di Alessandra Daniele
– Lo so che la mia opinione è impopolare, ma io sono contrario al totale sterminio della razza umana.
– Perché?
– Non ne vedo la necessità, non hanno ancora nemmeno lasciato il loro pianeta.
– Tanto per cominciare ne abbiamo già trovato uno fuori dall’orbita, e tu sai che dove ce n’è uno… – la voce s’interruppe in una pausa eloquente. Poi aggiunse – E’ meglio eliminarli adesso che sono ancora nella loro tana, anziché aspettare di vederli saltare fuori da tutte le parti.
– Senti, anche a me fanno schifo, non sono di quelli che li collezionano. Dico solo che anche loro hanno un ruolo nell’ecosistema.
– Quello di parassiti.
– E cosa proponi? Il terricida è tossico, appesteremmo tutto il pianeta.
– Pazienza, tanto ormai lo hanno già avvelenato loro comunque.
– Potremmo prima tentare altri metodi.
La voce lo interruppe bruscamente.
– Lo abbiamo già fatto, sono inutili. Con le trappole se ne acchiappa uno ogni tanto, che poi il più delle volte scappa, e torna nella tana. Far scorrere l’acqua non li annega mai tutti, ce n’è sempre qualcuno che si salva, e ricomincia a riprodursi peggio di prima. Il freddo glaciale l’hanno sopportato, il caldo torrido non li smuove, ed è inutile aspettare sperando che gli finisca il cibo, perché sono capaci anche di mangiarsi fra loro. Non c’è altro da fare – concluse la voce – ci vuole il terricida.
Seguì un breve silenzio.
– E come proponi di rilasciarlo nella loro atmosfera?
– Mescolato alle ceneri di una massiccia eruzione vulcanica, così la nube non li insospettirà. E ammazzerà per primi quelli volanti, che sono i più schifosi.
– Qualcuno di loro capirà, e darà l’allarme.
– No, sono troppo impegnati a mangiarsi fra loro.
– Questo è vero.
Ancora un breve silenzio.
– Procedi – concluse la voce.
Il pilota annuì. Chiuse il collegamento con la base, e virò verso l’Islanda.