di Alessandra Daniele
– So di non essere simpatico a nessuno.
– Per la delocalizzazione? – Chiede la ragazza. L’uomo annuisce.
– Sono un verme – risponde, sarcastico – porto via il lavoro ai nostri connazionali cinesi per darlo agli italiani.
– Non è colpa tua se qui in Italia la mano d’opera costa molto meno che in Cina. La colpa è degli italiani, e delle idiozie che hanno fatto durante la grande crisi.
– Tutti?
– Beh, i leader di sicuro. Quel ”Berlusconi” specialmente, qui ancora lo maledicono. La prima volta che ho sentito il suo nome ho pensato fosse una bestemmia, tipo ”diocani”. Oppure il nome di uno spirito maligno, di un’anima infernale, sono così superstiziosi. Poi invece ho scoperto che parlavano di una persona reale.
– Di questo non si può mai essere sicuri – dice l’uomo.
– In effetti nei vecchi video sembra un pupazzo di polistirolo – ridacchia la ragazza.
– È finito impiccato?
– No. Dopo avere scialacquato e saccheggiato per vent’anni, è passato dalla parte dell’austero successore in cambio dell’impunità, aiutandolo a infliggere tasse e tagli sanguinosi.
L’uomo accenna un sorriso.
– Agli italiani un personaggio come Berlusconi fa comodo. Possono dare a lui la colpa di tutto. Magari lo hanno inventato apposta.
– Sei paranoico – ride – per questo pensi di essere antipatico a tutti. Agli italiani dovresti piacere, gli porti lavoro.
– Mi odiano. Mi considerano uno sfruttatore. E oltretutto di razza inferiore – aggiunge, di nuovo sarcastico.
– Non sono tutti così.
– Il movimento neofascista Alba d’Italia è in cima ai sondaggi, e sarebbe al governo, se questo paese avesse ancora un governo autonomo.
– A proposito di governo – la ragazza estrae il tablet – è ora di collegarci. Dobbiamo seguire il discorso del Presidente.
– Colleghiamoci e basta, posso bloccare la webcam di controllo – dice l’uomo, indicando il tablet – non sapranno che non l’abbiamo guardato.
– Ma io voglio guardarlo. Annuncerà le nuove imposte e i prossimi tagli al bilancio.
– Ancora tasse e tagli?
– C’è la crisi, dobbiamo continuare col rigore, o faremo la fine dell’Italia.
Il volto severo del Presidente appare sul tablet. La sua voce monocorde, quasi robotica, comincia a illustrare la nuova manovra finanziaria.
L’uomo dà un’occhiata distratta allo schermo.
– La sua faccia… è diversa.
– Non mi pare.
– Quel ghigno…
– Quale ghigno?
L’uomo strappa il tablet alla ragazza, e lo fissa.
– Stava sghignazzando!
– Ma no!
L’uomo continua a fissare lo schermo. Poi mormora:
– Berlusconi.
– Che dici? – Chiede la ragazza, allarmata. L’uomo le restituisce il tablet.
– Bestemmio – risponde.
[Dedicato a Philip K. Dick, 16 Dicembre 1928 – 2 Marzo 1982]