di Alessandra Daniele
La popolarità di Renzi si squaglia tristemente come una palla di gelato cascata nella sabbia, per lui è troppo tardi per tentare la manovra Tsipras. Intanto le ambizioni di Salvini finiscono spiaccicate come zanzare sotto le ciabatte vaticane, ha tentato la volata troppo presto. A quale aspirante Cavaliere toccherà adesso provare ad estrarre l’Italibur, l’Excalibur italica, dalla montagna di merda nella quale è sepolta?
Matteo Renzi a La Ruota della Fortuna, Matteo Salvini a Doppio Slalom: se vogliamo sapere chi sarà il prossimo leader degli italiani, il vero erede di Berlusconi, non dobbiamo perdere tempo in inutili analisi politologiche, dobbiamo spulciare l’archivio dei telequiz Mediaset gestiti da Fatma Ruffini negli ultimi trent’anni, alla ricerca del terzo Matteo.
Il terzo pasciuto rampollo della borghesia post democristiana che, superato il test di telegenia, è stato avviato alla carriera politica, e adesso aspetta il suo turno per spacciarsi da Rinnovatore mentre in realtà prosegue la svendita del paese esattamente come previsto dell’agenda Monti.
Il partito in cui si trova adesso non ha importanza, potrebbe essere uno qualunque, dall’NCD al M5S. A prescindere dal punto di partenza, quando verrà il suo momento si collocherà fra Renzi e Salvini, nello spazio lasciato semilibero da Berlusconi per raggiunti limiti d’età e di sputtanamento. Recupererà tutti i voti di centrodestra latitanti, e diventerà il prossimo Re Sòla.
Che ne sarà di Renzi?
A dispetto di tutto l’odio e il disprezzo che agli italiani piace ostentare verso i politici dell’era repubblicana, in realtà quando viene il momento ai loro Cazzari cadenti permettono quasi sempre un atterraggio morbido, con l’eccezione di Craxi, la cui latitanza tunisina fu comunque una scelta.
Di solito gli viene come minimo consentito di ritirarsi comodamente fra presidenze, fondazioni, conferenze, consulenze, e talk show come ricercati opinionisti, quando non addirittura di riciclarsi in ruoli istituzionali. Qualche esempio fra i più odiati:
Giuliano Amato, giudice costituzionale, consulente in Italia per la Deutsche Bank, è stato per mesi fra i candidati al Quirinale.
Giulio Andreotti, senatore a vita, è morto riverito come un pontefice emerito.
Mario Monti è presidente della Bocconi, e senatore a vita.
Silvio Berlusconi è ancora al potere.
Certo, a giudicare dalla sua immagine, Matteo Renzi non sembra il tipo da cedere il passo accontentandosi d’una buona uscita parigina da maggiordomo di lusso come Enrico Letta, ma Renzi è un cazzaro, niente della sua immagine è reale, quindi aspettarsi che venda cara la pelle probabilmente è stupido quanto credere che voglia davvero cambiare il paese.
Si darà da fare fin che potrà, ma saprà anche ritirarsi al momento per lui più opportuno?
Una delle prime cose che si imparano partecipando a un telequiz è uscire di scena senza impallare il concorrente successivo.
Perché show must go on.