di Serge Quadruppani
Cesare Battisti, Faccia al muro, Derive Approdi, 2012, pp. 285, € 17,00.
[Questa recensione è apparsa su Le Monde l’8 marzo 2012, accompagnata da un articolo di merda e fiancheggiata da un commento (chiamiamolo così) di Giancarlo De Cataldo. Lo scrittore-magistrato, invece di recensire il libro (che a mio modesto giudizio è di struggente bellezza), dichiarava di rifiutare di leggerlo, essendo l’opera di un “terrorista”. Di qui il riferimento contenuto nell’articolo che presentiamo.] (V.E.)
Serge Quadruppani
Battisti, Le armi del romanzo
Si potrebbe ricordare che, con reazioni italiane di una moderazione confinante col consenso, i governi francesi, di sinistra come di destra, hanno rispettato per vent’anni una politica di asilo degli antichi protagonisti in Italia degli anni detti “di piombo”, e che questa intelligente politica antiterroristica, inventata sotto Mitterrand, è stata abbandonata di punto in bianco ai due lati delle Alpi, per basse ragioni elettorali sarkozo-berlusconiane.
Si potrebbe, malgrado l’amicizia che mi lega a Giancarlo De Cataldo, spiegare quale posizione singolare abbia acquisito la magistratura italiana, divenuta il messia di una sinistra istituzionale del tutto priva di velleità di riformismo e di preoccupazioni sociali. Analizzare la fabbricazione del mostro mediatico Cesare Battisti da parte degli organi d’informazione italiani dominanti e, in questo lavoro, mettere in rilievo il ruolo di questa post-sinistra peninsulare. Tentare di spiegare il grande esorcismo dell’Italia contemporanea contro un dato di fatto: negli anni ’70, fu una parte significativa della popolazione (ambienti popolari e operai, giovani, intellettuali) che si separò e affrontò, più o meno violentemente, una violenza che era già nello Stato e nella società: dalla brutalità dei rapporti di classe alla strategia della tensione, passando per i crimini polizieschi, tanto numerosi quanto costantemente impuniti. Invitare, infine e soprattutto, a leggere le motivazioni con cui il ministro della giustizia brasiliano ha spiegato la sua decisione di accordare l’asilo politico a Cesare Battisti. Bella lezione di diritto universale, di monito all’opportunismo politico franco-italiano.
Ma è il momento, il luogo, di una simile riproposizione di cose note? Scritto in francese (e non è il minore dei paradossi), Faccia al muro ci restituisce, in particolare attraverso racconti di detenuti, un ritratto appassionante, sanguigno e poetico del Brasile di oggi. E’ forte la somiglianza con un romanzo di spionaggio. I giovani storici che rimetteranno in discussione le rappresentazioni dominanti degli anni ’70 in Italia e dei loro strascichi nella nostra epoca, diranno un giorno quanto corrisponda alla realtà questa storia paranoica di un uomo controllato, persino dalla donna di cui è innamorato, fin dal primo istante del suo arrivo nel paese, allo scopo di mettere in scena un arresto in grado di soddisfare al meglio gli interessi dei potenti. Una cosa è certa: di questa storia Cesare Battisti ha fatto letteratura, e di prim’ordine.