di Danilo Arona
Tony Sardi è uno dei miei lettori più attenti. Di quelli che ringrazio in silenzio a ogni puntata per esistere e per navigare, forse, nella Luce Oscura. Con lui tutti quelli che spesso cito direttamente e che collaborano, magari senza averne avuto l’intenzione, a questa rubrica.
Tony mi scrive:
“Traggo spunto da alcuni interventi tuoi su Carmilla, legati dal concetto che eventi tra loro distanti geograficamente e, a volte, strutturalmente, siano legati tra loro, e inseriti in uno schema che tocca entità spirituali o comunque non materiali. L’idea mi è venuta osservando la prima foto scattata al premier Berlusconi dopo il maldestro attentato di cui era stato fatto segno in piazza Duomo.
Dopo un primo sguardo distratto ho messo a fuoco, e mi sono reso conto della peculiarità di questa immagine. il viso, in parte incerottato, colto attraverso i vetri della macchina, con una fissità innaturale… una mummia, uscita da un film horror; una immagine ectoplasmatica, che buca l’obbiettivo e ispira inquietudine. Ho cominciato a pensare alla coincidenza delle due aggressioni al Papa, e a Berlusconi, entrambi aggrediti da folli nello stesso periodo di tempo, con il Papa uscito meglio a motivo delle sue indubbie protezioni di natura negromantica (cfr. tutti i simbolismi occulti di radice Caldea presenti nei suoi paramenti). Quale situazione che portava tutti gli squilibrati ad agitarsi fino al parossismo mi hanno fatto venire in mente gli eventi di cui sopra? Quella descritta in un passaggio di Dracula di Bram Stoker, quando per l’avvento del principe delle tenebre transilvano, tutti i matti ricoverati nei manicomi cittadini vengono presi da una agitazione incontenibile. Siamo forse alla vigilia di un avvento di tale natura? Potrebbe essere qualche cosa che ritroviamo preannunciato in qualche libro sacro? Sarebbe interessante se ci fossero altri episodi da mettere in relazione con tutto ciò.”
L’implicito suggerimento è notevole. A livello letterario, oltre a Stoker, non ci si può dimenticare di Lovecraft, un altro grande iniziato che sulla carta ci ha fatto dono delle sue intuizioni extradimensionali. L’avvento di Cthulhu e degli esseri oltre la Soglia è spesso annunciato nei suoi racconti da planetarie esplosioni di follia, individuale e collettiva, che “annunciano qualcosa in procinto di accadere”: grandiosi eventi di mostruosa empietà, un futuro spaventoso che si prepara per il mondo, suicidi e omicidi collettivi, una sensazione diffusa di Apocalisse incombente. Idee che circolavano nella mente dell’uomo di Providence a partire più o meno da metà degli anni Venti del secolo scorso. Le analogie tra quel periodo e il nostro attuale sarebbero più di una (bolla economica e crisi del ’29…), ma glissiamo.
