di Alessandra Daniele
Il segretario sale sul podio. La folla lo accoglie con un lungo applauso.
Il segretario indica l’enorme scritta “Stop Invasione” alle sue spalle.
– Siamo stati accusati d’essere capaci solo di protestare, senza avere una soluzione pratica da mettere in atto contro la minaccia dei clandestini. È falso. In realtà ce l’abbiamo, pronta da realizzare appena saremo al governo.
La folla applaude energicanente.
– Sappiamo quanto sia difficile fermarli come si dovrebbe prima che partano, perché la Libia e gli altri paesi di partenza sono controllati dai tagliagole dell’ISIS, che si mescolano ai clandestini per infiltrarsi in Europa. Sappiamo anche però che non possiamo lasciarli arrivare sulle nostre coste.
Il segretario indica il nome stampato sulla sua felpa.
– Nel canale di Sicilia esiste un’isola chiamata “Ferdinandea”. Attualmente è sommersa, ma può periodicamente riemergere a causa di un’eruzione vulcanica. Il nostro progetto è semplice. Primo: minare il vulcano sottomarino per provocare l’eruzione e la scossa tellurica necessarie a far riemergere l’isola. Un terremoto che la Sicilia dovrà accettare come sacrificio necessario per la sicurezza dei nostri confini. Secondo: impiegare la Marina Militare per dirottare sull’isola Ferdinandea tutti i barconi carichi di clandestini. Così nessuno potrà dire che li affondiamo, e non rispettiamo le quote d’accoglienza imposte dall’Europa.
La folla mugugna.
Il segretario alza la voce.
– Terzo: fare esplodere un’altra scarica di mine piazzate sull’isola, e farla inabissare di nuovo con tutti i clandestini sopra!
La folla prorompe in un boato d’entusiasmo.
Il segretario sorride.