di Franco Ricciardiello
In una famosa recensione del romanzo “Carpenter’s Gothic” apparsa sul New York Times, la scrittrice Cynthia Ozick coniò nel 1985 un’indovinata definizione di William Gaddis: “famoso per non essere abbastanza famoso”. Gaddis, scomparso nel 1998 all’età di 76 anni, è infatti arrivato al grande pubblico solo con il suo secondo romanzo, “JR”, apparso ben venti anni dopo il primo, “The Recognitions” (“Le Perizie”, Mondadori), oggi considerato una pietra miliare del postmoderno americano, l’anello di congiunzione tra la generazione degli scrittori tra le due guerre (Joyce e Faulkner) e quella contemporanea (Pynchon, DeLillo etc.).
La casa editrice Alet ha di recente ripubblicato “Carpenter’s Gothic” con il titolo “Gotico americano”, in un’accurata veste grafica, recuperando e aggiornando la traduzione di Vincenzo Mantovani apparsa nel 1990 presso l’editore Leonardo. Si tratta del terzo romanzo di Gaddis (autore di cinque opere soltanto, per un totale però di svariate migliaia di pagine), probabilmente il più accessibile, ma non per questo meno caustico e potente degli altri. È abbastanza semplice individuare la tematica-perno intorno alla quale ruota ognuno dei romanzi di Gaddis: l’arte (“Le perizie”, 1955), il business (“JR”, 1975), la religione (“Gotico americano”, 1985), la giustizia (“A frolic of his own”, 1994) e infine di nuovo l’arte (“Agapé Agape”, 2002), ma tutta la sua narrativa ruota intorno a un concetto forte: la critica del modo in cui il capitalismo contemporaneo corrompe la creatività e distorce le relazioni interpersonali. Secondo l’inglese Peter Dempsey, malgrado Gaddis non sia marxista (per eccesso di cinismo), il suo lavoro rappresenta la più impressionante analisi marxista della società nella letteratura americana del dopoguerra.
Gaddis nasce a New York City nel 1922, l’anno di pubblicazione di due capolavori del modernismo: “Ulisse” di James Joyce e “La terra desolata” di Thomas Stearns Eliot. Dopo avere abbandonato l’università di Harvard senza laurearsi, Gaddis scrive il suo primo, imponente romanzo mentre viaggia in Europa, Africa e America. Probabilmente si aspetta che “Le perizie” (1955) gli garantisca la fama nel mondo delle lettere, ma in anni di realismo letterario il pubblico accoglie con freddezza questa lunga e difficile opera che anticipa le contaminazioni del postmoderno. Le stroncature critiche si sprecano, tanto che qualche anno più tardi il giornalista Jack Green decide di difenderlo in un lungo intervento dal titolo “Fire the bastards!” (“licenziate quei bastardi”, con chiaro riferimento ai critici delle riviste letterarie). Per venti anni Gaddis non pubblica più; per mantenere la famiglia, scrive sceneggiature per documentari statali e discorsi per dirigenti d’azienda. Nel 1976 però il suo secondo romanzo, “JR”, vince il National Book Award con il plauso della critica, e questo porta a un recupero postumo di “Le perizie”. Don DeLillo e David Foster Wallace, tra gli altri, riconoscono pubblicamente l’influenza che Gaddis ha sul loro lavoro.
