di Rachele Cinarelli

boycott-amazon-300x279 copyIl CD sta perdendo di valore. Lo testimoniano anche le drastiche riduzioni del reparto musica nei grandi megastore e negli ipermercati. Secondo Billboard, nel 2013 le vendite degli album sono complessivamente diminuite dell’8,4% negli Stati Uniti, con dei distinguo per quanto riguarda i supporti: gli album venduti in CD sono calati del 14,5%, mentre le vendite degli LP sono aumentate del 32% rispetto al 2012, confermando una tendenza in atto dal 2007. Nel quadro generale il vinile rappresenta il 2% della vendita degli album, mentre il CD rappresenta ancora il 57,2% del mercato. Il dischetto argentato arranca in favore del vinile, in una combinazione di revival, hipsteria e ricerca della qualità. Abbiamo a disposizione una compresenza di formati che a fasi alterne scatenano varie profezie (per ora poco azzeccate): il CD sostituirà il vinile, l’e-book il libro cartaceo, e il download delle tracce, considerando i resoconti del 2013, verrà surclassato dai servizi di ascolto di musica in streaming. Sono tempi duri per i collezionisti irrimediabilmente convertitisi al CD; possono rivolgersi ai negozi di dischi che resistono eroicamente (testimoniando che forse esistono ancora appassionati sognatori), ordinare direttamente all’etichetta indipendente, o mettersi in fila ai banchetti del merchandise dopo un concerto. Per tutto il resto c’è Amazon.

Ma come comprare certi dischi su Amazon senza farsi delle domande, anche per via dei prezzi bassissimi a cui è impossibile fare concorrenza?
E’ da tempo che la multinazionale dell’e-commerce (che nel futuro immediato punta a vendere tramite Internet tutto il vendibile, persino il cibo fresco, e effettuare consegne con dei droni) riceve bordate con reportage poco lusinghieri sulle condizioni dei dipendenti, e c’era da aspettarselo: quando tutti arrancano, chi invece cresce in modo vertiginoso forse non sta giocando secondo le regole. Nel caso di Amazon, il modo per ottenere una crescita costante del fatturato è eludere le tasse, costituendo la sede sociale a Lussemburgo, e sfruttare i lavoratori, andando a sgretolarne lentamente i diritti. Questo tipo di multinazionali gode dell’appoggio incondizionato dei governi locali, che facendo leva sulla minaccia della crisi globale permettono il gioco, e anzi finanziano l’apertura di sedi e magazzini in aree economicamente depresse1.

Ma perché porsi certe domande? In fondo il disco è un oggetto, un feticcio, un prodotto, quindi può essere venduto insieme a tutti gli altri prodotti della cultura di massa, ci tocca prendere coscienza che stiamo consumando solo musica gastronomica, come direbbe Eco, per non parlare di Adorno, e si potrebbe andare avanti. Qualunque sia il critico di riferimento, è indubbio che alcuni dischi non sono solo un prodotto tra tanti nel menù illimitato dell’industria del divertimento.

Adolescenti disinfettati
13360996154polyNel 1976 i meccanismi dell’industria di massa erano già così consolidati ed evidenti che un’adolescente cresciuta a Londra, Mari Elliott, probabilmente a digiuno di Baudrillard, ne aveva perfettamente stilato tutte le sindromi in testi di canzoni punk. Mari è Poly Styrene, la potente voce degli X-Ray Spex, il primo gruppo punk con un sassofono. Il loro disco Germfree Adolescents è una raccolta di canzoni veloci e intelligenti sullo stato dei rapporti nell’era della cultura di massa. L’album inizia descrivendo un paesaggio di plastica e fluorescente, dove va in scena la popstar di turno, creata con il meccanismo dell’ossessione, che genera adorazione (“Sei solo un concetto/ Sei solo un sogno/ Sei solo il riflesso del nuovo regime”- Obsessed with You). I tempi moderni hanno creato una generazione di adolescenti atterriti dal contatto, se non mediato da una particolare marca di collutorio o di deodorante, ragazzini che si lavano i denti dieci volte al giorno spazzolandoli come indicato nelle pubblicità (la title-track Germfree Adolescents). Persone senza identità che credono di ritrovare se stesse nello schermo della TV o nelle pagine delle riviste, mentre si sgarrano le vene nel bagno di un club (Identity), una generazione artificiale prodotta dalla serialità e dalla tecnologia, prodotti istantanei, congelati, disidratati (Art-I-Ficial). I rapporti sono parassitari, seguono naturali dinamiche di sfruttamento e opportunismo (I Live off You). Ci sono i guerrieri dei centri commerciali, dove anche la rivolta è un’operazione estetica (Warriors in Woolsworth). E i punk hanno generato solo impostori e copie, voyeurismo invece di creatività, e nuove tendenze stereotipate (I am a Poseur, I-Am-A-Cliché). Il finale lascia da parte le visioni distopiche degli altri testi, e ci dona un brano che va dritto al punto: Oh Bondage Up Yours!, un vero e proprio inno punk femminista, e Poly Styrene (venuta a mancare nel 2011) è la riot-grrrl originaria: “la gente pensa che le ragazzine non debbano né esser viste né sentite, ma io dico – vaffanculo la schiavitù”.
Ma come in ogni grande epopea punk che si rispetti (vedi i compagni di etichetta, i Sex Pistols) tutto è troppo veloce e l’urgenza si scontra con la fama, quando fallisce il tentativo della Virgin di trasformarli in quelle pop star di plastica ridicolizzate nei loro testi. Nel 1979 Poly Styrene lascia il gruppo, che si scioglie. Gli X-Ray Spex riaffiorano solamente a metà degli anni ’90, quando Germfree Adolescents viene incluso a pieno diritto nei dischi più significativi dell’era punk. Purtroppo però il nuovo album, Conscious Consumer, non viene granché notato, anche a causa di un grave incidente subito dalla cantante che la costringe a interrompere il tour promozionale. Il disco diventa comunque una rarità, si trova su Amazon a un prezzo esorbitante per i suoi standard: 21 sterline.

