di Alessandra Daniele
Con l’eccezionale No Sanctuary s’è aperta quella che è stata finora la migliore stagione di The Walking Dead, la più dura, la più matura e convincente della serie che, come l’episodio Self Help ha dimostrato ancora una volta, fornisce sempre le migliori chiavi di interpretazione della politica italiana.
Segue spoiler
Non era in fondo difficile capire subito che la promessa di Eugene di trovare una cura alla pandemia zombie fosse una millanteria senza fondamento, una strategia di sopravvivenza da lui ideata per trovare qualcuno che lo proteggesse.
Eppure in molti gli hanno creduto fino al punto di lasciare compagni fidati e luoghi (quasi) sicuri per accompagnarlo nella sua “missione” fasulla, finendo spesso per rimetterci la pelle. In troppi non l’hanno riconosciuto subito come un pericoloso cazzaro che oltre a sfruttarli come scorta spesso li sabotava e li rallentava, sapendo che sarebbe stato smascherato all’arrivo.
Hanno creduto alle sue pippe (Self Help) per disperazione.
Specialmente coloro così distrutti da aver trovato nelle sue bugie ben confezionate l’unica ragione per continuare a sopravvivere.
Il momento della verità però è inevitabilmente arrivato, e la reazione violenta del più fanatico dei suoi convertiti alla scoperta d’essere stato ingannato è stata proporzionale al bisogno che aveva di credere.
Matteo Renzi è un cazzaro, e lo sa.
Sa benissimo di non potere (e non volere) mantenere nessuna delle sue mirabolanti promesse alle quali così tanti italiani hanno creduto per disperazione.
Tutte le sue frenetiche manovre politico-mediatiche di questi giorni, le ospitate tv, i vertici notturni, hanno l’unico obiettivo di rimandare il più possibile il momento della verità, quando gli verrà chiesto conto dei suoi inesistenti, o inutili, o perniciosi ”risultati”, e gli toccherà affrontare la disillusione di chi ha creduto in lui.
Renzi manovra per allontanare quel giorno, per limitarne i danni e sopravvivere comunque.
Berlusconi c’è riuscito, nel 2011 s’è buttato dall’aereo in fiamme ed è atterrato sul morbido, fingendo d’essere stato esautorato da un complotto.
Per non fare la fine di Eugene, a Renzi serve un complice esperto nell’arte di cadere in piedi com’è Berlusconi.
A Berlusconi serve un premier da usare come paracadute.
Il cazzaro brianzolo e quello toscano sono indissolubilmente legati come due stelle d’in sistema binario.
Due stelle nane in un cielo sempre più nero.