di Alessandra Daniele
– Lei è un consulente? Una specie di spin doctor?
Sorride – Guardi, faccio prima a spiegarle in cosa consiste il mio lavoro mostrandoglielo – inserisce il viva voce, e risponde alla prima chiamata in attesa. Una vocetta concitata domanda:
– Allora, cosa facciamo con questo primo caso nazionale di influenza caprina?
– Iniettategli l’antivirale. Poi intubatelo e dializzatelo.
– Ma non ne ha bisogno…
– Dopo l’antivirale ne avrà. Mi raccomando che il bollettino medico sia sempre letto ai Tg da De Santis.
– Che c’entra? De Santis è il primario di ortopedia.
– Ha la faccia giusta. È scarno, terreo, inquietante. Mandate lui. E che stia attento a non chiamarla influenza pecorina come ha fatto lei ieri – interrompe seccamente la telefonata, e passa alla successiva.
– Dov’è quel coglione che ha scritto ”i nostri soldati sono in Afghanistan per togliere il burka alle donne”?
Una voce mortificata risponde
– Già licenziato.
– Bene direttore. Domani in prima pagina ribadire che le truppe sono in Afghanistan perché le donne possano scegliere liberamente di togliersi il burka, e che loro non lo fanno soltanto perché terrone arretrate come quelle col burkini.
– Chi?.
– Sbatta in prima pagina la foto della ragazza che nuota con la tuta integrale.
– La subacquea?
– No, la musulmana. E ci piazzi un bel trafiletto sulla ”tuta integralista” – ridacchia, passa alla chiamata seguente.
– Quanti sono gli insegnanti precari che stanno per essere licenziati?
L’interlocutore al telefono esita, poi ammette
– Mi scusi… non saprei.
– Non l’ha letto o sentito dire da qualche parte?
– Mi pare di sì, ma sempre di sfuggita, non m’è rimasto impresso.
Sorride – Non si preoccupi, era solo un controllo.
Inserisce la telefonata successiva.
– Vi serve un parente delle vittime.
– Quali vittime? – La voce al telefono suona perplessa.
– Qualsiasi. Il presidente della vostra commissione dev’essere socialmente inattaccabile, suscitare rispetto di default.
– Ma bisogna pure che ne capisca di genetica.
– Allora trovate un buon genetista, e ammazzategli un parente. Ma vi devo dire tutto io? – Stacca il viva voce e mi guarda.
– Adesso che ho sentito tutto, suppongo che farò anch’io la fine di quel parente.
– Ma no – scuote la testa – Potrà andarsene tranquillamente, e anche scrivere tutto quello che ha sentito.
– Pensa che lo scambieranno per il mio solito racconto satirico, che nessuno crederà che lei esista davvero?
– No, loro sanno benissimo che io esisto. Sanno che il sistema si regge sulla persuasione di massa. Però credono di non poterci fare quasi nulla.
– E perché?
Sorride – Li ho persuasi.