di Alessandra Daniele
Dopo averlo riempito dei suoi miracolati, Grillo ha definito il parlamento una scatola vuota, apparentemente intenzionato a dimostrarlo calandoci una mannaia attraverso come un prestigiatore. Un paio dei suoi parlamentari sono scappati fuori, e si sono rifugiati nel gruppo misto.
L’altezzoso disprezzo per il parlamento di Grillo è secondo solo a quello del presidente del consiglio Letta, che ha affidato l’elaborazione delle minacciate riforme istituzionali a una loggia di ”esperti” nominati apposta, espropriando la scatola degli eletti di quello che dovrebbe essere uno dei suoi compiti principali.
L’Italia è ormai esplicitamente un’oligarchia post-democratica, nella quale anche la più consociativa, spartitoria, e fasulla contrapposizione partitica mai vista, quella passata fra PD e PdL, viene definita ”guerra civile”, e ripudiata con orrore, e ogni forma di dissenso concreto, anche il più civile e costruttivo, viene sistematicamente equiparato al terrorismo, e perseguito come tale.
Ogni effettiva dialettica democratica, prevista da quella Costruzione che tutti dichiarano contemporaneamente di voler difendere e riscrivere, è stata completamente fagocitata e dissolta dal Macrogoverno di complicità nazionale concessionario BCE, e di fatto fiancheggiato dalla cialtronesca opposizione grillina di totale inefficacia pratica. Mentre quarantenni come Alfano, Letta, Renzi, Salvini e Crimi stroncano ogni speranza anche nel ricambio generazionale.
In questa situazione, ci si interroga sulle cause dell’alta percentuale di astensione, quando in realtà a stupire è il fatto che qualcuno si prenda ancora il disturbo di andare a votare (a parte l’innegabile soddisfazione riservata ai romani di spargere sale grosso su Alemanno).
Non è stato un semplice golpe: il colpo di Stato, come quello apoplettico, è una patologia acuta, una crisi, la democrazia italiana è invece andata in necrosi dopo decenni di croniche malattie autoimmuni mai curate.
La democrazia italiana non è morta d’un colpo, e chi più lo sostiene è probabilmente interessato a nascondere le vere, endemiche, cause del decesso.
Cosa la rimpiazzerà? Su cosa stanno lavorando gli ”esperti”, quale sarà il prossimo format di facciata della Repubblica italiana? Alcune opzioni
Repubblica Sit-comediale
Per recuperare la sintonia col volere popolare, un premier nominato dal presidente in base agli stessi criteri adoperati per anni dalla maggioranza degli italiani votanti: la sua capacità di rendersi ridicolo. Le due camere saranno ridotte a una singola telecamera fissa. I parlamentari saranno sostituti dalle risate registrate.
Repubblica Procedurale
Un premier fisso, ma con un nuovo governo ogni settimana. Ogni GOW, government of the week, dovrà comunque rigidamente attenersi allo stesso programma comune prestabilito. I vari governi saranno perciò distinguibili solo dalle guest stars della settimana: collaudati caratteristi, giovani promesse da lanciare, vecchie glorie adatte a tutti i ruoli, campioni sportivi. Durante la stagione estiva verranno replicati i governi di quella invernale.
Repubblica Serializzata
Un solo governo di legislatura, dal cast variabile, che accumuli per anni problemi insolubili, promesse irrealizzabili e indizi incomprensibili, per poi rivelare agli italiani che in realtà si trovano in Purgatorio, a pagare per i peccati della loro classe dirigente attraverso le tasse e i tagli allo stato sociale. Il pilot di questo governo è già in produzione.