Però è indubbio che, approfittando del sassolino lanciato da Tony Sardi nello stagno, gli episodi “inseribili in uno schema” sembrerebbero proprio mancare. Nel giro di un mese o poco più, prendendo come data spartiacque quella dell’aggressione a Berlusconi (il 16 dicembre), il repertorio varia dai disordini di Rosarno al solito nonché tragico elenco di stragi in famiglia, dall’omicidio plurimo registrato in Virginia a varie tragedie altrimenti dette “della follia” accadute in Europa un po’ ovunque a macchia di leopardo, e termina con l’ingegnere che a Roma ferisce otto persone in una caserma di vigili del fuoco in buona compagnia dell’ex autista di Montecatini che uccide una dipendente del comune e poi si spara. Si obietterà con razionale e condivisibile prudenza che questa è la “normale” cronaca nera di sempre e che i tentativi di ricavarne una lettura unitaria sono puerili tentativi da ricacciare nell’angolo ludico della fiction. Sottoscriverei, ma Tony non è l’unico che mi fa dono di spunti interessanti. Ecco, niente affatto distante, il pensiero di Lorenzo K., probabile pseudonimo, che mi scrive:
“Da un mese e mezzo a questa parte pare che il pianeta tutto sia sottoposto a un intensissimo programma di vibrazioni magnetiche di altissimo livello. Esistono varie teorie al riguardo. Qualcuna, a cavallo tra fantascienza e New Age, dice che chi lo sta emettendo intende effettuare una sorta di risveglio planetario globale in vista della grande trasformazione da attuarsi entro il 2012. Ma qui vorrei soprassedere perché in Rete puoi trovare tutte le informazioni necessarie, se ti piacciono gli alieni. Il fatto è che, dopo che ci siamo fatti una risata sui Pleiadiani che vogliono smascherare i Rettiliani al potere, il problema del martellamento globale di onde magnetiche non è affatto risolto. Tu spesso lo sfiori nella tua rubrica ed è strano che non hai mai speso una parola sul Progetto HAARP e sul Progetto Bluebeam. Troppa fantasia e troppo complottismo per un sito così tradizionalmente ‘materialista storico’? Possibile che a te, che pure ne hai scritto nei tuoi romanzi per quanto in chiave fantasiosa, non saltino agli occhi le costanti comuni di tanti strani, a volte sanguinosi, fatti di cronaca? La gente fa cose strambe, come in stato di trance, e ci accontentiamo di dire che è colpa dello stress. La gente sparisce da sotto gli occhi come quel tizio che, durante una gita in montagna, è scomparso davanti alla moglie e ne concludiamo che il tizio aveva l’esaurimento nervoso. La verità è che siamo carne da macello per le manipolazioni di chi sta instaurando il Nuovo Ordine Mondiale. Tu lo intuisci, ma non hai il coraggio di premere l’acceleratore. Svegliati, sta per succedere.”
Relata refero. E ne approfitto per rispondere che non ho mai parlato di HAARP e di Bluebeam perché già mi bastano le tegolate che mi arrivano pur muovendomi su certi terreni con una sana e scettica prudenza (che, per inciso, dovrebbe essere la principale caratteristica del buon ricercatore). Rimando allora a futuri sviluppi i due argomenti citati da Lorenzo K., ma il teorema di Renfield è francamente troppo affascinante per non approfittarne.
Allora comincio a rinfrescare le memorie. Renfield, chi era costui?
Nell’invenzione di Stoker è quel personaggio, rinchiuso in manicomio e paziente del dottor Seward che, come giunge a Londra la famosa nave fantasma con a bordo il conte transilvanico, inizia a dare ancora più di matto, delirando di un fantomatico e oscuro Signore in procinto di estendere il suo cupo dominio. Al cinema Renfield è stato presentato in numerose salse, spesso differenti, non ultima la versione che lo confonde intenzionalmente con il personaggio di Jonathan Harker (come successe nel Dracula del ’31 firmato da Tod Browning), mentre negli sviluppi vampireschi di Laurell K. Hamilton (la saga di Anita Blake) il nome “Renfield” è passato non senza senso a indicare i più generici schiavi del potere ipnotico del vampiro ed esiste addirittura una sorta di patologia vampiresca denominata “sindrome di Renfield”. In realtà l’autentico e originale significato stokeriano, più che indicare un rapporto di “dipendenza” tra un’ipotetica vittima e il suo carnefice, come sovente semplificato dai tanti film, è segno di una “risonanza”, un’empatia vibrazionale che s’inaugura man mano s’insinua l’oscuro nemico nel cuore della capitale. Una risonanza percepita dallo stesso Dracula come uno sgradito segnale di allarme, al punto che il vampiro a un certo punto entra nottetempo nel manicomio e lo uccide per ridurlo al silenzio. Renfield, dunque, percepisce telepaticamente l’arrivo di Dracula e non sbaglia chi lo paragona all’animale che presagisce l’imminenza del terremoto.
Ricordato il dovuto, la domanda è: esistono sul nostro pianeta degli autentici “Renfield” in grado di risuonare — ovvero, di “dare l’allarme” – in concomitanza di “qualcosa che sta per succedere”?
