[Se n’è andato Carlos Trillo, figura di spicco delle historietas argentine. Tra i fumetti da lui sceneggiati Argentinazo aveva di recente segnalato L’eredità del colonnello, pubblicato in Italia dalla Coniglio Editore. Per ricordarlo, proponiamo due contributi prelevati da Radar, supplemento culturale del quotidiano argentino Pagina/12: un ricordo dello scrittore Guillermo Saccomanno e una nota biografica redazionale. Cogliamo l’occasione per linkare alcuni luoghi che gli appassionati della letteratura e delle vicende politiche e culturali del paese australe non possono non frequentare: la Rassegna Argentina del giornalista Luca Gricinella; il blog Sur, costola del nuovo progetto editoriale Sur, curato dal traduttore Raul Schenardi; infine la voce degli emigrati in Argentina d’ultima generazione, L’Argentina] Alberto Prunetti
Trillo
di Guillermo Saccomanno
Potrei unire i nostri nomi con un mucchio di aneddoti personali. Perché siamo stati per anni una firma comune nel mondo del fumetto. Le avventure editoriali che affrontammo in tempi avversi erano audaci quanto incoscienti: ridevamo della dittatura.
Ridevamo di paura. E dopo ogni spavento ci riprovavamo. Per vedere quanto si poteva tirare la corda. Non a caso il nome di Carlos veniva prima del mio. Era mio fratello maggiore. E la sua importanza nella mia formazione intellettuale è stata, è e sarà un modo per comprendere e raccontare la vita. Un’eredità che discende da Oesterheld. Assieme abbiamo curato l’ultimo reportage su Oesterheld, l’autore dell’Eternauta, prima che la dittatura militare lo facesse scomparire. Impossibile non ricordare la paura. Nei nostri articoli abbiamo continuato a parlare di Oesterheld. Sono convinto che nessuno più di Carlos abbia proseguito il suo cammino e applicato la sua lezione. Ha coltivato la solidarietà dei lettori con storie di finzioni tanto diverse. Nessun tema gli era estraneo. E il suo talento non consisteva solo nella scrittura ma anche nella maniera di intendere la produzione intellettuale. Per questo lottò perché fossero gli autori i depositari dei propri diritti e non gli editori o gli agenti. La morte di Carlos, oltre a un lutto personale, rappresenta la perdita di una figura creativa di grande peso nel campo popolare e, di conseguenza, di scarsa visibilità nell’intellighenzia. Almeno tre generazioni di disegnatori hanno illustrato le sue sceneggiature. Almeno tre generazioni di lettori si sono formate leggendo i suoi lavori. Non è cosa da poco, in un paese abbattuto. Mentre metaforizzava la realtà, mentre impiantava delle allegorie, Trillo era uno scrittore rigoroso. Esigente. Lo provano la serietà con cui ogni giorno faceva il suo mestiere e la capacità trasformatrice che concesse alla narrazione di avventure.
Da Pagina/12 del 9 maggio 2011
Trillo aveva 68 anni e si trovava a Londra in viaggio con sua moglie, la scrittrice Ema Wolf. Nato il primo maggio del 1943, Trillo ha cominciato la propria carriera professionale nel 1963. Un anno dopo divenne collaboratore della rivista settimanale Patoruzú, fino al 1968. Per le edizioni García Ferré scrisse alcuni episodi dei personaggi di “La Familia Panconara”, “Topo Gigio”, “El hada Patricia”. Collaborò col programma televisivo “El Club de Hijitus” oltre a realizzare lavori come speaker radiofonico.
La meta successiva è stata Satiricón, nel 1972, quando già incominciava a frequentare disegnatori come Oswal, Horacio Altuna e Lito Fernández. Nel 1975 passò alla rivista Mengano, dove collaborò a partire dal primo numero con Altuna e realizzò “Un tal Daneri” assieme a Alberto Breccia. Col figlio di Alberto, Enrique Breccia, cominciò a essere noto sul mercato internazionale con “Alvar Mayor”, pubblicata integralmente dalla rivista Skorpio in Argentina, Italia, Spagna e Francia.
Assieme a Altuna fu il creatore della popolare striscia comica del “Loco Chávez”, un giornalista che racconta in maniera particolare gli alti-e-bassi socio-economici dell’Argentina. La striscia fu pubblicata ogni giorno dal Clarín tra il 26 luglio 1975 e il 10 novembre 1987.
Altra storia famosa di Trillo è stata “Las puertitas del Sr. López”, che narra le vicende di un impiegato codardo e sottomesso che oltrepassando la porta del bagno entra in mondi immaginari. La pubblicazione apparve la prima volta nella rivista di racconti di fantascienza “El Péndulo” nell’ottobre del 1979 e in seguito, a partire dal 1980, nella rivista Humor. Il fumetto, realizzato durante la dittatura militare, conobbe un successo tale da essere trasportato nel cinema nel 1988.
Nel 1982 Trillo pubblica “El ultimo recreo” sulla rivista spagnola 1984. La serie apparve in Argentina per tre numeri in Superhumor e poi continuò su Fierro.
Il “Negro blanco”, prodotto assieme al disegnatore Ernesto Garcia Seijas ha rappresentato il seguito del “Loco Chávez” sulle pagine del Clarín fino a settembre 1987. Dal 28 aprile 2002 lo sceneggiatore pubblicò sullo stesso giornale “Cazados”, assieme a O’kif. E con Jordi Bernet ha realizzato “Clara de noche” che si pubblica settimanalmente su No, supplemento di Pagina/12.