Appaiono soddisfatte ma livide e tremule le voci di regime (questo inestricabile labirinto fatto di palta immorale, sfruttamento sfrontato, mignotteria da basso impero, dossier finti o veri o presunti, decisioni politiche tra l’autoritario e il comico, ologrammi che reputano di essere reali, condizionamenti fisici e mentali): il consenso all’accordo per la newco Fiat a Mirafiori (un trucco fiscale che andrebbe punito dallo Stato) è certificato al 54%. Però vanno osservati i volti, queste grottesche maschere che recitano con un’unica voce: il pallore sbalorditivo di Sergio Marchionne, esaltato dall’untuosità della capigliatura, lo sguardo sotto flash di Maurizio Sacconi mentre cerca di sostenere che adesso devono mutare le relazioni industriali in Italia, i sindacalisti del SI’ davanti a un 46% di NO che li sconfessa. Certo: sono i prodromi di una nuova stagione, per l’Italia. Nasce oggi nuovamente il movimento dei lavoratori. Se saprà farsi tale, bisognerà vedere: si nasce e si può morire da piccoli. Però è inequivocabile il segnale che giunge da Torino – esistono lavoratori che hanno consapevolezza e si pongono all’avanguardia, molto più del loro ceto dirigente o della comica risma di ex borghesi in piena allucinazione gerarchica (l’espressione è di Wu Ming 1) solo perché indossano colletti bianchi.
La migliore sintesi di quanto accaduto viene dal blog di Militant: Hic sunt leones – Gli operai hanno votato NO. Su questo non esistono dubbi e il dato, come accade sempre in momenti nodali è sia emblematico sia intensamente realistico. Si sta dicendo che la maggior parte degli operai di Mirafiori ha rigettato un accordo e se ne è fottuta bellamente della cosiddetta pistola alla tempia, a cui li ha costretti un referendum due volte illegale: illegale perché non è possibile votare sotto condizionamento; illegale perché il suo risultato è determinato dalla partecipazione al voto di una componente che non c’entra nulla con le pesantissime proposte di modifica contrattuale.
Dividere i lavoratori e metterli gli uni contro gli altri è una assai antica tattica padronale, non soltanto capitalista. Degni eredi dei colletti bianchi che inscenarono quella vergogna che fu la “marcia dei quarantamila” (la descrizione di quel tristo momento nelle parole dello storico Marco Revelli è riportata nei commenti al post che Giap dedica alla questione), i lavoratori “di concetto” hanno presunto, una volta di più, di essere qualcosa di socialmente diverso (e superiore) della classe operaia (espressione che oggi sono più convinto che mai debba essere utilizzata). Talmente poco preveggenti, da non comprendere che essi pure ormai sono socialmente classe operaia. Hanno le traveggole, ritengono che la distanza dalla catena di montaggio sia proporzionale al prestigio sociale di cui godrebbero. E tuttavia il mischione di consumi tipici della trapassata borghesia e le condizioni del lumpen hanno creato, secondo le devastanti interpretazioni antimoderne che manager alla Marchionne lanciano sulla pratica della globalizzazione, un’unica classe impoverita di risorse e di diritti. Però non è con questa argomentazione che si va lontano, poiché a sostenerla per oltranza si andrebbe a reificare il conflitto tra lavoratori.
La verità è che la politica (la supposta tale, e ognuno dia al termine il senso che vuole, sostantivo o aggettivo) ha abbandonato quasi seimila famiglie, costringendo persone in scacco a scegliere tra un imminente dramma individuale e un futuro (ma altrettanto concreto) dramma collettivo. Pochissime le voci di politici che si sono fatte sentire per disinnescare questa trappola criminale. Assenti, tutti, anzi: schierati contro i lavoratori che tentavano di resistere a un pervicace assedio ai loro diritti, che non sono storici, bensì conquistati e civili, il che è altro. Tutti a berciare contro un inesistente conservatorismo del fronte del NO, anziché appoggiare la lotta a quello che non è per nulla un ammodernamento delle relazioni di lavoro, bensì una semplice erosione dei diritti dei lavoratori in nome di un cristallino odio di classe, poiché Fiat è in sovrapproduzione e l’aumento della produttività è una pura scusa. La vergogna italiana, l’avanguardia italiana del mondo – che va a fare stare male operai brasiliani, grottescamente impiegati per tenere aperte le fabbriche 24/7.
