di Alessandra Daniele
”Se una scomposizione del quadro politico fosse necessaria, per dare una massa critica a chi vuole il cambiamento, allora ben venga. La nostra agenda non è indirizzata al centro, non alla destra o alla sinistra, ma è erga omnes”.
Con un ubriacante capolavoro di politichese ipercubico degno delle migliori tradizioni democristiane, Mario Monti ha annunciato che intende comunque tornare Presidente del Consiglio dopo le elezioni, chiunque le vinca.
Con la sua ascesa alla politica – così l’ha definita – come un nostrano Lord Cancelliere Rassilon, Monti si propone di squadernare la geometria spaziale e il continuum temporale della democrazia in favore dell’economia, assicurando il suo sigillo di qualità a coloro che sottoscriveranno la sua Agenda, che segnerà la Fine del Tempo Indeterminato con molta più precisione dell’extracomunitario calendario Maya.
C’è però in campo un’altra Agenda che promette palingenesi future, ma ricorda il passato recente.
Infatti è un Diario Sturmtruppen.
”Siamo con l’elmetto, siamo in guerra. Chi si fa domande sulla democrazia nel M5S va fuori dalle palle”.
Il M5S di Beppe Grillo ha sempre avuto varie caratteristiche ur-fasciste: xenofobia, qualunquismo, complottismo, ma le ha sempre negate con veemenza. Quest’epurazione, nella forma e nella sostanza, è parsa invece fascismo dichiarato, addirittura ostentato. Anche Grillo e Casaleggio sono due Max Byalistock: mettono in scena la loro ”Springtime for Mussolini” e vanno ormai apertamente a caccia di voti fasci perché oggi sono i più facili da incassare. Grillo lo ha anche esplicitato, avvertendo: lasciate che i fascisti vengano a me, o voteranno Alba Dorata.
Il PdL è esploso come una carcassa marcia per i gas della decomposizione, e gli elettori che ne scappano fuori sciamano proprio verso Grillo e i suoi soldatini obbligati a nascondere la faccia nell’elmetto perché perdono voti ogni volta che la mostrano in Tv.
Per Grillo contano poco la loro personalità, la loro competenza, la loro esperienza, anzi, meno ne hanno e meglio è: devono tenere la testa sotto lo scudo, fare la Testuggine. L’unica speranza che ha di portarli in Parlamento è coprirli tutti con il suo faccione, dimostrare che può tenerli in riga e comandarli a bacchetta, perché questo è quello che gli ex elettori PdL vogliono da lui. O voteranno Alba Dorata.
Berlusconi intanto porta avanti l’unica Agenda che gli sia rimasta: una Smemoranda Bagaglina, un’accozzaglia di stronzate tenute insieme dalla speranza d’avere rincoglionito abbastanza gli italiani in questi decenni da avergli fottuto anche la memoria a lungo e breve termine, in modo che non siano più in grado di ricordarsi quanto il Pagliaccio Azzurro sia responsabile dell’attuale rovina.
Arrivate in Parlamento, le redshirt grilline saranno diverse da quelle berlusconiane? O saranno solo un’altra corte di miracolati che devono tutto a un miliardario megalomane che li tratta da stagisti schiavi?
Come i marinai della famosa ordinanza borbonica, faranno comunque ammuina.
E al timone resterà la Democrazia Cristiana.