Subito dopo lo stupendo spin off Better Call Saul, anche migliore di quanto fosse lecito aspettarsi, la seconda serie a citare di più Breaking Bad quest’anno è stata The Walking Dead.
Segue spoiler
Dai riferimenti a Box Cutter nell’eccezionale season opening No Sanctuary, all’architettura dello showdown al Grady Memorial del midseason finale Coda, all’evoluzione di Carol, diventata il personaggio più complesso e interessante della serie, magistralmente interpretato da Melissa McBride.
Entrata in scena cinque anni fa come vittima, Carol adesso è the danger.
Nella quinta stagione di The Walking Dead, la migliore finora anche perché la prima a dare finalmente più spazio ai personaggi femminili, abbiamo incontrato tre diverse comunità organizzate di sopravvissuti, ognuna col suo particolare metodo di sopravvivenza.
Quello della setta di Terminus era il cannibalismo.
Quello dell’ospedale Grady Memorial, lo schiavismo. Una puntuale allegoria degli USA, dalla crudeltà mercantile del sistema sanitario, alla brutalità omicida della polizia.
Quello dell’ipocrita, borghese Alexandria è la vigliaccheria. Abbandonare gli altri al loro destino al primo segno di pericolo, negare le crisi finché non sia troppo tardi per risolverle, per poi consegnarsi al primo cazzaro disponibile. Difficile non pensare all’Europa.
Ai vertici delle tre comunità di sopravvissuti, tre donne emblematiche: Mary, la matriarca cannibale del mattatoio di Terminus; Dawn, sinistra stratega dello stato di polizia del Grady; e Deanna, ambigua senatrice di Alexandria. Ciascuna con le proprie auto-giustificazioni per ogni orrore commesso o consentito, in una scala crescente d’ipocrisia.
Tre donne al centro della scena anche nel gruppo storico dei protagonisti: Michonne, che assume sempre di più statura da leader, Sasha, la sniper ossessionata dai walkers come Achab da Moby Dick, e Carol, the one who knocks con una pirofila da casalinga in mano, e un coltello da caccia in tasca.
Dopo aver abbattuto Terminus con un’incursione da guerriglia, Carol ad Alexandria si finge innocua, si nasconde in piena vista come Walter White e Gus Fring ad Albuquerque.
Vari interessanti (e sanguinosi) sviluppi si annunciano per la prossima stagione, dentro e e fuori dalla presunta Safe Zone, mentre Rick Grimes somiglia sempre di più a un secondo Governor. Un Governor tecnico.
Mentre la serie progredisce però parte del fandom resta indietro, come dimostrano il bizzarro culto di Bethus, e la grottesca reazione omofoba alla coppia Aaron-Eric. A quanto pare una parte degli spettatori di The Walking Dead mostra tranquillamente ai propri figli cannibalismo, decapitazioni e sbudellamenti continui, ma inorridisce al pensiero che possano intravedere un bacio fra uomini. Quelli degli zombie non sono gli unici cervelli in decomposizione.
[Chi fosse interessato a qualche altro mio parere su serie vecchie e nuove, lo trova nella categoria TV di scheggetaglienti]