di Alberto Prunetti
AAVV, Nemico Pubblico, Edizione centro di documentazione sulle Resistenze, 2013, pp. 96, euro 10
Nemico pubblico, pecorelle, lupi e sciacalli è un’antologia autoprodotta dal comitato No Tav Spinta dal Bass e raccoglie una serie di contributi elaborati da alcuni protagonisti della resistenza valligiana e da scrittori che non hanno mai nascosto la loro complicità con chi si oppone a un progetto dannoso, nocivo e inutile. Tra questi compaiono Ascanio Celestini, il collettivo Wu Ming e Erri De Luca, autore dell’introduzione, al centro di un recente polverone mediatico per il suo sostegno alla resistenza in Val di Susa. Chissà se proprio quest’introduzione non gli abbia attirato le attenzioni del fango mediatico. Quel che è certo è che il tentativo di attaccare De Luca, senza temere il ridicolo del boicottaggio dei suoi libri, è stato respinto e non sono mancate pubbliche affermazioni di sostegno, come questa petizione proposta dallo scrittore francese Serge Quadruppani.
La tempesta dei media, volta a criminalizzare un movimento e a eroderne la simpatia di chi lo guarda da lontano, non ha colpito solo De Luca ma ha lavorato al fianco, scegliendo come “capro espiatorio” un attivista sconosciuto all’opinione pubblica, perfetto per essere “macellato” da un giornalismo “embedded” alla causa del più forte: Marco Bruno, un uomo che – in un video estratto dal contesto – aveva “dato della pecorella” a un celerino (che “stoicamente” non l’aveva massacrato, come i conduttori di certi talk show auspicavano). La vicenda è il nocciolo narrativo dell’antologia, tanto che il caso è ricostruito in maniera dettagliata dai Wu Ming e Bruno, il protagonista dell’episodio, ha contribuito lui stesso al volume collettivo.
Consigliando la lettura di Nemico Pubblico, voglio solo aggiungere che il titolo mi ha fatto pensare a quella situazione di eccezionalità del diritto in cui ha vissuto l’Argentina durante la dittatura militare e che adesso sembra in qualche maniera replicarsi in una valle posta sotto assedio. La maniera in cui le forze dell’ordine si sono mosse in Val di Susa sembra la dimostrazione dell’estensione all’Europa – magari solo in forma sperimentale, ancora quasi in vitro – di un principio che è stato già utilizzato “in vivo” sulla pelle delle persone che hanno vissuto in contesti destabilizzati in Algeria (durante la resistenza anticoloniale) o in Argentina (durante l’ultima dittatura militare). Ovvero la guerra, che si fa sempre contro un nemico, ma che stavolta è addirittura un nemico interno, la popolazione civile, verso la quale ci si comporta con la durezza tipica di un esercito d’occupazione.
Un ultimo dettaglio: con l’acquisto di questo libro si sostiene la copertura delle spese legali dei militanti no tav che si trovano in difficoltà giudiziarie. Pertanto, come dicono a Livorno, frugatevi (in tasca).