma non la liceità di sottrarsi, in varie forme, alla costrizione.
Jack London, ne Il vagabondo delle stelle, permetteva a un carcerato di superare le sbarre di Alcatraz lasciando imprigionato il corpo in una camicia di forza, e facendo vagare la mente altrove. Dovrebbe essere il primo passo per ogni aspirante fuggitivo. Anzitutto immaginare la libertà, introiettarne la nozione. Poi dedicarsi, eventualmente, al lavoro concreto.
Questo libro è una guida esaustiva all’arte della fuga. Ma attenzione: così come il prigioniero ha diritto a evadere, allo stesso modo il carceriere ha liceità morale di ricatturarlo e tenerlo rinchiuso. L’ideale è evidenziare un capovolgimento di situazione, verificabile nei fatti. Il secondino è il vero recluso; il detenuto è un uomo libero. Il primo non può vagabondare tra le stelle, non riesce nemmeno a concepirle. Il carcerato sì.
Una galera narrativa in mare aperto – Simone Scaffidi
Quello che stringete tra le mani è un raro esemplare di galera narrativa. Una nave agile che solca il mare aperto delle inquietudini quotidiane, alla ricerca di un’onda liberatoria che restituisca il senso della fuga. Il suo equipaggio è composto da autori e autrici condannati a remare sottocoperta in acque di impedimenti e restrizioni, di parole arrabbiate e disegni increspati. Ma tutte e tutti, lungi da rassegnarsi a questa condizione di subalternità, bramano ammutinamenti e ricercano nell’evasione un altrove collettivo, un orizzonte e un immaginario liberi dall’oppressione.
Le cose sono andate più o meno così. Un curandero e una bruja tricefala – che si nasconde sotto le malcelate spoglie di casa editrice indipendente – si sono incontrati e hanno deciso di armare una nave di carta e di grafite. Porto per porto si sono andati cercando volenterosi escapisti dalla penna e dalla matita facile, i quali, valutata la proposta, hanno accettato di imbarcarsi in questa impresa, consapevoli dell’importanza del gruppo quando si architetta un’evasione.
Una volta a bordo ad alcuni di loro, quelli con le penne tra le dita, sono state affidate le parole e agli altri, quelli con le matite tra i capelli, i disegni. Ai primi è stato chiesto di sviluppare il proprio racconto immaginando la fuga, o il tentativo di fuga, da una condizione di costrizione liberamente eleggibile tra le infinite che popolano le nostre esistenze. Ai secondi è stato invece dato il compito di trasporre in immagini le parole dei primi, incrociando dialoghi e punti a capo, con schizzi di china e punti di fuga. Il risultato è una raccolta di racconti illustrati sull’incertezza e la liberazione della fuga. Un elogio senza celebrazione dei fuggiaschi e delle fuggiasche di tutti i giorni.
Sulla nave sono saliti in trentadue e nella penombra della stiva illuminata da ceri incerti si sono sistemati a coppie su precarie assi di legno. Sedici a babordo e altrettanti a dritta. Ciascuna pariglia, formata da un/a cantastorie e un/a illustrastorie, afferra con quattro mani un remo, che si oppone alla forza contraria dell’acqua, ricercando la resistenza necessaria al moto. Le pale disegnano nell’aria e nel mare ellissi irregolari che vanno a comporre i sedici movimenti di quest’opera. Sedici storie illustrate che s’intrecciano senza soluzione di continuità, garantendo il ritmo della remata ed evitando lo stallo della galera.
Tuttavia, sebbene l’equipaggio non sembri intenzionato a tirare i remi in barca, non siamo riusciti a trovare un porto sicuro al quale approdare. Siamo sempre in mezzo al mare, curandero e bruja inclusi, a immaginare insieme ai lettori e alle lettrici una strategia che renda più dolce il nostro navigare a vista. A nulla è servito il salto collettivo da poppa per raggiungere la terraferma, siamo ritornati a nuoto a bordo della contraddizione di sempre, quella che non permette la fuga definitiva e spettacolare, ma esige quotidiani ammutinamenti individuali ed evasioni collettive organizzate.
Anche per questa ragione, e per molte altre ancora, metà dei proventi della vendita di ogni singolo libro andranno alla Biblioteca Popolare Rebeldies, progetto senza fini di lucro con sede a Cuneo che si occupa di far arrivare libri ai detenuti, direttamente e senza intermediari, ribadendo il diritto alla lettura all’interno del carcere e fuggendo logiche meramente assistenzialiste o subdolamente ricattatorie. Inoltre, come tutte le pubblicazioni di Eris Edizioni, quest’opera è distribuita con licenza Creative Commons per garantire la libera circolazione dei saperi – e delle galere narrative – nell’insidioso mare dell’editoria nostrana.