di Francesco De Collibus
Se uno psicolabile scaglia un souvenir contro la faccia del Presidente del Consiglio, è chiaro di chi sia la colpa: di Internet,ovviamente.
E’ dimostrato come Tartaglia abbia organizzato tutto sin dall’inizio attraverso Internet.
Solo attraverso Internet ha potuto comprare dai mercanti d’armi internazionali quei letali ordigni a forma di Duomo, micidiali armi che in nessun caso potevano essere reperite nelle bancarelle di souvenir lì in piazza (1). Attraverso gli inganni di Internet il tentacolare Tartaglia ha poi manipolato gli uomini della scorta, convincendoli che fosse del tutto sicuro lasciar fare un bagno di folla a uno dei leader europei più controversi e contestati del secolo. Dulcis in fundo, solo grazie ai sofisticati algoritmi di puntamento dei centri di calcolo su Internet l’attentatore ha potuto indovinare la traiettoria di quella micidiale palombella. D’altronde la sorte di persone un attimino più concilianti di Silvio, quali Gandhi e Giovanni Paolo II, testimonia che mai e poi mai ai personaggi pubblici in una piazza gremita viene torto un capello (2).
Il problema quindi, secondo il Governo e tutte le persone di buona volontà, è uno solo: bisogna zittire Internet, filtrare, censurare, imporre la mordacchia, mettere il bavaglio (3).
Prima di Internet, infatti, i gesti di violenza politica non esistevano. Umberto I, l’arciduca Massimiliano, JFK, Aldo Moro, Olof Palme sono tutti morti per un incidente sulle montagne russe. Internet infatti è incivile e impedisce alla gente di parlare e confrontare le proprie opinioni. La televisione invece aiuta il confronto e la tolleranza, specie quando due tronisti fanno a botte in prima serata, o Sgarbi azzanna qualcuno alla gola, o Corona frattura una mano (la sua, per fortuna). La televisione è una palestra di democrazia dove possiamo imparare i valori fondanti del vivere insieme, come il colore preferito di mascara di Valeria Marini, i consigli dell’esperto per abbronzare le chiappe, oppure la weltanschauung di Alfonso Signorini declinata su questa edizione del Grande Fratello . Su Wikipedia troviamo solo ciarpame buono per non fare i compiti a scuola, o video di disabili picchiati su youtube, che sia mille volte maledetto chi ha caricato quel video: i ragazzi prima del pestaggio non si erano pettinati.
E’ poi del tutto chiaro che se qualcuno esprime un sentimento sconveniente su Internet, come gioia per la disgrazia capitata, questo sentimento si manifesta solo su Internet e a causa di Internet. Quella stessa persona non esprimerà mai e poi mai la stessa opinione al bar, con gli amici, o in altre sedi. E’ Internet il problema, è Internet che causa il disagio, non, per fare una ipotesi fantasiosa, una azione di Governo rissosa e scellerata.
Inoltre, Internet è in mano a una sola persona, quindi è facile da controllare, perché ha un comitato editoriale che stabilisce cosa può uscire su Internet e cosa no. In televisione invece ognuno può dire le corbellerie che vuole liberamente e questo spiega, ad esempio, gli editoriali di Minzolini.
Internet non fa circolare liberamente le idee.
Internet non avvicina i continenti e i popoli.
Internet non sviluppa il potenziale nascosto delle persone, ovunque esse si trovino.
Internet non è un luogo di confronto e di incontro con gli altri.
Internet non è l’espressione più compiuta della democrazia che il mondo abbia mai visto, come gli antichi Ateniesi neanche se la potevano sognare.
Internet è solo una fucina di terrorismo, un bassofondo in cui si inneggia alla morte del Premier e a un attentatore psicolabile, bassofondo peraltro già ghettizzato dal Decreto Pisanu con la disciplina d accesso alla rete più farraginosa del mondo. Roba che neanche gli USA post-11 settembre del peggiore Bush si potevano sognare.
E’ giusto che il Governo operi un giro di vite di repressione sulle opinioni, cosa che non è per nulla caratteristica dei regimi con problemi di consenso. I “Capi di Internet”, saranno messi alla sbarra: ci rimarrà l’oasi di libertà del TG4, e l’imparzialità degna di Catone del Tg1 e del rinnovato Corriere della Sera. Come dice la pubblicità, una informazione di parte genera persone immobili. L’informazione “imparziale”, come la intendono loro, invece fa girare qualcosa, altroché! A me fa girare le gonadi, per esempio.
NOTE:
1) Sempre attraverso losche aste su Internet il folle si è procurato un altro oggetto esotico: il crocifisso. Questo strambo oggetto che l’attentatore intendeva scagliare contro il Premier è particolarmente raro in Italia, e del tutto introvabile poi negli edifici pubblici.
2) Il personaggio – come si evince da alcune intercettazioni di Tarantini – sembra non credere neppure all’esistenza dell’HIV, probabilmente è convinto della sua invulnerabilità e immortalità personale. Lo sbigottimento sincero, l’incredulità che lo ha preso alla vista del suo stesso sangue è inquietantemente simile a quella di Serse del film 300, quando dall’alto del suo trono semidivino viene ferito dal giavellotto di Leonida, e solo allora realizza di essere mortale.
3) Preoccupazione che il governo condivide con quello delle altri grandi nazioni democratiche che aspiriamo a emulare, Cina, Libia, Iran, Bielorussia, Corea del Nord.