Il problema del tempo libero
Entertainment!Cosa fare per divertirsi?” questo chiedono i Gang Of Four in Entertainment!. Studenti dell’Accademia di Belle Arti di Leeds incrociano la critica marxista con amplificatori rigorosamente a transistor, per tagliare l’aria con un suono sintetico, asettico, anaffettivo. Le chitarre geometriche di Andy Gill, il basso funk semplificato di Dave Allen, il cantato non enfatizzato di Jon King, la batteria sintetica di Hugo Burnham. Lontani dalla pretesa di essere duri e puri, per questo argutamente antiretorici, i Gang Of Four puntano principalmente allo svelamento dei meccanismi della società moderna, all’assurdità della guerra come nuova forma di intrattenimento, e alla demistificazione dell’amore romantico come nuovo ideale sociale. Consapevoli dei meccanismi dell’industria dell’intrattenimento, sono proprio le masse che vogliono raggiungere, ma senza compromessi (infatti non parteciperanno a Top of the Pops dopo la richiesta di censurare un loro testo)2. Il tempo libero, cioè il tempo non regolato dai ritmi della scuola e del lavoro, costituisce un problema nell’attuale organizzazione sociale. Senza indicazioni l’individuo è irrequieto e allo stesso tempo annoiato come in Glass: come poter riempire questo vuoto? Con il sogno di una vita perfetta, di un amore romantico, di un corpo desiderabile (“The body is good business” – Natural’s Not in It), il “mercato dei sensi” ci domina, ma non è naturale, perché i sensi sono pilotati e diretti all’acquisto di merci, e le relazioni basate sul potere. Il tempo libero quindi deve essere vissuto come una vacanza delle sere e del weekend, in cui rimpinzarsi di cultura (pop), scivolare nelle piste da ballo, dove la musica dà profitti perché aiuta a rimorchiare (At Home He’s a Tourist). Rimorchiare per servire il nuovo ideale sociale, la nuova religione: l’amore romantico delle canzonette della musica pop, suggellato dal contratto del matrimonio, nell’interesse reciproco di entrambe le parti (Contract). Ma per i Gang Of Four i malati d’amore sono da evitare come i contagiati dall’antrace (Anthrax). Lo svelamento dell’inganno avviene in Damaged Goods: “a volte penso di amarti/ ma so che è solo lussuria”. La relazione viene resa come merce fallata: lui, allo stesso modo di un elettrodomestico difettoso, non funziona come dovrebbe, lei non è poi così conveniente come sembrava dall’offerta. Mentre gli individui cercano di realizzare i “propri” sogni sul finire degli anni Settanta, si perpetrano le torture nei blocchi H del carcere di Long Kesh, nell’Irlanda del Nord (Ether), e la guerriglia diventa un elemento spettacolare che va in scena nei notiziari del tardo pomeriggio, su schermi TV all’avanguardia, proprio mentre si consuma un pasto della giornata (5.45). E le ragazze in bikini della TV non sanno di essere vestite per la nuova bomba atomica (I Found that Essence Rare). Dal punto di vista strettamente musicale, i Gang Of Four hanno influenzato con il loro punk-funk gruppi come Red Hot Chili Peppers, Fugazi e Rapture. Non ripeteranno più il miracolo di Entertainment!, ma la critica tagliente e antiretorica del disco così come le intuizioni di melting-pot musicale ne fanno una pietra miliare. Se guardi bene negli scaffali delle offerte, con 5€ te lo porti via.

