di Mauro Baldrati
Mi sono riproposto di non guardare più la televisione alle ore dei pasti, soprattutto i programmi cosiddetti politici, perché mi rovinano la consumazione degli stessi, oltreché la digestione. La TV italiana infatti, un unico network che comprende i canali berlusconiani o filo-berlusconiani, e la RAI, per la quale paghiamo uno scandaloso canone obbligatorio, non fa che riproporre gli stessi copioni. Copioni insostenibili. Copioni indigesti. Vale a dire un asservimento al Potere, ai governi che da anni si avvicendano sul suolo del nostro disgraziato paese. Ai tempi di Berlusconi il “servizio pubblico” era il bollettino del “caro premier”, poi il network (con la RAI in prima fila) è diventato ultra-montiano, con gli squadroni della morte che hanno devastato il welfare con una violenza che non si era mai vista (i berlusconiani erano abbastanza inabili al lavoro, troppo coinvolti da storie e storiacce personali, non “quagliavano”, per cui furono cacciati via dai “veri” padroni, e sostituiti col Devastator), poi c’è stato il trapasso con l’inutile Letta, ed ora si è tornati ai fasti del “caro leader” con Renzi. L’entusiastico asservimento al nuovo populismo è persino superiore al fanatismo del periodo berlusconiano. E cambiano i demagoghi televisivi (perché ormai la politica è tutta spostata sul video), i disinformatori di professione. Cambiano gli stili, i modi. Cambiano le tecniche. Tanto le decisioni vengono prese altrove, la Troika, Obama (vedi la tirata d’orecchi sugli F-35, e la sgridata contro i “nuovi antimiltaristi” del nostro Presidente della fu Repubblica Italiana). Sono considerazioni da “sfascista”, come definiscono gli agit-prop del Nuovo Populista Televisivo chiunque osi mettere in discussione i travolgenti successi del governo? E gli 80 euro? Come si permettono gli sfascisti di non ubriacarsi di gioia, e ammirazione? Con questi soldi la crisi finirà, riprenderanno i consumi, e via col vento in poppa! Con citazioni (farlocche) del Censis e via cazzeggiando. Vai a dirgli che li paghiamo cari gli 80 euro, con l’ulteriore sfascio (appunto) del welfare tramite le ultime puntate della “spending rewiew”, gli aumenti delle tariffe, e la distruzione delle tutele sul lavoro, coi nuovi contratti che condanneranno i nostri figli al precariato a vita. E il blocco dei rinnovi per intere categorie di lavoratori, che non hanno alcuna responsabilità per l’avvento della crisi, ma devono pagare col sangue i disastri altrui. Vergogna, siamo solo capaci di dire “no” eccetera eccetera. Ma guarda un po’. Sono proprio “loro” che oppongono i “no” strutturali: “no” al ritorno a una sanità pubblica (sfido il più sanguinario dei demagoghi televisivi a dimostrare che la sanità in Italia non è stata privatizzata: un anno di attesa per un esame clinico di media complessità, una settimana nella stessa struttura pagando); “no” al diritto alla salute, alle pensioni, allo studio, al lavoro; “no” alla lotta contro la grande evasione fiscale; “no” a una patrimoniale che redistribuisca le risorse; “no” a un vero abbattimento delle spese militari e della TAV (orrore!); “no” all’etica (meglio depenalizzare i voti di scambio, meglio esibire la propria boria); “no” a un abbassamento delle spese della politica che non sia un ritiro dello Stato, del decentramento e del servizio pubblico.
E di nuovo eccetera.
Chi sono gli sfascisti?
Un esempio emblematico è stato il “confronto” di mercoledì 7 maggio, in uno dei salotti buoni della borghesia renziana, tra una delle nuove amazzoni del regime, che non conoscevo, Pina Picierno, del Partito Democratico, e una sventurata del 5S, Laura Castelli, che non è stata in grado di fronteggiare la furia della prima. Ma chi ci riuscirebbe? E’ come L’Ombra della Morte, solo i due gladiatori Spartacus e Crisso insieme sarebbero all’altezza! Non conoscevo la Picierno-Teocoles, avendo smesso totalmente di seguire i cosiddetti “talk-show”, le passerelle dei predicatori, tutta l’insopportabile prosopopea che costituisce un cicaleccio senza fine, ipnotico, subliminale. E’ stata una scoperta abbastanza sconvolgente. Le “vecchie” pasionarie berlusconiane non le fanno neanche una pippa alla Picierno. Non le razzano neanche le scarpe, si dice in Romagna. E’ violenza allo stato puro. Urla, insulti, mimica sprezzante, con smorfie e ghignate ogni volta che parla l’avversaria, trionfalismo, populismo a pacchi, invocazioni all’adorazione del “caro” Presidente del Consiglio, frasi fatte ripetute fino all’ossessione. Tra l’altro ha pure un’estensione vocale enorme, che rendeva le proteste della deputata del 5S (sempre più intontita, schiacciata dalla Picierno) degli urletti timidi e incomprensibili. E’ la nuova frontiera dell’aggressione politica televisiva, e davvero non so come si possa andare oltre. Come si possa spostare ulteriormente il limite. Forse il prossimo passo sarà l’aggressione fisica, lo snuff-movie, chissà. Perché pare impossibile che si possa superare la Picierno. Non da un essere umano almeno. Fa addirittura impallidire la Santanché!!!