L’epoca che sembrerebbe inaugurare il caso Fiat è ben diversa da quella che immagina Marchione e che, a giusta ragione, Confindustria prevedeva di dovere affrontare. Senza uno schiacciante consenso dei lavoratori, oramai inebetiti da anni di condizionamento sulla “necessità di essere competitivi”; senza una entusiastica adesione da parte di chi sarebbe stato costretto a fingere gioiosa foga, avendo la prospettiva della finestra da saltare – senza queste condizioni, il pericolo serissimo in cui Marchionne ha trascinato l’intero comparto industriale italiano è: dal sopore della classe lavoratrice può nascere un dissidio sociale severissimo. Il prossimo settembre scade il contratto dei metalmeccanici statunitensi. Al salone di Detroit Mark Reuss, capo di Gm Nordamerica, e Alan Mulally, presidente della Ford, hanno avanzato l’idea di legare aumenti salariali a miglioramenti produttivi. “Tutti dovrebbero condividere profitti”, ha aggiunto Mulally, mentre Bob King, leader del sindacato dell’auto Uaw, ha parlato di un “mucchio di cose da discutere” e sottolineato i “tremendi sacrifici” affrontati in questi anni dai lavoratori. A Detroit solo Sergio Marchionne, in qualità di boss di Chrysler, ha taciuto sull’argomento. Ed è meglio che taccia: in America del Nord, le cose stanno molto diversamente da come si è cercato di farle passare in Italia, per esempio riportando elogi dello stesso King a Marchionne, non sottolineando che King è il datore di lavoro di Marchionne stesso, visto che i lavoratori Chrysler detengono la maggioranza del marchio.
Se parte dall’Italia e ha eco negli Stati Uniti, la presa di coscienza della classe lavoratrice può condurre a risultati inattesi ad altezza dell’opinione pubblica nostrana.
E in ogni caso io non desidererei ora trovarmi nel golfino di pessimo gusto di Sergio Marchionne (anche non ora, sia chiaro): l’affaire Mirafiori è agli esordi e rischia di deflagrare in un incendio sociale.
Articoli recenti
- Una voce dal Nord Est siriano. La Internationalist Commune of Rojava 22 Dicembre 2024
- Fabula prima 20 Dicembre 2024
- Processi di ibridazione. David Cronenberg: Interviews 19 Dicembre 2024
- La rivoluzione come una bella avventura / 3: Ragazze selvagge 18 Dicembre 2024
- Il mito e il cielo 17 Dicembre 2024
- Il Pelé, le osterie e la vecchia Milano 16 Dicembre 2024
- Letture per sistemarvi per le feste 15 Dicembre 2024
- La coscienza di Gustav (appunti meyrinkiani) 5 14 Dicembre 2024
- La degna paga del compagno «Ferrara» 14 Dicembre 2024
- L’esperienza del rock Vasco Rossi di Enrico Minardi 12 Dicembre 2024
- Africa nera, rossa e “bianca” 11 Dicembre 2024
- Nel tempo del sogno (e della libertà) 10 Dicembre 2024
- L’arco dell’impero 9 Dicembre 2024
- USA: dissenso pseudo-conservatore e mito dell’allegro possidente terriero 8 Dicembre 2024
- Pareschi, Munch e le delizie crudeli della sospensione 7 Dicembre 2024
- Quando la Terra diventò piatta 6 Dicembre 2024
- Per un pugno di terra slava di Paolo Petricig 5 Dicembre 2024
- La rivoluzione come una bella avventura / 2: Caraibi e Americhe 1789 -1800 4 Dicembre 2024
- Il concilio di Nicea 4 Dicembre 2024
- Sulle rotte carovaniere dell’Astigianistan: ricordo di Davide Mana 2 Dicembre 2024
- In rifle we trust. Individualismo, violenza ed armi nella storia statunitense 1 Dicembre 2024
- Citadel Diana, Inganno, Lisa Poët e una Mindfull story 30 Novembre 2024
- Condannato dai cieli io m’addormento su questa terra maledetta 29 Novembre 2024
- Gli uomini pesce, la resistenza quotidiana e una speranza che non finisce 28 Novembre 2024
- L’Occidente dal trionfo alla cannibalizzazione 27 Novembre 2024
Chi siamo
1) Carmilla è un blog dedicato alla letteratura di genere, alla critica dell'immaginario dominante e alla riflessione culturale, artistica, politica, sociologica e filosofica, riassumibile nella dicitura: “letteratura, immaginario e cultura d'opposizione”.
