di Luisa Catanese
Il tuo corpo era in una stanza buia. La riunione si è svolta nel tuo condominio mentale. L’ordine del giorno era confuso dal sonno: cambiare la vita o trasformare il mondo? In silenzio sono intervenuti i portavoce di alcune associazioni neuronali. Ogni associazione, segregata dal mondo, con un crepitìo ha preso la parola e con un altro crepitìo si è disgregata. Nella clausura della tua calotta cranica si sono create nuove associazioni. Chi ha parlato riposerà in te, senza un nome, ammutolito come una lapide, finché non avrà una voce viva e un corpo.
«Certe canzoni curano malattie che non hai».
«Certa musica leggera è ineluttabile come la minestra di verdura la domenica sera. Ti convince che domani sarà un lunedì eterno di lavoro inutile».
«Il lavoratore precario ha un permesso di soggiorno nella democrazia».
«Se si lavorasse gratis, non ci sarebbero disoccupati».
«Lo Sviluppo è un incremento statistico per chi non sa leggere le statistiche, un aumento quantitativo che si converte in qualità, ora peggiore ora migliore, a favore di chi non sa più cosa sia la qualità».
«Chi cresce male sfoggia un fuoristrada sulle strisce pedonali».
«Di te resterà la cicca spenta che hai lasciato tra le felci del bosco».
«Chi non sa obbedire non sa neanche disobbedire».
«La tua coscienza ha la forma della galera di altri corpi».
La voce di un antenato li ha interrotti: «Non credere che i brevi scatti di umore, i veloci epigrammi, se letti in fila, aprano un mondo».
All’alba il tuo corpo è uscito di casa per andare al lavoro. La riunione si è sciolta. Si è aggiornata in attesa di una lotta comune che trasformi il mondo per cambiare la vita, anche la tua.