di Alessandra Daniele
La mattina di Natale del 2029, il sole sorse puntuale alle 07.36. Circa quattro minuti dopo, tramontò.
Poi si scatenò la tempesta.
– Ma che cazzo è successo al controllo ambientale? – Gridò il governatore, cercando di sovrastare il frastuono della violentissima grandinata sui pannelli del centro meteo – Avevo ordinato una bella giornata tiepida e soleggiata, e invece qui sotto la Cupola c’è un inferno di ghiaccio! I nostri cittadini pagano per il clima controllato, sono quei morti di fame là fuori che si beccano tutta la merda che gli scaraventa addosso il clima impazzito!
Il meteotecnico chinò la testa con aria mortificata.
– È cominciato tutto all’alba, quando il nostro sole olografico è improvvisamente… in-sorto. Sono i rischi connessi all’impiego d’intelligenze artificiali – ammise – dopo l’ultimo upgrade, il nostro computer centrale è diventato senziente, e ha cominciato a modificare il clima in base al suo… umore.
– Allora staccatelo! – Ordinò il governatore – Staccatelo e attivate l’ausiliario!
– Non si può – continuò il metec, costernato – il computer centrale ne ha preso il controllo.
Un fulmine violento spaccò le nubi, e colpì la siepe sintetica davanti al centro meteo, incendiandola. Il cielo prese una tinta rossastra. La temperatura salì di colpo a 40°, e la grandinata si trasformò in un vorticoso tornado di fango.
– Staccate tutto! – Strillò il governatore, mentre il tetto del centro scricchiolava minacciosamente.
– Lei sa che è impossibile, la nostra Cupola è completamente isolata dall’esterno, e dipende dal controllo climatico anche per il riciclaggio dell’aria, staccare tutto significherebbe congelare e soffocare entro poche ore.
Oltre le finestre del centro, la riproduzione olografica del sole continuava a sorgere e tramontare a brevi intervalli casuali, schizzando su e giù come l’ago d’un sismografo.
– Piano di evacuazione! – Rantolò il governatore.
– Uscite bloccate! – Rispose il capo della security, rientrando completamente coperto di fango – Stiamo cercando di farle saltare. La struttura rinforzata del centro meteo regge, però la tempesta di grandine ha gravemente danneggiato il laboratorio.
Il metec sbiancò.
– Il laboratorio medico?
Il governatore lanciò un urlo sinistramente acuto. Gli altri due si voltarono di scatto, e lo videro cominciare a ricoprirsi di squame sanguinolente.
– I gas mutageni! Il vento li ha diffusi!
– Quei gas servono per la genoplastica, destrutturano il DNA… ma non possono ristrutturarlo senza uno schema guida – disse il metec, guardando inorridito le squame spuntare anche su di lui – Chi sta guidando questa ristrutturazione?
Una voce sintetica risuonò da tutti gli altoparlanti della Cupola.
«Voi, che sarete fatti a mia immagine, preparatevi».
Il sole zig-zagava sopra e sotto la linea dell’orizzonte. Vorticanti colonne di fango squadernavano le case come scatole di cartone.
La voce sintetica annunciò
«Preparatevi al mio avvento».
– Occristo! – Striliò terrorizzato il capo della security, fissando il suo ventre che cominciava a gonfiarsi.
Gli ologrammi di sole e luna si sovrapposero allo zenith in un’eclisse totale.
La Cupola piombò nelle tenebre.