di Alessandra Daniele
Periodicamente gli italiani si invaghiscono d’un cazzaro.
Un cialtrone arrogante e pericoloso, interessato quasi esclusivamente al potere e alla fama, che per anni devasta il paese pur di ottenerli e goderseli il più possibile, con la complicità delle corrotte classi dirigenti che lo hanno politicamente prodotto.
Alla sua inevitabile benché sempre tardiva caduta segue un periodo di Quaresima durante il quale tutti invocano onestà, serietà e sobrietà, amministrato da preteschi tecnocrati (altrettanto cialtroni) che dura solo fino al sorgere del successivo cazzaro.
Pur essendomi fortunatamente perduta l’ovvio precedente storico, il tragico Ventennio originale, nella mia breve vita ho comunque già visto ripetersi questo ciclo per intero due volte. Dopo Craxi (1983 – 1992) c’è stato Berlusconi (1994 – 2011), capisco quindi che Renzi e i suoi accoliti si aspettino di durare almeno fino al 2023, sperando addirittura nel 2030.
C’è però una fondamentale differenza fra Renzi e i precedenti Re Sòla: Matteo è completamente un prodotto, senza nessuna indipendenza economica/politica dalle classi dirigenti che lo hanno creato. Lo si capisce anche dal fatto che non abbia un stile proprio, ma solo un remix giovanilista di campionature craxiane, berlusconiane e veltroniane, con l’accento di Panariello.
La sua forza è il vuoto che lo circonda, l’impotenza, la vigliaccheria, l’incapacità dei suoi oppositori, come dei suoi alleati.
Il suo compito, in cambio del quale sta ottenendo la fama che sognava fin da piccolo concorrente di telequiz, è quello di mantenere l’Italia sui ferrei binari economici imposti dall’Europa senza che gli italiani se ne accorgano troppo, rincoglionendoli di slogan stucchevoli, balle trionfalistiche, e cazzate nuoviste, mentre smonta la Costituzione, lo Statuto dei Lavoratori, e qualsiasi altra garanzia democratica che possa ostacolare il cammino dell’Eurotreno.
Renzi durerà quindi solo finché funzionerà bene come diversivo.
Il giorno in cui abbastanza italiani si saranno resi conto della fregatura, verrà immediatamente sostituito con un altro diversivo, come è successo a Monti e Letta, i suoi autentici predecessori. Infatti, se Craxi e Berlusconi erano denti marci che s’è faticato ad estirpare dal trono (e la radice è ancora dentro) Renzi è un dente finto, un provvisorio di facciata che può essere rimosso in un attimo.
Dopotutto, anche lui è un precario stagionale.
E certi contratti non durano un ventennio.