Piemme, Milano 2013, pag. 283 € 17
di Mauro Baldrati
Tenebre e Ghiaccio, il primo di una trilogia, fa parte della collana fantasy Freeway, rivolta soprattutto ai ragazzi. Questo titolo è adatto alla fascia anagrafica dei 14. Ma quali prerogative ha la narrativa fantasy per ragazzi, rispetto a quella per adulti? E’ più “leggera”? Più favolistica? Non essendo un addetto ai lavori preferisco cercare una risposta attraverso questo romanzo in particolare, senza intenti di generalizzazione sul genere.
I protagonisti: Sono effettivamente dei ragazzi, Alina e Mal, fratelli di adozione, entrambi orfani, cresciuti nell’orfanatrofio di un aristocratico filantropo. Alina è una bambina magra, scontrosa, brusca nei modi, sarcastica; Mal è bello, solido, calmo e sicuro di sé. Li ritroviamo ragazzi arruolati nel “Primo Esercito”, lei come topografa, lui cercatore di piste. Alina è “lo stecco”, sempre magra, poco seduttiva, Mal è diventato un rubacuori, tutte le ragazze lo sbirciano, lo notano, cercano di sedurlo. Noi lettori sappiamo che Alina è non troppo segretamente innamorata – e gelosa – di Mal.
L’ambientazione: Terra immaginaria, Regno di Ravka, un tempo nazione potente e temuta, ora imprigionata dalla Distesa di Tenebra, un deserto di “sabbia morta” totalmente senza luce, avvolto in un buio impenetrabile e popolato di mostri alati che divorano qualunque essere vivente vi si avventuri. Sappiamo che la zona morta è stata creata in tempi antichi da un mago chiamato l’Eretico Nero, e i mostri erano essere umani trasformati. Il Regno di Ravka ha un re ubriacone, buono a nulla, e una sorta di Primo Ministro plenipotenziario chiamato l’Oscuro, misterioso, ambiguo, bello e affascinante come tutti i Grisha, la casta dei maghi che di fatto compone la corte. Ogni Grisha ha una specializzazione, chi è in grado di produrre fuoco, chi vento, chi è medico, chi costruttore di congegni. Ma ognuno lavora con tecniche magiche, senza utensili: il medico salda e ripara le ferite semplicemente col tocco delle mani, l’evocatore di fuoco alza le braccia verso il cielo, così quello del vento ecc. L’ambiente e l’epoca, benché immersi nella dimensione tipicamente fantastica del genere, sono ispirati alla Russia zarista di fine Ottocento/inizio Novecento, con lo zar, i nobili, e persino un personaggio abbastanza inquietante che evoca Rasputin.
La storia: Alina e Mal, ora giovani soldati, si trovano a bordo di un “solcadune” che deve attraversare la Distesa, per alcuni rilievi e studi del territorio. La nave scivola direttamente sulla sabbia, spinta dai venti evocati dai Grisha Chiamaturbini, azionata da una vela gigantesca. Quando è già immersa nella tenebra viene attaccata dai mostri volcra, con esiti disastrosi, nonostante la durissima battaglia che si scatena e la potenza guerriera dei Grisha. Tutto sembra perduto, Mal sta per essere sbranato, e Alina cerca di salvarlo, a prezzo della sua stessa vita. Ma d’un tratto accade qualcosa, un evento di cui non si rende conto: Alina sprigiona una luce potentissima che mette immediatamente in fuga i volcra, creature che possono vivere solo nel buio. Tutti i Grisha sono sbalorditi, e in primis l’Oscuro, perché sono convinti di avere finalmente scoperto una “evocatrice del sole”, una Grisha di enorme potenza, che L’Oscuro sta cercando da tempo perché sarebbe in grado di distruggere la tenebra evocando la luce magica, incontenibile, del sole. Così Alina viene immediatamente arruolata nelle schiere dei Grisha, e si trasferisce a corte, mentre Mal, per il momento, sparisce dalla circolazione.
E qui inizia una parte centrale di formazione, con Alina che cerca di scoprire il suo potere, di controllarlo, ma soprattutto di accettarlo. L’Oscuro, che la segue, anche se a distanza, è il faro, il punto di riferimento, con la sua aura di autorità suprema, col suo potere assoluto. Lentamente Alina fa progressi, scopre l’ambiente della corte, con aspetti persino grotteschi, dove regnano il lusso, il privilegio, l’invidia, la posa. In certi punti sembra di assistere a qualche scena de Il fascino discreto della borghesia di Luis Buñuel. Il lettore si rilassa, ma al contempo si chiede: va tutto così bene ora? Alina progredisce, sta diventando potente, non c’è dubbio che prima o poi ce la farà ad “aprire” la Distesa di Tenebra. Inoltre è la favorita dell’Oscuro, del quale si sta pure innamorando. Dunque è questa una prerogativa della narrativa per ragazzi? Le cose si sistemano, emerge l’amore come forza motrice, ma a lungo andare la narrazione finisce per appiattirsi, l’avventura si stempera, e il racconto corre veloce verso il lieto fine?
Invece non è così. Non vanno sottovalutate la classe e la fantasia dell’autrice americana di origine israeliana Leigh Bardugo, che con una svolta improvvisa, un colpo di scena, ribalta tutto. Nulla è come sembra. Dietro la formazione di Alina c’è un progetto terribile, che la ragazza scopre per caso, e al quale cerca di sottrarsi con una fuga precipitosa e disperata, nel corso della quale ritroverà Mal. E a quel punto aspettiamo il secondo capitolo della trilogia Grisha, perché sarà pieno di promesse, di incognite, e soprattutto di nuove battaglie e avventure.
Tenebre e Ghiaccio non è prigioniero del genere, di nessun genere in realtà. E’ un romanzo di avventura, con una scrittura veloce, semplice, che se è una prerogativa della narrativa per ragazzi, finisce per diventare preziosa per gli adulti. Non esagera con l’horror e la violenza, anche se in realtà non manca nulla, i mostri sono veramente horror, e alcune scene addirittura splatter, senza reticenze. La violenza non è negata, né esaltata, semplicemente non vi è compiacimento. Così l’amore, idealizzato quanto basta, emerge come energia sentimentale dei ragazzi, che ha qualcosa di timido, e al contempo di selvaggio, di eterno e di sincero.
Insomma, a conti fatti, è un libro che si legge anche da adulti, senza accorgersi che è indirizzato ai quattordicenni. Oppure scova il quattordicenne che è in noi, chissà. In ogni caso, se siamo di fronte a un esempio riuscito di narrativa per ragazzi, questo romanzo rappresenta un’ottima lezione – di stile, di storia, e di ritmo – per gli scrittori (e i lettori) cosiddetti adulti.