di Paola De Luca
Egregio signor Marchionne,
il suo invito machiavellico agli operai Fiat è bellissimo. Secondo lei, essi devono comportarsi come uomini e donne “di virtù”.
Il cuore batte a tale evocazione.
La virtù da lei attribuita al grande statista fiorentino consiste quindi nello svegliarsi alle quattro di mattina per il primo turno (se si abita vicino allo stabilimento, sennò alle tre, e allora diventa addirittura virtuosismo!), nel fare le otto ore a capo chino, nel mai scioperare, mai essere malati e nel vivere nella fede speranza e carità che il loro incarico non sia delocalizzato, ciò’ che Lei, grande e giusto com’è, minaccia a ogni piè sospinto per ricordare all’operaio, notoriamente un po’ distratto, che l’interesse degli azionisti è Uno e Santo.
Il proprio, di interesse, questi uomini e donne di buona volontà lo devono dimenticare, ad maiorem dei gloriam.
Se poi la magistratura impone all’Azienda il reintegro di odiosi personaggi licenziati perché esercitavano l’obsoleto diritto di sciopero, lei, egregio Amministratore Delegato, giustamente si mette in resistenza, aiutato da associazioni caritatevoli anticamente chiamate sindacati, che mettono in guardia contro le provocazioni e invitano gli operai ad accettare il loro destino e a ringraziare dio e Fiat di avere un posto di lavoro, per precario che sia, in questo mondo spietato.
Inizio 2010, dopo un esercizio annuale buonissimo (la crisi mondiale aveva infatti reso molto più appetibili le cilindrate italiche e l’accordo con Chrysler era concluso…), Lei metteva in cassa integrazione migliaia di persone, sempre in nome dei Santi Azionisti, perché, spiegò, gli ordini per il 2010 non erano sufficienti, né potevano palliare i fondi che lo Stato ha versato come sempre alla sua azienda, finanziata dall’erario italiano da quando essa è nata, con l’accordo entusiastico dei partiti della sinistra.
Non ci si può dimenticare l’organizzazione delle marce dei capetti, il referendum sulla scala mobile, né il pianto accorato alla morte dell’Avvocato, padre della patria, con celebrazioni senza fine del dandy che aveva trasformato un’industria automobilistica in finanziaria familiare.
L’idea di ridare lustro al lavoro metalmeccanico e manufatturiero aumentando subito gli stipendi e offrendo dignità a questi uomini e donne virtuosi, con proposte industrialemente intelligenti (come fare una buona macchina, per esempio, e non le schifezze che l’azienda produce da decenni, mettendo sul mercato prodotti vergognosi, carichi di gadget inutili e onerati da pubblicità insensate ; o di studiare seriamente e fabbricare prototipi meno dannosi per l’ambiente), quest’idea, dicevo, non inquina né la sua mente né quella dei politici o dei sindacati italiani che si sciacquano la bocca con parole come “riorganizzazione industriale” e “mercato globale” ed evitano accuratamente ogni pensiero originale.
Lei ha letto Machiavelli in funzione antisciopero, Signor Marchionne. Citazione per citazione, preferisco questa :
” Non è il tempo che si conzuma nel confronto cosa da deprecare. L’errore che non truoverà mai rimedio è quello del resolvere ogni decisione per applaudimento. … Trista gente è quella di un popolo che segue lo sbatter di bandere e stendardi piuttosto che le idee ben mastecate.”
(da Scritti di governo)
Paola De Luca
25 agosto 2010