di Alessandra Daniele
La ragazza sale freneticamente le scale.
L’uomo la insegue, armato d’ascia.
La ragazza arriva all’ultimo piano. Si guarda intorno. Non c’è più via di fuga. Si scaglia contro la porta chiusa dell’appartamento.
– Aiuto! – Urla, scuotendola di pugni – Presto, aprite, fatemi entrare! C’è un pazzo che vuole ammazzarmi!
Un gradino dopo l’altro, l’uomo con l’ascia si avvicina.
La ragazza pesta più forte i pugni sulla porta, la prende a calci
– Aiuto!
La porta si apre. La ragazza si precipita dentro, e se la richiude alle spalle. L’inquilino, molto anziano e completamente calvo, la guarda con disapprovazione.
– Credo che dovreste abbassare i toni.
– Chi?…
– Entrambi.
La ragazza si guarda istintivamente alle spalle
– Entrambi chi?
– Lei e il suo avversario.
– Non è il mio avversario, è un assassino psicopatico! – Grida la ragazza.
L’uomo anziano scuote lentamente la testa.
– La criminalizzazione dell’avversario impedisce il dialogo.
Un colpo d’ascia scuote la porta.
– Bisogna rasserenare il clima.
Un altro colpo d’ascia. La lama sbuca dal legno.
La ragazza spinge via il vecchio, e scappa lungo il corridoio.
Un ultimo colpo d’ascia sfonda il pannello superiore della porta. L’uomo infila il braccio e armeggia col chiavistello. La ragazza torna di corsa, armata d’un coltello da cucina. Colpisce ripetutamente il braccio. L’uomo lo ritira, urlando. La ragazza scuote il vecchio per le spalle.
– Aiutami a barricare la porta!
– Questo non risolverà i veri problemi del paese.
L’uomo con l’ascia prende a calci la porta, ringhiando
– Apri, puttana!
Il vecchio sblocca il chiavistello.
La ragazza urla
– Che cazzo fai?
– Io sono super partes.
La porta si spalanca. L’uomo irrompe, solleva l’ascia a due mani, e con un violento fendente decapita il vecchio. Il sangue schizza dalle arterie tranciate. L’ascia si pianta di taglio nello stipite. L’uomo si gira, e la strattona per estrarla.
La ragazza gli affonda il coltello nella schiena. Poi scappa fuori, verso le scale.
L’uomo crolla sul pavimento, accanto al cadavere del vecchio. Si contorce e annaspa, cercando di estrarsi il coltello. Urta la testa mozzata, che rotola in un angolo. Il volto esangue del vecchio è bloccato in un’espressione di costernato stupore.