“Gotico Americano” viene pubblicato nel 1985, e con le sue 250 pagine appare subito più accessibile dei precedenti (rispettivamente 1680 e 800 pagine nelle edizioni Oscar Mondadori e Alet). Il “carpenter’s gothic” del titolo è uno stile architettonico del New England, economica rivisitazione in legno del gotico vittoriano, che utilizza invece la pietra e il ferro battuto; uno stile “concepito per essere visto dall’esterno” mentre gli interni sono costruiti per adattarsi in un modo o nell’altro alle dimensioni: a distanza fa una certa impressione, mentre da vicino è “un mosaico di concerti, prestiti, inganni”. Sulla copertina dell’edizione italiana è riprodotto il celeberrimo “American Gothic”, dipinto a olio del 1930 di Grant Wood, vera e propria icona dell’arte USA del XX secolo: sullo sfondo di un agricoltore con forcone e della moglie c’è proprio un’abitazione rurale in stile carpenter’s gothic. Il romanzo ha una costruzione semplice e una trama complessa: una serie di dialoghi tra i personaggi principali, sovente interrotti da un intenso “rumore di fondo” (frasi di notiziari radio e tv, lettura di corrispondenza postale, quotidiani e riviste), complicati da lunghe, ossessive conversazioni telefoniche. La narrazione è tutta ambientata in una casa di legno del New England, dove si muovono pochi protagonisti e una miriade di personaggi secondari, le cui azioni conosciamo solo attraverso dialoghi e conversazioni telefoniche. La protagonista principale è Liz Vorakers, figlia di un magnate dell’industria mineraria morto suicida, la cui immensa eredità è temporaneamente congelata. Suo marito Paul Booth, veterano del Vietnam, è un faccendiere che lavora come PR del fanatico reverendo Ude, predicatore evangelico dell’ultradestra religiosa. La coppia affitta casa dal geologo McCandless, che ha scoperto un giacimento minerario in una zona dell’Africa sulla quale Ude vorrebbe costruire una missione. Durante un battesimo di massa, Ude provoca l’annegamento di un adolescente, e Paul cerca di sfruttare le potenzialità mediatiche dell’evento a favore del reverendo. Compressa tra una situazione economica precaria e l’iperattività del marito, Liz cerca una via di fuga in una effimera relazione con McCandless.
Il romanzo ha una struttura quasi teatrale: lunghi dialoghi, anche telefonici, e capitoli simili a atti di una tragedia, con ellissi temporali di alcuni giorni tra un capitolo e l’altro (quello che succede nel frattempo è spiegato a ritroso durante le conversazioni). Questo flusso incessante di informazioni non contribuisce di certo alla qualità della comunicazione tra personaggi e tra autore e lettore: al contrario, l’impressione è che l’aumento di dettaglio nasconda informazioni essenziali. In compenso, i pochi intermezzi di esposizione descrittiva, quasi tutti dal punto di vista di Liz, sono di una bellezza folgorante. Il micidiale, cinico umorismo nero di Gaddis mette alla berlina l’orrore ideologico della destra Usa, quella che si aspetta che il governo del paese compia l’opera di Dio: “La Costituzione americana difende la libertà religiosa, cioè il diritto di costringere gli studenti a pregare nelle scuole.” (pag. 114); “Il cristianesimo è una religione americana” (pag. 115). Nelle parole di McCandless, atterrito dall’avanzare delle teorie creazioniste, “la Rivelazione è l’ultimo rifugio dell’ignoranza davanti alla ragione”, e “la verità rivelata è l’arma della stupidità contro l’intelligenza”; ancora: “La massima fonte dell’ira è la paura, la massima fonte dell’odio è l’ira e la massima fonte di tutto è quest’irragionevole religione rivelata”. Il personaggio di Paul Booth personifica la bancarotta etica (e spirituale) dell’America, mentre Liz rappresenta il riflesso di questo fallimento nella sfera privata, e di conseguenza il suo costo morale: il romanzo non lancia certamente un messaggio ambiguo sull’impossibilità della felicità umana.
Dilungarsi sulla trama di “Gotico americano” non avrebbe senso, perché deve essere scoperta strato a strato durante la lettura. Per districarsi nel complesso plot narrativo, spesso occultato dietro lunghi dialoghi reticenti, ho parzialmente tradotto e adattato “A census of Carpenter’s Gothic” di Anja Zeidler, una breve guida ai personaggi consigliata nella premessa all’edizione Alet. I personaggi che agiscono “in scena”, sono solo cinque, gli altri vengono chiamati in causa nei dialoghi (quando si trovano all’altro capo del telefono, il lettore percepisce la conversazione solo dalle parole di Paul o Liz). Il numero tra parentesi si riferisce alla corrispondente pagina dell’edizione italiana (Alet).
1. ELIZABETH VORAKERS — 33 anni, moglie di Paul Booth, chiamata Bibb (o Bibbs) dal fratello, Liz dal marito, e talvolta Signora Booth da McCandless, “figlia del defunto magnate minerario F.R.Vorakers” (272), sopravvissuta a un disastro aereo quattro anni prima dell’inizio della narrazione, asmatica (16), “la bella ragazza che sei, con i capelli rossi e questa pelle bianchissima” (100), soffre di pressione alta (222), psicologicamente danneggiata dal rapporto con il padre (99), si muove dentro fantasie romantiche tratte dal mondo del cinema (60), vive una passione platonica per McCandless che indulge all’autoerotismo (105) finché non riesce a portarselo a letto (164), l’incontro con Irene, la moglie di McCandless, scatenerà un’emozione fatale per Liz.