Il capitalismo m’ha rubato la verginità
UnknownPer The (International) Noise Conspiracy nel nuovo millennio l’utopia di essere puri non è neppure più concepibile. Ormai è ridicolo fingere di non sapere di essere nati con il peccato originale, quello del capitalismo. Le dinamiche del mercato sono dinamiche di vita quotidiana. Gli svedesi T(I)NC coniugano il garage-punk (il cantante Dennis Lyxzén forma il gruppo dopo lo scioglimento del gruppo punk Refused) con la diretta ispirazione delle teorie dell’Internazionale Situazionista. Sembrano muoversi sulle coordinate tracciate dall’ideologo del movimento Guy Debord ne La società dello spettacolo: “Lo spettacolo non è un insieme di immagini, ma un rapporto sociale tra le persone, mediato dalle immagini”. L’individuo non è indipendente, è immerso nel sistema-spettacolo. A New Morning, Changing Weather, uscito nel 2001, è un concept album ambizioso, un mix tra pensiero filosofico e sottoculture. Il libretto accompagnatorio sembra più una fanzine, dove i testi vengono intervallati da citazioni importanti e letture consigliate (Karl Marx, Simone de Beauvoir, Jean Genet, Michel Foucault e… le Bikini Kill), e una sitografia di controinformazione, nonché da un manifesto intitolato “La fabbrica della paura globale”. Le idee del movimento situazionista infatti qui si fondono con gli ideali del movimento anti-globalizzazione, che proprio alla fine degli anni ’90 acquista forza e un carattere ancora più internazionale. Tra questi spunti si fa anche riferimento agli scontri di Göteborg del 2001 in occasione del summit dell’Unione Europea. In un’ottica retrospettiva le modalità di repressione utilizzate a Göteborg sembrano la fotocopia e la preparazione di quelle viste al G8 di Genova, che si terrà solo un mese dopo. New Empire Blues sembra la colonna sonora perfetta per il movimento, che forse rappresenta l’ultima grande presa di coscienza collettiva sul sistema economico contemporaneo. La stessa consapevolezza potente ritorna in Up For Sale: siamo tutti potenzialmente in vendita, così come le cose che conosciamo possono essere comprate e vendute. L’inno Capitalism Stole My Virginity passa a elencare gli effetti sulla vita quotidiana del “turbo capitalismo”3: l’azzeramento delle aspettative, l’annichilimento dei sogni, il diffuso senso di morte (“nessuno è immune dalla vergogna”). Dead Language of Love è un attacco al pacifismo che sponsorizza l’inazione (“non mi importa rompere le vetrine di Starbucks, perché è più divertente che stare ad aspettare”). Nonostante la consapevolezza, le teorie e la struttura concettualizzata, l’album si apre con il riff robusto di A Northwest Passage, un grido all’azione e a perseguire le proprie passioni. Bigger Cages, Longer Chains è un canto al non-lavoro: il sistema dell’impiego è un ricatto da parte dello stato, un modo per mantenere in piedi il sistema economico corrente, un forma di falsa libertà. I T(I)NC non paragonano l’amore all’antrace, ma credono invece che il piacere possa essere usato come arma politica, solo a patto che si prenda coscienza di se stessi e si liberi il proprio corpo dalle costrizioni della tradizione e delle convenzioni (Breakout 2001, A Body Treatise). Come l’album si apre con un ottimismo incazzato, così si chiude con la titletrack, A New Morning, Changing Weather, che nelle intenzioni richiama vagamente il Bob Dylan messianico di The Times They Are A-Changin’: alza il pugno e unisciti alla festa, la rivoluzione sta arrivando.

I dischi non hanno tutti le stesse intenzioni. Ma incolpare il sistema che piazza un disco (così come un libro) di fianco ai tortellini precotti, universalizzando il sistema autogrill, è forse troppo semplice. E’ la musica stessa che ha perso l’obiettivo di avere una valenza politica e culturale, che si è piegata a essere parte dell’offerta d’intrattenimento. Nessuno vuole più sfigurare, nessuno vuole venire male in foto, tutti vogliono il loro pezzetto di fama, sacrificando il confronto. Tutti vogliono affermare una presunta originalità in un sistema di opportunismo sociale che sviluppa uno modello competitivo sterile. E questo modo di pensare si è diffuso a cascata, giù per la piramide, dal vertice del music business fino alla più piccola microscena locale.


  1. Carole Cadwalladr, The Observer, Regno Unito, pubblicato su Internazionale n. 1031;
    vedi anche http://www.ilfattoquotidiano.it/tag/amazon/ 

  2. Simon Reynolds, Post Punk 1978-1984, Isbn Edizioni, Milano, pp. 155-176 

  3. Edward Luttwak