E' esente da qualsiasi tipo di attività a scopo di lucro ed è priva di inserti pubblicitari o commerciali. Inoltre non è oggetto di domande di provvidenze, contributi o agevolazioni pubbliche che conseguano qualsiasi ricavo e si basa sull'attività volontaria e gratuita di redattori e collaboratori.2) Carmilla non si articola in piani editoriali ed è esclusivamente on line. La pubblicazione di contributi su temi d'attualità è esclusivamente funzionale ad affrontare i temi sopra elencati.
3) Pertanto, in riferimento ai punti 1) e 2) Carmilla non è soggetta alla registrazione presso il Tribunale, ossia alla Legge 1948 N. 47, richiamata dalla Legge 62/2001, nonché l’Art. 3-Bis del Decreto Legge 103/2012, _N. 4_16 e successive modifiche, l’Articolo 16 della Legge 7 Marzo 2001, N. 62 e ad essa non si applicano le disposizioni di cui alla delibera dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni N. 666/08/CONS del 26 Novembre 2008, e successive modifiche.
4) Carmilla è composta da editor chi si autogestiscono con senso di responsabilità nei riguardi del collettivo redazionale e del Direttore Responsabile. I contributi pubblicati non corrispondono
necessariamente e automaticamente alle opinioni dell'intera Redazione o del Direttore Responsabile. Questo aspetto va tenuto presente per quanto riguarda ogni tipo di azione o richiesta, in un'ottica di composizione di eventuali contenziosi, contattando la Redazione tramite l'e-mail sotto indicata.5) L’indirizzo e-mail ha una funzione esclusivamente tecnica, di interfaccia con quanti intendano comunicare osservazioni relativamente al materiale già pubblicato (titolarità delle immagini, dei contributi e correttezza dei medesimi), motivo per cui non si risponderà' a chi lo userà per inviare contributi da pubblicare o a qualsiasi tipo di richiesta di carattere editoriale, commento o discussione. Esso è: carmillaonline_legal chiocciola libero.it
6) La pubblicazione online, cartacea, multimediale o in qualsiasi altro format dei contributi già pubblicati su Carmilla, è consentita solo citando la fonte egli autori dei contributi menzionati.
Direttore Responsabile: PETER FREEMAN
Archivi
- dicembre 2024
- novembre 2024
- ottobre 2024
- settembre 2024
- agosto 2024
- luglio 2024
- giugno 2024
- maggio 2024
- aprile 2024
- marzo 2024
- febbraio 2024
- gennaio 2024
- dicembre 2023
- novembre 2023
- ottobre 2023
- settembre 2023
- agosto 2023
- luglio 2023
- giugno 2023
- maggio 2023
- aprile 2023
- marzo 2023
- febbraio 2023
- gennaio 2023
- dicembre 2022
- novembre 2022
- ottobre 2022
- settembre 2022
- agosto 2022
- luglio 2022
- giugno 2022
- maggio 2022
- aprile 2022
- marzo 2022
- febbraio 2022
- gennaio 2022
- dicembre 2021
- novembre 2021
- ottobre 2021
- settembre 2021
- agosto 2021
- luglio 2021
- giugno 2021
- maggio 2021
- aprile 2021
- marzo 2021
- febbraio 2021
- gennaio 2021
- dicembre 2020
- novembre 2020
- ottobre 2020
- settembre 2020
- agosto 2020
- luglio 2020
- giugno 2020
- maggio 2020
- aprile 2020
- marzo 2020
- febbraio 2020