2. PAUL BOOTH — Marito di Liz, grande bevitore, è stato adottato (207), scuola militare (“ufficiale confederato”, 15), ferito in Vietnam, “una specie di consulente” (16), “il portaborse” (16), “un consulente dei media”, promuove una campagna di “Rinascita cristiana per il popolo americano” (88) per conto del reverendo Ude, “portavoce ufficiale”, “quello stronzo di Paul” (88), “questo essere inferiore” (101), secondo Slotko si intende di finanza “quanto un moccioso di quinta elementare” (224), “Paul d’ebreo che manco sapeva di esserlo” (258), “il grande eroe della Divisione Folgore” (256), uccide un rapinatore che lo ferisce al braccio (263), dice a Liz che vogliono arrestarlo per corruzione (249), perché ha chiesto a Ude 10 mila dollari da consegnare al senatore Teakell (256); “nessuno ama Paul” (252).
3. McCANDLESS — Il proprietario di casa (i Booth sono in arretrato di due mesi sull’affitto, 146), geologo, grande fumatore, “un uomo un po’ più anziano, un uomo con un’altra vita alle spalle” (73) “la calma fredda e grigia dei suoi occhi” (73), secondo Paul “quell’uomo è un criminale” (83) perché “vendeva questi mirini telescopici all’infrarosso agli amici sbagliati, quelli che stanno dall’altra parte della barricata” (83), forse ha perduto un pollice (138), ha scritto un romanzo (137), chiamato a testimoniare in processi come esperto di insegnamento delle Scienze nelle scuole (139), in passato ha scritto su riviste scientifiche (140) e testi scolastici, attualmente per enciclopedie e libri di testo (179), il fisco gli ha bloccato il conto in banca (142), per Bill è “un vecchietto formidabile” (206), soffre di artrite alle mani (267), tossisce in continuazione, alla fine si vende alla Cia accettando i 16 mila dollari che gli offre Lester (262).
4. BILLY VORAKERS — 24 anni, fratello di Liz, “quel tuo dannato fratello è matto” (Paul, 20), fa qualche lavoretto saltuario, affitta a terzi l’appartamento californiano della sua ragazza Sheila (186), tenta di convincere la sorella a andarsene dal marito (99), muore in un aereo abbattuto presso le coste africane (233, 254).
5. LESTER — Ex collega di McCandless, “due occhietti rotondi, duri e tondi e una giacca macchiettata e pantaloni gialli” (69), “sei tu il missionario, sei tu quel ragazzetto magrolino col vestitaccio nero, la cravatta nera e quello straccio di camicia bianca” (138), ha preso gli ordini a 13 anni (140), “quelli del posto lo hanno preso per qualche agente” (250) “il gelido fervore di quegli occhietti duri” (251), arriva a offrire a McCandless 16 mila euro per i documenti sul giacimento che avrebbe scoperto nella Rift Valley in Africa.
Personaggi minori (in ordine alfabetico).
ADOLPH — Esecutore testamentario di Vorakers, amministra un trust in cui è vincolato il residuo dell’eredità di Elizabeth (12), alla fine del romanzo lavora per Paul (258).
CHIGGER — Caposquadra in Vietnam, 19 anni all’epoca (257), Paul lo aveva denunciato per uso di eroina (256), cercò di “sbriciolare” Paul rotolando una bomba a mano sotto la sua branda (228).
CRUIKSHANK — Superiore di Lester a Matidi, “un albero vecchio, contorto e marcito” (252), “il fortunato superstite” (252).
WAYNE FICKERT — Ha nove anni quando annega mentre il reverendo Ude lo battezza nel fiume Pee Dee, Carolina del Sud; Ude vuole intitolargli la sua scuola di studi biblici, che avrebbe dovuto originariamente prendere il nome da suo figlio Bobbie Joe Ude.
BILLYE FICKERT — Madre di Wayne, “tutta vestita di nero come se fosse in lutto, solo che ha uno spacco nella gonna che le arriva fin qui” (192), dovrebbe recitare se stessa in un film ideato da Paul e intitolato “The Wayne Fickert Story”.
