di Alessandra Daniele
L’economia italiana continua a essere declassata dalle agenzie di valutazione al ritmo di due bocciature a settimana, un record degno del Trota. Dopo il già scarso A2, l’Italia è ulteriormente scesa ai seguenti livelli:
A1H1 – Economia suina – Paesi che basano la loro sopravvivenza economica solo sul turismo sessuale nelle ville del premier.
AHAH – Economia ridicola – Paesi che vengono mantenuti in vita dagli altri solo per avere qualcuno da perculare.
AAGH – Economia agghiacciante – Paesi che possono sopravvivere solo se gli abitanti si massacrano a vicenda come nei film Saw.
AB+ – Economia sanguinosa – Paesi che basano la loro sopravvivenza economica solo sul vampirismo.
Al termine di questa discesa si apre il baratro della Serie B come bancarotta, e scatta il pignoramento dei fiumi e delle montagne. Urge reperire fondi per rattoppare il bilancio, o almeno la parte visibile, polsini e colletto. Occorre dismettere tutti i beni pubblici, a cominciare da quello che si vende più facilmente: i parlamentari.
Mettiamoli sul mercato internazionale. I potenziali acquirenti ci chiederanno cosa si possa fare con un parlamentare italiano. La risposta è TUTTO. Qualsiasi cosa. Non c’è niente che un parlamentare italiano non sia disposto a fare per denaro. Non c’è schiavo, picciotto, o prostituta che possa eguagliarne versatilità e disponibilità.
Secondo un recente sondaggio, la misura anticrisi che la maggioranza degli italiani ritiene più urgente ed efficace è la riduzione del numero dei parlamentari. In realtà ce ne servono molti di più. Per coprire tutto il mercato estero, e battere la concorrenza delle altre mafie, dobbiamo aumentarne e automatizzarne la produzione. La prossima legge elettorale dovrà essere concepita allo scopo di riempire almeno un migliaio di parlamenti con altrettanti parlamentari, coi quali inondare il mercato. L’attuale Porcellum è una buona base di partenza, perché consente di eleggerne un’intera lista con un solo voto, un forfait. Successivamente se ne potranno in parte delocalizzare produzione e vendita. Presto, ovunque nel mondo i nostri clienti potranno entrare nel loro Parlamento Italiano locale, e ordinare ciò che gli serve. ”Mi incarti un parlamentare coi funghi”. ”Eccolo, non si lava i piedi da un mese”.
Da non dimenticare però la salvaguardia del marchio D.O.C. affinché gli acquirenti scelgano parlamentari italiani originali, diffidando delle imitazioni con le cuciture indebolite da scrupoli e rimorsi.
Per più di cinquant’anni i parlamentari italiani sono stati una spesa a fondo perduto, perché s’è cercato di impiegarli in qualcosa per la quale non hanno nessuna attitudine: la democrazia. È il momento che facciano onore alla loro autentica vocazione capitalista, e diventino una risorsa.