di Guglielmo Pispisa (Kai Zen G)
Che poi c’ero io, Menzabira e Sborrasicca. Sborrasicca si faceva il fenomeno col motorino che gli aveva montato i pezzi da settantacinque. Glieli aveva presi a un burgman e li aveva adattati sul suo, tutto da solo, minchia compare un lavoro che non puoi capire, compare. Compare un cazzo e mezzo, dico io, che il burgman lo avevo fottuto io e se non ce lo portavo a suo padre che ricicla pezzi a bestia, ora col cazzo che si poteva montare il carburatore nuovo. Suo padre ce l’ha dato in premio per la grattata che avevo fatto io. Dico. A me il rischio e lui il carburatore gratis, vedi la vita com’è.
E insomma Sborrasicca andava sopra e sotto per il viale deserto delle tre del pomeriggio che a quell’ora mai una minchia da fare, sgasando come un esaurito, e io e Menzabira muti a fare finta che parlavamo dei cazzi nostri sul paracarro ammaccato che divide le corsie del viale e noi lo usiamo tipo panchina. Non parlavamo niente ma ci scassava se quello si credeva che lo stavamo guardando, come infatti lo guardavamo ma vabbe’. Manco potevamo andare sui colli a vedere le smart di quelli più grandi che si provano l’impianto da mille watt perché oggi era domenica ed erano tutti in trasferta con la squadra. Altri giorni eravamo sui colli e non succedeva niente. Ci guardavamo i grandi che facevano pompare gli impianti coi woofer a bestia e Mango che canta Bella d’estate vaaaa e quell’altro che gli risponde con Nello Amato e Jo Donatello, oppure con Laura Pausini che ora è vecchia ma prima secondo me era pezzo di nnicchio e certe canzoni sue pure mi fanno commuovere, però non lo dico che se no mi pigliano per il culo. Oggi però niente che erano tutti in trasferta. Noi no, perché avevamo l’ordinanza restrittiva figli di buttana solo perché tre mesi fa a quello lo avevamo accoltellato, ma solo nel culo, mica che. E poi i celerini ci avevano messo in mezzo e giù botte della madonna e poi in caserma e ancora botte e poi il processo per direttissima e meno male che a tredici anni ce l’hanno potuta solo sucare. Però niente partite per tre anni e firma in caserma all’ora della partita. Dunque stavamo a fare una beneamata minchia quando si avvicinano i buffoni della Guardia Nazzionale con la macchina bianca con le strisce verdi tipo polizia. Ma quelli non sono polizia, lo so io e lo sanno loro, sono solo poveri coglioni che fanno i razzisti volontari. E molti sono pure grassi, non ce li prendono in polizia, manco la polizia li vuole, quelli, che è tutto un programma. Si fermano davanti a noi, scendono lenti, tutti contenti che sono in divisa e ci fanno “Documenti.” A casa ce li abbiamo i documenti, ci faccio io, vuoi venire? E quello dice tipo che la sifilide non se la vuole prendere. E ride e si scambia un’occhiata col compare. Ma io lo so che cos’è la sifilide, non perché a scuola non me ne fotte niente, lo so che è la malattia delle buttane. Lo so che lo Zù Mimmo ci ha detto che questi non li dobbiamo proprio cacare, che sono solo rotture di palle, ma chi minchia si crede di essere? Mi alzo e ci dico “Gli stai dicendo buttana a mia madre?” E quello ancora ride ma si capisce che la scaltrezza gli è passata. Faccio un passo avanti: “Gli stai dicendo buttana a mia madre?” Così il suo compare dice stai calmo bambino che non te la tocchiamo tua madre e mi mette una mano sulla spalla. Io la mano gliela sbatto via e quello fa oh stronzetto e mi spinge e io spingo lui. Ma finiva tutto qua se quel minchia di Sborrasicca non arrivava da dietro sgasando e vedendo le spinte non gli si butta di sopra con tutto il motorino. I due ciccioni in divisa vanno a terra, e allora è normale che cominciamo a tirare calci. Ma pochi però. Uno, massimo due minuti di calci. Nella pancia e nelle gambe, mai in testa. Alla fine gli giriamo la macchina e gliela mettiamo a folle in discesa con loro sopra mezzi rincoglioniti sui sedili posteriori. Nudi. Le divise gliele bruciamo noi. Dà soddisfazione, visto che se le pagano loro e pure care, tipo trecento euro, i coglioni. Poi spingiamo la macchina giù per il viale e chi si è visto si è visto.
