di Alessandra Daniele
Il referendum porchicida incombe, la maggioranza al governo ha bisogno d’inventarsi una riforma elettorale che le consenta di rivincere le prossime elezioni con i pochi voti che le saranno rimasti, quando anche le vecchiette dai capelli fucsia e i padani dalla barba verde avranno ormai smesso di credere al Partito delle Scimmie di mare.
Dopo il maggioritario Mattarellum e il proporzionale Porcellum, la cui influenza suina ha così evidentemente segnato l’attuale fase politica, ecco le bozze di nuova legge elettorale che il governo ha allo studio:
Il Gabriellum
Nato da un brainstorming fra i principali esperti di ricerca scientifica del PdL – Gabriella Carlucci e Maria Stella Gelmini – prevede la collocazione dei seggi elettorali all’interno d’un tunnel fra il CERN e il Gran Sasso. Questo farà sì che i risultati delle votazioni arrivino al ministero dell’Interno prima che gli elettori abbiano cominciato a votare, e che il nuovo governo Berlusconi possa ottenere la fiducia prima che il nuovo Parlamento si sia insediato. Tutta la procedura durerà trenta nanosecondi, e produrrà trenta nanoministri.
Il Bordellum
Suggerito dal principale consigliere del premier in materia di riforme costituzionali – Lele Mora – applicherà un doppio standard. Gli italiani di sesso maschile manterranno tutti i diritti elettorali, mentre le italiane potranno esercitare solo quello passivo, e saranno votate ed elette in base alle doti dimostrate nel corso di una campagna elettorale che si svolgerà in tre fasi: lap-dance, lotta nel fango, e gang bang.
Il Papellum
Gli autori di questa bozza hanno preferito restare anonimi. Il paese sarà diviso in quattro macro-regioni, subappaltate ad altrettante famiglie della criminalità organizzata, che le rappresenteranno con un numero variabile di grandi elettori, il cui voto deciderà la composizione del Parlamento. La Lega ha preteso che la cosca mafiosa alla quale sarà assegnata la Padania pratichi l’affiliazione col rito celtico.
Il Parabellum
Elaborato da uno statista di sincera fede democratica – il ministro della Difesa Ignazio La Russa – prescrive che le prossime elezioni per il Parlamento italiano si svolgano in Afghanistan. Per recarsi alle urne, i civili dovranno attraversare un campo minato, sotto il tiro dei cecchini afghani, e durante un bombardamento NATO. I militari troveranno invece le urne in mensa. I vertici delle Forze Armate hanno però di nuovo criticato il ministro La Russa, stavolta non per il suo abbigliamento, ma per il suo tono di voce, che hanno definito ”effeminato”.
Quale di queste bozze sarà realizzata? Forse nessuna, l’importante adesso è che il dibattito sulla legge elettorale sia più efficace di quello sulla secessione nel distrarre gli italiani dalla bancarotta. O sarà necessario un altro allarme influenza, e l’autunno è ancora troppo caldo.