di Nico Macce
Paolo Brunetti, Franco Ferlini, Giorgio Lavagna, Gian Marco Montesano, L’Eresia bolognese, Edizioni Andromeda, 2015, pp. 110 + dvd, € 25
L’autonomia operaia bolognese si riprende la parola.
Gli Anni ’70 sono un periodo su cui ancora oggi pesa la lastra sepolcrale di regime, quella dei vincenti, dei carri armati normalizzatori in una Praga nostrana. E’ la Bologna del marzo ’77. Fu il periodo storico e politico in cui venne avviata la grande caccia alle streghe da parte del potere democristiano appoggiato dal PCI. Migliaia furono gli appartenenti al Movimento di quegli anni perseguiti, finiti in carcere. Una repressione che continua tutt’oggi con metodologie repressive rimaste in uso contro i nuovi movimenti e soggettività, in un continuum che ha represso e continua a reprimere ogni forma di antagonismo sociale.
Ebbene, nella vulgata ufficiale eretta a luogo comune, di quel periodo è rimasto solo l’eco degli spari. Nulla o ben poco della ricchezza politica e culturale d’una generazione di sinistra che rompeva un quadro politico e sociale in forte mutamento.
L’Eresia bolognese, nasce dalla volontà di alcuni protagonisti di quegli anni di riprendere la parola e di raccontare una storia diversa su come sono andate le cose a Bologna. Un libro e un dvd che sono il frutto di un reincontrarsi e di un dibattito ricominciato tra compagne e compagni in particolare che sono stati interni all’autonomia operaia organizzata. Un percorso necessario, perché il “Movimento degli anni ’70 a Bologna” andava scaldato col bagliore di una riflessione su temi ancora molto attuali.
Perché “eresia bolognese”.
La spiegazione che viene data sul manifesto riportato qui sopra è più che esaustiva:
“Eresia bolognese perché a Bologna s’infranse per la prima volta, in modo sociale e largamente diffuso, l’ordine consacrato della virtù del lavoro salariato come orizzonte di vita… a vita. Il movimento del rifiuto del lavoro risale ai tempi biblici (Adamo, nel Giardino dell’Eden, non lavorava), ma le lotte operaie dei due secoli passati si erano scontrate con l’insufficiente sviluppo delle forze produttive. Il grande progresso economico seguito alla Seconda Guerra Mondiale e agli anni del lungo dopoguerra avevano posto all’ordine del futuro il superamento della costrizione al lavoro. Affermare tutto questo nella città capitale del comunismo euro-occidentale, fondato sull’ideologia del lavoro, fu un’autentica eresia portata avanti dal gruppo bolognese di Potere Operaio…
Se la nostra è stata una eresia, di fronte alla catastrofe sociale cui ha portato il partito del lavoro la medesima eresia è oggi diventata il Sol dell’avvenire.”
Proprio Bologna è stata una fucina di elaborazione teorica e di pratiche sociali e politiche a partire dalla prima metà degli anni ’70. Erano gli anni in cui il modello fordista della produzione veniva ridefinito dal capitale nella scomposizione del lavoro, nella sua frammentazione sociale che investiva il territorio, che vedeva la diffusione capillare del lavoro nero, a domicilio, l’inizio del precariato in processi di valorizzazione radicati nel sociale. Oltre alla figura dell’operaio massa, irrompeva sulla scena del conflitto di classe un nuovo soggetto proletario. Una soggettivazione che trovava una sostanziale concretezza proprio nel laboratorio bolognese. Davanti alla rottura della rigidità operaia e all’inaugurazione di un patto sociale DC-PCI, che chiedeva sacrifici ai lavoratori, questo movimento seppe porre forte la questione del rifiuto del lavoro, della riappropriazione di ricchezza sociale, dell’attacco al comando d’impresa.
Non è un caso che proprio Bologna abbia visto un assassinio su cui non è mai stata fatta chiarezza, quello di Francesco Lorusso, studente e militante di Lotta Continua. Non è un caso che i “fatti nostri” di Bologna siano stati uno degli incubatori di regime per tutte le politiche repressive e di “normalizzazione” che la “solidarietà nazionale” e gli epigoni del compromesso storico hanno poi messo in campo.
L’Eresia bolognese mette a disposizione di chi vede una continuità politica, giustamente di parte, nelle pratiche di lotta di allora con quelle di oggi, una mole di materiale documentale commentato utile e prezioso per le generazioni attuali e future dell’antagonismo sociale e dell’autonomia di classe.
La presentazione de L’Eresia bolognese si terrà a Bologna mercoledì 11 marzo alle ore 11 presso la Libreria Ubik di via Irnerio.
Per saperne di più: Edizioni Andromeda.
Le compagne e i compagni del Movimento si troveranno davanti alla lapide di Francesco Lorusso la mattina dell’11 marzo 2015, per info su fb: qui.