A me mi prendono quella sera stessa, la polizia, stavolta. Ma in caserma succede una cosa strana. Mi mettono davanti allo specchio finto per i riconoscimenti, in fila con due poliziotti e due che non c’entrano un cazzo. Però mi rimandano a casa. Il minchione manco mi ha riconosciuto, si vede che ancora stava ‘mbriaco di mazzate. Mentre torno a casa da solo però me la spiegano per bene. Uno mi spinge di lato e giù una botta in testa. Mi caricano su una macchina e via. Venti minuti dopo sono in una capanna legato mani e piedi nudo. Mi prendono a calci in quattro. I due ciccioni della Guardia Nazzionale no, questi sono più magri, ma sento le loro voci che dicono “Allora non è buttana, tua madre, stronzetto?” Se reagisco è peggio e allora azzuppo e sto muto ma questi non la finiscono. Mi piscio pure addosso e loro ridono, ma piscio sangue e forse per questo la smettono. Allora uno si avvicina, mi sbatte sulla schiena, ginocchia al petto e mi taglia la fronte col coltello. Poi mi caricano in macchina e dopo un po’ mi buttano in strada senza manco rallentare.
Che faccio vado alla polizia? Chiaro che no. Nel quartiere la voce però gira, la svastica sulla fronte mi hanno inciso, quelle merde. Mio padre va a parlare con lo Zù Mimmo che però dice che a questi li dobbiamo lasciare stare, che lui ce lo aveva detto. È vero ce lo aveva detto ma vaffanculo pure allo Zù Mimmo.
Due giorni dopo sono al biliardi sport e Pippo Stecca, quello del centro sociale mi fa: “Ma a quelli non gli fate niente?”
“Zù Mimmo non vuole.”
“Minchia, vedi se qualcuno gli toccava il pizzo dei negozi di via Palermo, allo Zù mimmo. Ma quelli col cazzo che si fanno vedere là, a te ti vengono a rompere i coglioni.”
E pure se è comunista Pippo Stecca stavolta c’ha ragione a bestia. Poi mi invita al centro sociale a raccontare la mia storia e io ci vado. A Menzabira e Sborrasicca non ci dico niente, ma ci vado. Il posto è un cesso ma mi offrono la pizza e due tipe sono pure bone e io racconto ed è tutto pacche sulle spalle e poveretto di qua e bastardi di là. Non è un pompino ma fa piacere.
Poi in televisione dicono che alla camera è passata la cosa di legge d’urgenza che alla Guardia Nazzionale gli danno il manganello e pure il porto d’armi ma solo dopo un corso d’addestramento. L’addestramento però se lo pagano loro e le armi pure. A motivo dei recenti episodi di intolleranza subìti dai volontari, dice la tv. Porcabbuttana, e io che ho subìto?
Al centro sociale è un bordello e tutti vogliono fare qualcosa ma non sanno cosa e l’idea mi viene a me, l’esperienza già ce l’avevo. C’è una lavanderia che gli lava tutte le divise, a quelli, e loro tutto ‘sto casino sono sicuro che lo fanno perché gli piace portare la divisa, ma non li hanno mai ammessi a fare un cazzo in divisa, o magari li hanno congedati perché non erano in grado o erano vecchi. E allora bruciamogli tutto. Di notte, così nessuno si fa male eccetera. Pippo Stecca era fissato che nessuno si doveva fare male, io, per me, chi se ne fotteva, però capivo pure l’esigenza politicostrategica, come diceva lui.
