di Alessandra Daniele
Wow, that was quick.
A quanto pare la Golden Age del Renzismo è durata meno di un anno. Gli agiografi che ne prevedevano almeno venti si stanno già contorcendo in una patetica marcia indietro. E nel PD sono ai materassi.
Il solo valore aggiunto di Renzi era essere un vincente. L’unica cosa che spingeva quasi tutti nel suo partito e dintorni a sopportarne arroganza e incompetenza era la sua promessa di tenerli comunque quasi tutti al potere.
Un Renzi che perde non serve più a niente.
Un Renzi che si fa fottere persino dall’ottantenne Berlusconi che dopo aver lanciato in alto la Paita alle primarie, l’ha impallinata come una quaglia alle regionali, piazzando l’ex direttore di Studio Aperto alla presidenza della Liguria. Un Renzi che si fa fottere persino da Civati, il fuffoso zimbello di Twitter che contro la Paita ha rastrellato il doppio di SEL al primo tentativo.
Un Renzi che perde metà dei voti, e scappa in Afghanistan con metà mimetica ha ormai perduto anche la sua immunità.
In meno d’un anno delle sue cazzate, la percentuale nazionale del PD è crollata dal 41% delle europee al 23%, due punti sotto la tanto perculata vecchia Ditta Bersani, alla quale appartengono tutti i presidenti regionali PD eletti, mentre le renziane hanno fatto la fine d’una Barbie in bocca a un cane.
Calcolato il 50% d’astensione, ormai meno d’un italiano su dieci ha ancora voglia di tapparsi il naso e il culo per votare PD.
Ed è pure troppo, viste tutte le porcate di cui l’aspirante Partito della Nazione s’è reso responsabile.
La legittimità politica del governo Renzi, già fantasmatica fin dall’inizio, esce da queste regionali completamente azzerata.
L’ascesa di Renzi è stata rapida, la discesa potrebbe esserlo altrettanto. Questo non significa che abbia smesso d’essere pericoloso, purtroppo per quanto sonora questa sconfitta è ancora soltanto una mezza misura. Ci sono altre porcate che il Cazzaro corrente firmerà prima di venire sostituito col prossimo come un filtro intasato.
Probabilmente la Finanziaria di quest’anno, e qualche altra tappa della demolizione controllata della Costituzione.
Poi auspicabilmente finirà nella spazzatura insieme ai leccaculo che l’avevano scambiato per il giovane invincibile führer del reich millenario. E toccherà al successore.
Di Maio promette 780 euro al mese per tutti i disoccupati e i pensionati.
Salvini promette di tagliare l’aliquota fiscale al 15% per tutti gli italiani purosangue.
Le semifinali per il titolo di Cazzaro 2.0 sono cominciate.