Parrebbe proprio di sì. Non è da oggi che una cospicua parte del mondo scientifico sostiene che il pianeta sta aumentando il suo stato vibrazionale, come dimostrerebbe anche l’innalzamento medio della temperatura. I “Renfield” di turno, inconsapevolmente collegati alle modificazioni energetiche, reagirebbero in modo inconsulto e imprevedibile, neppure rendendosi conto di vibrare all’unisono con eventi in corso di pre-accadimento. Con il senno del poi, che è una notevole limitazione, si raccolsero a catastrofe avvenuta numerosi “indizi” sociali risalenti ai giorni precedenti l’11 settembre 2001, non facilmente inseribili in uno schema significante e che avevano a che fare quasi tutti con esplosioni d’irrazionalità e “visioni”, un po’ oniriche ma qualcuna a occhi aperti, riguardanti “tempeste di fuoco”. A questi episodi (che ho elencato in un mio libro intitolato Black Magic Woman) si potrebbero aggiungere le Black Box che hanno dato rilievo alle teorie di Roger Nelson, fisico dell’Università di Princeton e capo del Global Consciousness Project, scatole metalliche dotate di particolari microchip in grado di segnalare l’intensificarsi di una presunta attività collettiva di mobilitazione psichica in prossimità di avvenimenti particolarmente traumatici (le Black Box avrebbero funzionato in tal senso poco prima della caduta delle Torri Gemelle e del catastrofico Tsunami indonesiano… praticamente dei Renfield tecnologici).
Assodato che gli argomenti in ballo sono da crociata (o sei pro o sei contro…), concludo riportando il parere di Massimo Teodorani sul concetto di entanglement, che ben conclude questi spunti appena abbozzati.
“Entanglement”, afferma Teodorani, “è il termine inglese usato in maniera standard dai fisici quantistici e tradotto alla lettera in italiano significa ‘intreccio’. Diciamo che il termine è abbastanza azzeccato perché denota uno stato prettamente fisico di legame indissolubile tra due particelle elementari, come ad esempio due elettroni o due fotoni che hanno interagito almeno una volta. Il legame è di natura quantistica e significa che entrambe le particelle si comportano come un tutt’uno. La prova cruciale di questa specie di miracolo della natura la ebbe per la prima volta il fisico francese Alain Aspect con un epocale esperimento effettuato in laboratorio nel 1982. Si osservò che se si cambiava una proprietà della prima particella anche la stessa proprietà dell’altra cambiava istantaneamente. Questo cambiamento avviene semplicemente all’atto della misura, dove sulla scala quantistica, l’osservatore interagisce ineluttabilmente con l’osservato: l’atto della misura perturba la prima particella e istantaneamente influenza anche la particella gemella.
Più che sfuggente, il fenomeno dell’entanglement è tanto inquietante quanto reale, soprattutto se si pensa che esso si realizza a qualunque distanza le particelle si trovino l’una dall’altra, sia essa anche di miliardi di chilometri. Questo fenomeno quantistico è ufficialmente confermato solo nel caso del mondo microscopico. In realtà, modelli teorici recenti molto sofisticati accoppiati a uno studio attento del cervello, come ad esempio quello di “neurodinamica quantistica” proposto dal matematico Roger Penrose e dall’anestesiologo Stuart Hameroff, prevedono che i microtubuli che costituiscono l’ossatura dei neuroni cerebrali funzionino su tutta la massa cerebrale in uno stato di “entanglement orchestrato” tra loro, proprio quello che genera un atto di coscienza.
E non è finita. Fisici teorici come Brian Josephson, fisici sperimentali come Robert Jahn, e psicologi sperimentali come Dean Radin e Roger Nelson, ritengono che i cosiddetti “poteri telepatici” e i casi di “coscienza collettiva”, non solo siano eventi reali ma anche che essi rappresentino uno stato di entanglement tra le coscienze di due o più persone separate, le quali così riescono a comunicare in maniera istantanea in base a un meccanismo fisico simile alla risonanza. In sintesi, l’entanglement è una proprietà teoricamente e sperimentalmente dimostrata delle particelle elementari, ma alcuni indizi piuttosto recenti fanno ritenere che esso si realizzi in una forma speciale anche nella scala biologica, nella scala psichica e nella scala cosmologica.
Renfield? Ci torneremo…