di Edoardo Todaro
Nicolas Jones-Gorlin, Crepate tutti, ed. Playground, 2011, pp. 155, € 13,00.
Ancora un noir proveniente dalle fila dei numerosi autori francesi.
Uno scrittore poco conosciuto in Italia, ma che in Francia ha avuto la sua dose di notorietà grazie alle polemiche suscitate dal suo romanzo precedente Rose Bonbon. Biografia, inventata, di un pedofilo. Suscitò le prese di posizione di varie associazioni per la protezione dell’infanzia che ne chiesero il ritiro dal commercio, e solo il punto di vista di numerosi intellettuali francesi, che si appellarono alla libertà di espressione, riuscì a mantenerlo tra gli scaffali delle librerie.
Il nuovo scritto uscito rientra a pieno titolo nel filone del romanzo d’inchiesta sociale, anzi si potrebbe dire che fa parte del romanzo, per così dire, del conflitto. Ci troviamo di fronte, in questo noir, alla descrizione, tra le migliori uscite fino ad oggi, del mondo delle periferie parigine, le famose banlieues.
Descrizione del conflitto con le forze dell’ordine che si organizzano in veri e propri squadroni della morte e che si rifanno all’appellativo che l’ex presidente della repubblica francese, Sarkozy, aveva dato ai giovani delle periferie: “la feccia“ (come non possono venire alla mente gli avvenimenti italiani della cosiddetta “ Uno bianca “ con poliziotti che la sera, lasciata la divisa ufficiale, si dedicavano alla caccia all’immigrato, alle prostitute ecc.. in Riviera Adriatica ; o peggio ancora agli squadroni della morte esistiti in Spagna che operavano contro gli indipendentisti baschi, o gli altrettanto famigerati operanti in America Latina ); ma anche conflitto interno alle comunità delle banlieues tra tolleranza/intolleranza dello spaccio e consumo di droghe più o meno pesanti; le contraddizioni sulla considerazione e sul rapporto con il mondo dell’omosessualità ecc.
Nonostante il forte richiamo agli avvenimenti che hanno investito le città francesi e alla realtà sociale collegata, e nonostante che il noir prenda in prestito la realtà per descriverla attraverso la parola scritta, alcuni episodi sono un po’ troppo inverosimili, anche se nulla tolgono alla schiettezza del libro e anzi fanno sì che oltre alle banlieues vi sia anche un altro tema per protagonista del libro.