di Alessandra Daniele
Letta langue. l’Italia chiede un leader. Renzi scalpita, Grillo quirinala, Berlusconi impianta la pompetta nuova al corpo rianimato di Forza Italia: chi dei Sòla Sospetti sarà il prossimo ad avere il compito istituzionale di saper conciliare la cura dei propri interessi personali, con l’esecuzione degli ordini della BCE? E come sarà eletto?
Il dieci gennaio questa mia rubrica ha compiuto sei anni. L’argomento della primissima scheggia era il dibattito sulla legge elettorale, che già allora proseguiva da quindici anni.
Inutilmente.
Da quando hanno il suffragio universale, gli italiani hanno dato la maggioranza alla Democrazia Cristiana per i primi cinquant’anni, e per i successivi venti quasi ininterrottamente a Berlusconi.
Hanno affidato il nostro paese e il nostro futuro a nefasti cialtroni ai quali nel resto del mondo civile non sarebbe stato affidato nemmeno un parcheggio abusivo. E intendono farlo ancora, totalmente incapaci di imparare dai loro errori, a giudicare dai sondaggi che fotografano un elettorato tripartito fra un truffatore ottantenne, un petulante paninaro, e un telepredicatore ringhioso che trasmette messaggi alla nazione dal garage della sua villa, accanto a un Garibaldi mummificato come la mamma di Norman Bates.
Io scrivo su Carmilla, non sono un’intellettuale embedded, non ho nessuno da convincere, nessuno da blandire, non devo fingere di rispettare comunque il parere degli elettori italiani, e questo è un enorme sollievo.
Gli italiani che votano a cazzo di cane sono in larga parte complici della loro stessa rovina.
Facciamo decidere il nostro prossimo governo ai maori, ai tuareg, agli inuit.
Sarà meglio che farlo decidere agli italiani.
O alla BCE.