di Alessandra Daniele
– Dov’è il mio articolo? – Protesta l’editorialista al telefono. Il direttore risponde con la voce impastata dal sonno.
– Abbiamo dovuto buttare giù tutta la prima pagina.
– Perché?
– Ma non hai sentito niente? Non è stato un attentato islamico.
– Cosa?
– No-Islam – scandisce il direttore.
– Non è possibile! – Dice l’editorialista, in tono querulo.
Il direttore sbuffa.
– Hanno preso l’attentatore. È un fascistone biondo – sbadiglia – un fanatico…
– Musulmano?
– No, cristiano.
– E solo per questo tu hai tolto il mio editoriale?
Il direttore guarda il cellulare.
– Pronto? Hai sentito che ho detto? Hanno preso il terminator, è un na-zis-ta – scandisce – i musulmani li odia, ne scriveva… beh, più o meno quello che ne scrivi tu.
– Sei un coglione! – Strilla l’editorialista – Da quando in qua il nostro giornale accetta la versione ufficiale confezionata dalla propaganda comunista? Noi difendiamo le nostre opinioni senza lasciarci fuorviare dai fatti! Dovevamo continuare a sostenere la pista islamica, a dispetto della disinformazione comunista, e il mio pezzo sarebbe stato perfetto per lo scopo!
Il direttore riflette qualche secondo.
– Hai ragione, domani correggiamo il tiro – sbadiglia – un modo di dare la colpa ai musulmani si trova sempre.
– E cosa fai adesso?
– Torno a dormire. Sono le due del mattino.
– No, sono le due del pomeriggio, le quattordici. Le due del mattino sono quelle dopo la mezzanotte, coglione.
– Che c’entra, quelle sono le due di notte.
– Insomma, cosa fai del mio editoriale?
– Non lo so… cosa dovrei farne?
– Tu niente. Ci penso io. Tolgo tutti i riferimenti espliciti ai fatti di ieri, e lo conservo per la prossima volta.
Il direttore annuisce.
– Buona idea. Conserviamo tutta la prima pagina. E speriamo che torni utile al più presto.
Spegne il cellulare. Si riaddormenta.