La notte dopo, gli abbiamo bruciato tutte cose. Tutto tranne una divisa che l’abbiamo riempita di palloncini pieni di piscio, le tasche e il cinturone pieni di merda di cane e gliela abbiamo sbattuta sulla porta della loro sede locale. Manco passa una settimana e ci hanno attaccato di notte al centro sociale. Ormai dormivo lì una sera sì e una no. Piede di porco e spranghe, sono entrati come i ladri. Ma ci siamo difesi. C’erano due che col coltello gli volevano fare la cosa della svastica a una di quelle bone, ma il Molosso, che è alto due metri, gli ha spaccato il bottiglione di china martini in testa a uno dei due. Il bottiglione di china martini da due litri era mezzo vuoto ma pesante assai e credo che a quello praticamente lo ha ammazzato. Nel bordello i bastardi si sono ritirati, tirandosi dietro il ferito. Pippo Stecca ha chiamato la polizia ma ci hanno riso in faccia. E intanto guardacaso viene trovato uno della Guardia Nazzionale in divisa con la testa spaccata però da un’altra parte. Capito i fessi? Altri due giorni e passa la cosa di legge della lega che ai minchioni li equipara alle forze dell’ordine. A me mi perquisiscono la casa e meno male che non c’ero perché c’avevano pure il mandato di cattura. Poi però succede la minchiata. A me me la dovevano fare porcabbuttana, ma minchia non sanno con chi si sono messi. Viene l’ufficiale giudiziario al negozio di mio papà per il pignoramento per il prestito che insomma si sa come vanno queste cose con le banche. Lui fa trovare saracinesca abbassata ma quello, il bastardo dell’ufficiale giudiziario si è portato il fabbro con la fiamma ossidrica e le cesoie e la forza pubblica che guarda un po’ è proprio della Guardia Nazzionale, tanto non c’è più differenza. Quando vede che è mala pigliata, mio papà, che era nascosto nel negozio di fronte esce e gli dice che va bene, che ora gli apre, basta che non fanno danno. L’ufficiale giudiziario esita, tanto a lui che gli fotte, ma il volontario della mia minchia dice che no, che ormai è tardi e si deve portare a termine l’accesso nelle forme eccetera e peggio per lui, ma a mio padre la saracinesca gli costa minimo duemila euro e non c’ha manco gli occhi per piangere, che è pure ipovedente mio papà. Cioè quasi cieco, per come dice l’INPS. E quindi si mette in mezzo, e quello tira fuori il manganello e mio padre urla e quello lo prende alla tempia con una bastonata. Gli spacca gli occhiali. Mio papà gli mancavano nove decimi da uno e sette dall’altro. Gli mancavano, perché dopo la bastonata dall’occhio buono non ci vede più, il porco volontario gli ha preso il nervo ottico e ciao. In più l’INPS ha detto che la vista l’ha persa resistendo a un pubblico ufficiale nell’esercizio eccetera e quindi niente più pensione. Manco quella miseria che gli davano prima. Niente negozio niente pensione e io che sono pure latitante. Rovinati per colpa di ‘sti stronzi. E domani c’è la grande manifestazione nazzionale non violenta contro la violenza fascista, ma io mi sono rotto i coglioni che qua tutti parlano parlano e poi nel culo me la piglio sempre io. Così vado da Polveriera e ci chiedo un caddozzo. Un caddozzo sarebbe dinamite, ma lui dinamite non ne ha sotto mano, perché i ragazzi di Zù Mimmo dovevano fare una sorpresa e gliel’hanno sucata tutta. Niente dinamite niente timer e quindi niente cosa pulita, ma tanto in ‘sta storia cose pulite chi ne ha viste mai? Mi dà una bomba a mano. E che sono ricchione, gli faccio io, ma lui mi dice che no, questa è potenziata, viene giù non dico un palazzo ma quasi. Strappa la spoletta, tira e levati dalle palle subito.
Così è già domani e la manifestazione comincia fra mezzora ma io manco ci passo perché io a loro voglio, la Guardia Nazzionale. Al centro dello schieramento c’è la celere, la guardia stanno imboscati a destra, tanto perché ci piace di fare vedere che hanno pure i caschetti. Ora gliela tiro in mezzo, strappo la spoletta, gliela tiro e scappo via. Ma mentre mi avvicino, che già ai celerini li vedo nervosi che cazzo ci fa un manifestante da solo qua a romperci i coglioni?, mi sento tirare dalla manica e che minchia non ci posso credere! È il primo dei bastardi, il ciccione di merda che ho preso a calci sul viale davanti a casa mia. Mi ha riconosciuto, lo stronzo. Mi tiene per la manica e soffia nel fischietto. Poi grida “È ricercato, è ricercato per omicidio!” ‘Sto bugiardo di merda fischia ancora da rompere i timpani. Due celerini si staccano dalla prima linea e si avvicinano, io mi divincolo, oramai non c’ho più tempo, devo scappare, lo spingo a terra e scappo, ma poi sento che mi dice figlio di buttana, minchia questo che dice figlio di buttana a me, buttana a mia madre e penso vaffanculo e mi giro e corro verso la zona della Guardia Nazzionale e penso che però non ce l’ho il tempo, tempo non ce n’ho più. Strappo la spoletta e penso che siamo tutti dei coglioni e che io non ci sto capendo un cazzo. Lascio la sicura e penso che manco loro ci capiscono un cazzo. Penso che nessuno ci capisce un cazzo, ma tanto… Sorrido tiro la granata e porcoddio.
Dopo l’immotivato e incredibile atto di violenza suicida della settimana scorsa, secondo la questura di matrice anarcoinsurrezionalista, sono state promulgate leggi speciali d’urgenza. “Per le esigenze di mantenimento dell’ordine pubblico,” ha detto il premier, “la Guardia Nazionale si sta rivelando un alleato prezioso.” Dal TG1 delle 13,30 di domani.