EARL FICKERT — Padre di Wayne, ha un deposito di rottami in Mississippi (221), vuole citare Ude per negligenza e omicidio colposo (221), arriva a inseguire Ude con un’ascia.
PEARLY GATES — Canta da baritono al sermone di Ude sulla tomba di Wayne Fickert, veterano con una medaglia al valor militare (62), “questo nero in divisa che saetta qua e là sulla sua sedia a rotelle cantando” (192), tiene lontani gli uomini dello sceriffo con un M16 nel campo di Rinascita cristiana di Smackover.
GRIMES — Padre di Edie, coinvolto nel trust dell’eredità Vorakers, della cui impresa era presidente, amico intimo del senatore Teakell, è nel consiglio della linea aerea con la quale Liz ha avuto il suo incidente, e anche nel consiglio dell’assicurazione che dovrebbe risarcirla.
EDIE GRIMES — “Amica d’infanzia” di Liz (272) “bionda spannocchiata” (49), nel finale ha una relazione con Paul (279)
IRENE — Seconda moglie di McCandless, lo ha lasciato due anni prima dell’inizio della narrazione (75), “carina” (145).
JHEEJHEEBOY — Ex marito indiano di Edie.
KLINGER — Ex superiore di McCandless, è morto assassinato (145).
SHEILA MULLINS — La ragazza di Billy, vorrebbe per lui un servizio funebre buddista.
JACK ORSINI — Neurologo, Vorakers padre aveva messo in piedi per lui una fondazione di 8 milioni di dollari per ricerche scientifiche (222).
Dott. GUSTAV SCHACK — Ha fatto una spirometria a Liz, una visita 260 $, si trova in vacanza a Palm Springs.
SLOTKO — Avvocato di Washington, “contatti ad altissimo livello nei circoli dell’amministrazione” (117), ingaggiato da Paul per lavorare su una stock option della VCR, “è l’ebreo che tengono in vetrina” (224) in un grande e prestigioso studio legale.
M.me SOCRATE — Donna delle pulizie haitiana di Liz, lavorava già per McCandless.
VICTOR SWEET — candidato senatore afroamericano, affascinante secondo Edie Grimes che organizza raccolte fondi per lui (237), Paul dice che ha la fedina penale sporca e prende ordini dal KGB (108), secondo McCandless è “un marshmallow nero pacifista” incastrato dalla polizia del Texas (238).
Senatore TEAKELL — Da 30 anni in Congresso, “il miglior senatore che si possa comprare”, patrocinatore del programma “Nutrire l’Africa” (87), muore nello stesso aereo “abbattuto dai rossi” durante un’indagine conoscitiva nel continente nero (263), Grimes “lo aveva in pugno” (252), la sua famiglia possiede “i brevetti sugli ibridi del grano” (253).
CETTIE TEAKELL — Figlia del senatore Teakell, amica d’infanzia di Liz, ha un incidente stradale; Paul spende per lei 260 $ di fiori per favorire un incontro del senatore con il reverendo Ude nell’ospedale in cui è ricoverata (110).
ELTON UDE — Predicatore evangelico del Sud, cliente di Paul, fonda una scuola di studi biblici in Carolina del Sud, ricorda a Liz uno smergo minore (62), “alto un metro è venti” (61), “dinamico leader della Rinascita cristiana per il popolo americano” (88), inviato da Paul a visitare Cettie Teakell in ospedale per impressionare suo padre, “razzista sfegatato” (192), “è un pastore per corrispondenza di Modesto, in California” (222), “quell’odioso reverendo” (247), vuole creare una missione “nell’Africa più nera per lavarli nel sangue di Gesù” (192) proprio sul luogo dove McCandless ha scoperto un giacimento; nel finale viene ferito con un’arma da fuoco (“predicatore delle bustarelle preso a colpi di pistola”, 276).
F.R. VORAKERS — Padre di Liz e Billy, proprietario della VCR (Vorakers Consolidated Reserve), “consigliere di presidenti, maestro di strategia aziendale, maestro di questo remoto impero minerario, maestro dei miei coglioni” (Billy, 101), otto o nove anni prima dell’inizio della narrazione si è suicidato sparandosi (250): Liz dice a McCandless che è stato buttato giù da un treno (165), ma forse è solo un sogno.