- gennaio 2020
- dicembre 2019
- novembre 2019
- ottobre 2019
- settembre 2019
- agosto 2019
- luglio 2019
- giugno 2019
- maggio 2019
- aprile 2019
- marzo 2019
- febbraio 2019
- gennaio 2019
- dicembre 2018
- novembre 2018
- ottobre 2018
- settembre 2018
- agosto 2018
- luglio 2018
- giugno 2018
- maggio 2018
- aprile 2018
- marzo 2018
- febbraio 2018
- gennaio 2018
- dicembre 2017
- novembre 2017
- ottobre 2017
- settembre 2017
- agosto 2017
- luglio 2017
- giugno 2017
- maggio 2017
- aprile 2017
- marzo 2017
- febbraio 2017
- gennaio 2017
- dicembre 2016
- novembre 2016
- ottobre 2016
- settembre 2016
- agosto 2016
- luglio 2016
- giugno 2016
- maggio 2016
- aprile 2016
- marzo 2016
- febbraio 2016
- gennaio 2016
- dicembre 2015
- novembre 2015
- ottobre 2015
- settembre 2015
- agosto 2015
- luglio 2015
- giugno 2015
- maggio 2015
- aprile 2015
- marzo 2015
- febbraio 2015
- gennaio 2015
- dicembre 2014
- novembre 2014
- ottobre 2014
- settembre 2014
- agosto 2014
- luglio 2014
- giugno 2014
- maggio 2014
- aprile 2014
- marzo 2014
- febbraio 2014
- gennaio 2014
- dicembre 2013
- novembre 2013
- ottobre 2013
- settembre 2013
- agosto 2013
- luglio 2013
- giugno 2013
- maggio 2013
- aprile 2013
- marzo 2013
- febbraio 2013
- gennaio 2013
- dicembre 2012
- novembre 2012
- ottobre 2012
- settembre 2012
- agosto 2012
- luglio 2012
- giugno 2012
- maggio 2012
- aprile 2012
- marzo 2012
- febbraio 2012
- gennaio 2012
- dicembre 2011
- novembre 2011
- ottobre 2011
- settembre 2011
- agosto 2011
- luglio 2011
- giugno 2011
- maggio 2011
- aprile 2011
- marzo 2011
- febbraio 2011
- gennaio 2011
- dicembre 2010
- novembre 2010
- ottobre 2010
- settembre 2010
- agosto 2010
- luglio 2010
- giugno 2010
- maggio 2010
- aprile 2010
- marzo 2010
- febbraio 2010
- gennaio 2010
- dicembre 2009
- novembre 2009
- ottobre 2009
- settembre 2009
- agosto 2009
- luglio 2009
- giugno 2009
- maggio 2009
- aprile 2009
- marzo 2009
- febbraio 2009
- gennaio 2009
- dicembre 2008
- novembre 2008
- ottobre 2008
- settembre 2008
- agosto 2008
- luglio 2008
- giugno 2008
- maggio 2008
- aprile 2008
- marzo 2008
- febbraio 2008
- gennaio 2008
- dicembre 2007
- novembre 2007
- ottobre 2007
- settembre 2007
- agosto 2007
- luglio 2007
- giugno 2007
- maggio 2007
- aprile 2007
- marzo 2007
- febbraio 2007
- gennaio 2007
- dicembre 2006
- novembre 2006
- ottobre 2006
- settembre 2006
- agosto 2006
- luglio 2006
- giugno 2006
- maggio 2006
- aprile 2006
- marzo 2006
- febbraio 2006
- gennaio 2006
- dicembre 2005
- novembre 2005
- ottobre 2005
- settembre 2005
- agosto 2005
- luglio 2005
- giugno 2005
- maggio 2005
- aprile 2005
- marzo 2005
- febbraio 2005
- gennaio 2005
- dicembre 2004
- novembre 2004
- ottobre 2004
- settembre 2004
- agosto 2004
- luglio 2004
- giugno 2004
- maggio 2004
- aprile 2004
- marzo 2004
- febbraio 2004
- gennaio 2004
- dicembre 2003
- novembre 2003
- ottobre 2003
- settembre 2003
- agosto 2003
- luglio 2003
- giugno 2003
- maggio 2003
- aprile 2003
- marzo 2003
- febbraio 2003
- gennaio 2003