di Alessandra Daniele
[Contiene spoiler]
Dopo il geniale Life on Mars, ironico, struggente, e sottilmente Dickiano, la sf televisiva britannica dimostra ancora una volta la sua vitalità con quello che può essere considerato uno dei migliori prodotti dell’intera storia del genere.
Di ottima tecnica narrativa ed eccezionale coraggio politico, Torchwood – Children of Earth denuncia il governo inglese e l’alleato-controllore USA come un branco di sorci capaci di organizzare il più abominevole dei genocidi con agghiacciante efficenza degna di Eichmann preoccupandosi soltanto di salvare le loro facce da culo.
Evidenti e puntualissimi i riferimenti all’impalcatura di menzogne di Stato costruita per reggere la facciata della ”Guerra al Terrorismo”. Children of Earth però colpisce più a fondo, alla radice stessa del sistema. Infatti, come l’alieno 456 ricorda sarcasticamente, l’orrido sacrificio umano che richiede ai terrestri non fa che rispecchiare ciò che quel sistema capitalistico-castale già produce: milioni di vittime innocenti, uccise o costrette a un’esistenza peggiore della morte a causa della loro classe d’appartenenza.
Un alieno che sembra uscito dagli incubi di Lovecraft, accompagnato da sinistri echi biblici, come la colonna di fuoco che lo trasporta, e che aggiungono a Children of Earth un sottotesto ”eretico” ulteriormente iconoclasta.
Concitato, angoscioso, privo di qualsiasi scappatoia consolatoria, Children of Earth inserisce abilmente citazioni di classici, da Orwell a Quatermass, dal Villaggio dei Dannati a quello di The Prisoner, in un impianto archetipico e insieme originale, inesorabilmente diretto verso un finale spietato che ancora una volta dimostra il coraggio della sf britannica in generale, e della miniserie in particolare.
Fra gli interpreti, tutti ottimi da protagonisti e comprimari, umani e realistici come se ne vedono di rado, spicca lo straordinario Peter Capaldi nel ruolo di Frobisher, il personaggio più tragicamente emblematico, in un’interpretazione indimenticabile.
Nata come spin-off di Doctor Who, la serie Torchwood ha saputo da subito differenziarsi per toni, tematiche, e scelte controcorrente, come quella di affiancare all’iconico protagonista Jack Harkness invece della solita strappona un compassato ed eroico compagno bisex.
Creatore di Torchwood, Russel T. Davies è anche autore della fortunata rigenerazione nel nuovo millennio dello stesso Doctor Who, del quale ha firmato alcuni degli episodi migliori, come The Sound Of Drums e Last Of The Time Lords, dominati dal genio beffardo del Master, un John Simm davvero magistrale che dopo Life on Mars tornerà a sfidare il Dottore quest’inverno nello special The End of Time.
The Sound Of Drums in particolare anticipava alcune delle tematiche sociopolitiche di Children of Earth. La scena del movimentato consiglio dei ministri, e la provvida disintegrazione di Bush sono piccoli capolavori degni del Free Cinema.
Children of Earth è un ulteriore salto di qualità, un instant classic in grado sia di tenere inchiodati davanti alla TV sei milioni di spettatori britannici per cinque prime serate consecutive, che di entrare subito di diritto nella categoria dei migliori cult serial, scavalcando serie USA che si sono dimostrate incapaci della stessa coerenza e dello stesso coraggio.
Che possa essere d’esempio alla nuova generazione di sf televisiva.