di Alessandra Daniele
Alla fine, anche la presunta ala sinistra del PD ha finito per allinearsi al resto del partito nel rinnovare la fiducia al Cancellierbot, l’ingombrante guscio biomeccanico di forma vagamente umanoide indossato dai Ligresti per muoversi nella nostra atmosfera.
I ciwawa di Ciwati l’hanno fatto brontolando, mugugnando, trascinando i piedi, ma ovviamente l’hanno fatto, esattamente come Renzi che, da vincitore annunciato delle primarie, ci ha aggiunto la berlusconiana promessa che con lui al comando certe cose non succederanno più. Per adesso però bisogna tapparsi il naso per il bene del paese: su questo il PD è un coro unanime. Quanto durerà questo adesso?
Per sempre.
Nessuno nel PD ha intenzione di correggere davvero la rotta politica, tanto meno il vincitore annunciato, il fantasma del Natale anni ’80, figlio primogenito della coppia Boldi-De Sica. L’odioso compagno di classe raccomandato che, finita la scuola, inutilmente speravamo di non incontrare mai più.
Tutti i cosiddetti volti nuovi del PD hanno quest’aria vintage da comprimari de ”I ragazzi della 3°C”, di quei personaggi di contorno che apparivano in due o tre episodi l’anno, spiccando solo per antipatia, e cagneria degli interpreti.
Stereotipi con lo spessore d’una figurina. Maschere. Il secchione, il bulletto, lo spione, il figlio di papà, la ragazza seria, lo sfigato.
La loro consistenza politica è pari a quella del Ciocorì spiacciato sul fondo della cartella.
Il Cambiamento che promettono ai loro elettori è una lepre di legno da cinodromo.
Povere bestie gli elettori PD, correre per anni col naso tappato dev’essere particolarmente affannoso.
Intellettuali e blogger PDofili li incitano: coraggio, un ultimo sforzo che questa è la volta buona, Renzi è abbastanza stronzo da piacere alla maggioranza degli italiani, è abbastanza bugiardo da essere creduto, vincerà.
Anche dell’alleanza con Monti avevano promesso: coraggio, questo è l’ultimo cucchiaio di merda che vi tocca inghiottire.
In realtà, nel PDiatto c’è solo merda.
L’unico modo per smettere di mangiarla è buttarlo.