di Nico Macce
“A chi?”, cantava Fausto Leali. La stessa domanda che giunge spontanea riguardo questo appello. I suoi promotori si lanciano in una disamina puntuale dello stravolgimento in atto dell’art. 138 e delle sue conseguenze, ma sui soggetti che portano avanti questa specie di golpe fanno gli gnorri. Continuano a fare gli gnorri. Perché si sa che questo appello è in perfetta continuità con la mobilitazione del 12 ottobre. A chi? I promotori chiedono pur a qualcuno che fermi questo tentativo. Peccato che si rivolgano a coloro che di fatto stanno stravolgendo con scienza e coscienza la Carta costituzionale. Raccolgono firme autorevoli: da Dario Fo a Valeria Golino, da Gianni Boncompagni a Paolo Flores d’Arcais. Ma a cosa serve tutto questo se non si inizia un vero attacco politico ai decisori, alla cabina di regia e a chi sta dietro a questa operazione da golpe bianco? Se le mobilitazioni non hanno una controparte? Dove portano le vie maestre, nei vicoli ciechi?
A chi? Quando si elogia il presidente Napolitano, proprio lui! Lui che fa politica sistematicamente, faziosamente, sin dall’insediamento di Monti nel 2011. E’ arrivato persino a fare le riunioni notturne con le forze fidate, solo gli esponenti della maggioranza, per tagliare fuori le opposizioni e, con loro, milioni di cittadini elettori. Di notte, come i cospiratori.
A chi? Verso coloro per i quali si spera di reggere il moccolo nel futuro PD vincente? Non vedo ultimatum da Vendola su questa questione. Né consultazioni d’urgenza della Boldrini, sempre impegnata a guardare i tetti del palazzo: che nessuno rovini i coppi con le suole delle scarpe.
Ma che ca..o di opposizione è questa? Solo simboliche prese di posizione. Mi ricordano l’aquila americana del Muppet Show, che parlava di delinquenza dal pulpito, mentre dietro gli svuotavano la sala di tutta l’argenteria e la mobilia. Solo che la sala in questione è il Parlamento con la sua Carta.
Non discuto lo strumento, la necessità di denunciare politicamente con una chiamata a raccolta di personaggi e cittadini questo tentativo reazionario di smantellare quel che resta della Costituzione nata dalla Resistenza, per portare il paese a una repubblica presidenziale.
Critico questa modalità a dir poco bizzarra di mantenersi molto più che generici: omertosi sulle forze politiche che sono promotrici di questo attacco all’art.138.
La due giorni del 18 e del 19 significa tra tutte le cose che si sono dette e lette, anche un’altra cosa importante: che una parte del paese si è rotta le palle di questo teatrino fatto sulla sua pelle. La lasciamo a tutti lor pupi questa legalità vera o presunta, calpestata o strumentalizzata.
Paradossalmente (ma in apparenza) chi sta difendendo quei diritti tanto virtuali e cartacei della Costituzione, mai applicati o molto poco, è proprio chi ha deciso di farli vivere in pratiche di illegalità di massa come l’occupazione delle case e degli spazi. Ossia, chi va oltre alla natura borghese e classista di questa legalità, sempre più oppressiva e supina alla legislazione europea, la quale è sempre più concreta nella sua bestialità autoritaria e neoliberista, nello smantellamento di sovranità dei paesi e delle cittadinanze.
A chi? A questa domanda qualcuno ha già risposto nelle piazze. Sono le forze dell’antagonismo di classe a sapere “a chi”, senza mandarlo a dire. Fanno nomi e cognomi delle forze politiche delle “larghe intese”, PD-PdL-Scelta Civica, responsabili del massacro sociale e del golpismo strisciante, e dei loro mandanti tecnocrati della troika, senza peli sulla lingua, senza piedi in due scarpe, senza le strane alchimie che legano presunti antiliberisti alle orde liberali.
Senza i soliti trenini elettorali, che partono con la coda delle segreterie tanto “comuniste” e arrivano alla locomotiva del PD.
Sono coloro che stanno già praticando la lotta per i diritti sull’unico terreno giusto quanto inevitabile, e senza tante ciance. Quello della riappropriazione e della sollevazione di massa.
E ciò dimostra, ancora una volta, che i migliori riformisti sono i rivoluzionari.