di Simone Scaffidi Lallaro
[J. Frey, N. Gobbi, In fondo alla speranza. Ipotesi su Alex Langer, Comma 22, 2014, pp. 72, € 13.00]
Un fumetto di realtà come ce ne sono tanti. Uno in più per raccontare la storia di un uomo politico che ha militato in Lotta Continua ed è stato tra i fondatori dei Verdi Italiani. L’agiografia di un eroe ambientalista e pacifista che tutti noi dovremmo conoscere e imitare.
Ecco cosa non è “In fondo alla speranza. Ipotesi su Alex Langer”.
Nelle 68 tavole che compongono l’opera sceneggiata da Jacopo Frey e illustrata da Nicola Gobbi non troverete nulla di tutto ciò ma le avventure di un portatore di lettere sorpreso da una nevicata di foglie secche e lacerato dalle contraddizioni di un pozzo senza vie di fuga. Un disertore, immerso in un paesaggio autunnale devastato dalla guerra dei Balcani, che viaggia su treni e costruisce ponti, con la consapevolezza che soltanto tradendo la patria si possano gettare i semi della convivenza pacifica tra i popoli. E ancora il racconto di uomo dallo sguardo malinconico e con lo zaino pieno di scheletri.
Alex Langer si trasforma così in un antieroe dei fumetti, protagonista di una storia inventata che richiama senza forzature e con leggerezza alla sua avventura politica e al contesto storico in cui visse. Un racconto a immagini frutto di uno studio approfondito degli scritti di Langer, i quali – pur non rivelandosi in primo piano al lettore – sono sapientemente riflessi nelle grosse lenti che coprono gli occhi stanchi del protagonista e ne permettono una visione più nitida e profonda.
Pur essendo parti integranti dell’affresco le fonti non pregiudicano mai l’incedere dell’avventura e non ne costituiscono in nessun caso le fondamenta visibili. L’opera cammina da sola e la sua autonomia è garantita dalla personalità soggettiva e parziale che i due autori sono stati capaci di tessere intorno al loro personaggio: il lettore o la lettrice che non avessero mai sentito nominare Alex Langer possono tranquillamente godere del ritmo e della poesia qui racchiuse, indipendentemente dalla conoscenza storica del personaggio; allo stesso tempo l’esperienza diretta o indiretta della vita del protagonista permette di cogliere le risonanze con il reale che si ibridano alla trama.
Grazie all’innesto della finzione nel racconto, la potenza del disegno si libera dalla costrizioni della realtà, e dalla commistione con il testo scaturiscono significati più reali del reale. Alessandra Zendron, che di Langer è stata amica e compagna di militanza, dopo aver letto il fumetto e aver partecipato ad alcune presentazioni pubbliche, ha descritto bene questa sensazione: «E’ il “nostro Alexander Langer”, hanno detto [Jacopo Frey e Nicola Gobbi, n.d.a], quasi a scusarsi. Sparse qui e là si trovano le sue parole, testimonianza di quella capacità meravigliosa di sintetizzare in poche parole concetti ed emozioni complessi. Finora non ho letto nessuna biografia, nessuna antologia che cogliesse così tante verità della sua complicata e ricca esistenza».
Qui risiede l’originalità dell’opera: nell’affrontare la realtà con le armi della finzione, nello sfidare la cronaca con l’immaginazione, nello scompigliare la fattualità storica incendiando le polveri dei significati. Il tutto condito da un’attenzione e una sensibilità per il travaglio personale e umano di Alex Langer che difficilmente potrà lasciare lettori e lettrici indifferenti.
Gli scheletri e le foglie di albicocco finiranno per soffocare la voce di Alex, caricata dal peso delle lettere e accerchiata dal ritmo della morte. Una morte beffarda e danzante che appare improvvisa sulle note scandite da una raffica di mitra o da una fisarmonica. Eppure la voce di Langer, strozzata in gola e senza più voglia di combattere, sgorga da quel pozzo senza via di fughe in rivoli di inchiostro e ci invita a continuare una lotta che fu giusta.
Clicca qui e qui per sfogliare alcune tavole dell’opera.
Dietro le quinte
La pubblicazione del fumetto Frey e Gobbi se la sono guadagnata risultando vincitori del concorso Reality Draws 2012 ideato e curato dall’Associazione Mirada di Ravenna, dal Centro Fumetto Andrea Pazienza di Cremona, dalla Galleria Miomao di Perugia, dalla casa editrice Comma 22 e dal Gruppo Ponte Radio. Il lavoro dei due giovani autori marchigiani è stato poi presentato ed esposto, con una mostra interamente dedicata alle tavole originali dell’opera, al Komikazen Festival 2013 e ha recentemente vinto il Premio Cosmonauti per il miglior esordio al Festival itinerante di fumetto e illustrazione “Tra le Nuvole”.