di Alessandra Daniele
La cliente urla.
– C’è uno scarafaggio nella minestra!
Il maitre si avvicina sollecito. Estrae una pinzetta e un fazzoletto dal taschino, pesca lo scarafaggio dalla scodella, lo ripone nel fazzoletto, e lo consegna a un cameriere. Poi sorride alla cliente.
– Tutto a posto, può iniziare la cena.
La cliente indica la minestra.
– Non me la cambia?
– L’ho già cambiata.
– Non è vero!
– Sì invece. Ho rimosso lo scarafaggio. Questo è un importante segnale di rinnovamento. La minestra adesso è libera dall’elemento perturbante, quindi è oggettivamente cambiata.
La cliente lo fissa, basita.
– Ma è la stessa.
Il maitre scuote la testa.
– La sua è un’affermazione qualunquista.
– Mi cambi immediatamente questa schifezza! – Urla la cliente. Il maitre inarca le sopracciglia. Poi, compunto, stappa la minerale sul tavolo, e la versa nella scodella fino a farla traboccare, inzuppando la tovaglia.
– Cosa sta facendo?
– Allargo la minestra alle forze esterne, aggiungendo un ulteriore elemento di discontinuità.
La cliente si alza di scatto.
– Lei è un demente, e questo ristorante è una fogna! Io me ne vado.
– Ci dispiace che abbia deciso di scegliere la via della protesta sterile e antistorica – il maitre estrae un blocchetto di carta dalla tasca – è comunque tenuta anche lei a partecipare allo sforzo comune per uscire dalla crisi – stacca un foglietto, e lo consegna alla cliente.
– Cos’è?
– Il conto.
– Lei è pazzo! Io non pago il brodo di scarafaggio che m’è colato sulle scarpe!
Il maitre estrae una pistola.
I clienti agli altri tavoli, chini sulle loro scodelle, continuano a mangiare facendo finta di niente.
– Ma questa è una rapina! Siete dei criminali! – Dice la cliente, pallida.
– Le ricordo che siamo tutti innocenti fino al terzo grado di giudizio – il maitre punta la pistola alla testa della cliente – sono tremila euro.
La cliente porge al maitre tutto il portafoglio.
– Ne ho solo duecento – dice, con un filo di voce.
– Possiamo integrarli con una norma anti-intercettazioni – il maitre intasca anche il cellulare rimasto sul tavolo – e la privatizzazione dei cosiddetti gioielli di famiglia – indica l’orologio, e gli orecchini della cliente, che si affretta a consegnarli.
– Posso andarmene adesso?
– Mi dispiace, ma ci deve ancora più di mille euro – il maitre fa cenno a un cameriere, che si avvicina armato di mannaia – sarà necessario anche qualche taglio.