di Alessandra Daniele
– Perché mi avete fermato?..
– Controlliamo il suo chip lombare — rispose l’agente, puntandole il lettore alla schiena — lei risulta incinta.
La ragazza sgranò gli occhi, l’agente continuò in tono burocratico.
– Incinta da quattro ore e ventidue minuti — fece un cenno al collega, che scese dal furgoncino della Polizia Demografica. Afferrarono la ragazza per le braccia, lei si divincolò.
– Un momento, non potete!…
Il secondo agente la immobilizzo con una leggera scarica elettrica alla nuca, in corrispondenza dei centri motori del cervelletto. La ragazza si afflosciò sul marciapiede. Il primo agente le recitò con voce monotona la formula di rito.
– Da questo momento, per evitare che lei possa volontariamente o involontariamente nuocere al nascituro, lei è in custodia statale.
Il primo agente estrasse dal retro del furgoncino una bombola, la posò accanto alla ragazza, aprì la valvola, e si allontanò. Il denso gas biosintetico si diffuse come una nube attorno a lei, poi si condensò. Entro pochi secondi raggiunse la consistenza della gomma, inglobandola come una larva nel bozzolo.
I due agenti la sollevarono come un fagotto, caricandola sul retro del furgoncino.
– Ma respira? — Chiese il secondo agente.
– Certo — rispose il collega — Il Sing assorbe ossigeno dall’aria, e glielo trasferisce direttamente nei polmoni.
Il secondo agente palpò il bozzolo.
– E lo spazio per la crescita della pancia c’è?
Il collega sbuffò.
– Ma non l’hai seguito il corso?! Il gas biosintetico è fatto apposta, negli strati interni rimane elastico.
– E lei? — Gli occhi sbarrati della ragazza si intravedevano velati dalla biogelatina.
– Coma… qualcosa, non mi ricordo i dettagli, non sono un tecnico. Dai, è ora di smontare, portiamo il carico allo stabilimento, e attacchiamolo all’alimentatore — diede una pacca sulla spalla del collega — altre vite salvate di futuri italiani purosangue, altra percentuale per noi!
Salirono a bordo, e partirono diretti allo stabilimento Incubatore di zona, accanto al mega-serbatoio di Sing. A metà del cavalcavia il furgoncino sbandò. Il secondo agente, seduto accanto al primo alla guida, gli puntava la pistola conto.
– Ferma il furgoncino e scendi!
– Scordatelo, stronzo! Chi cazzo sei, un infiltrato, uno di quei fottuti trafficanti di bozzoli? Dovete rifornire i vostri clienti di carne fresca? Devi essere della manovalanza appena affiliata, m’hai fatto troppe domande idiote!
– Ferma questo cazzo di furgoncino!
– Così dopo mi spari? Spararmi prima! Forza coglione, sparami adesso mentre sbando, così andiamo a sfasciarci e facciamo una bella frittata, noi e tutte le puttane là dietro!
Il secondo si buttò sul volante. Poi sparò. La violenta sterzata scagliò il veicolo contro il guard rail, facendoglielo sfondare.
Il furgoncino precipitò dal cavalcavia in piena carreggiata sottostante.
L’autista dell’autobotte di benzina sterzò bruscamente, cercando di evitare di investirlo.
L’autobotte sbandò fuori strada, verso uno dei mega-serbatoi di Sing.
L’impatto fu esplosivo.
La nube lattiginosa fuoriuscita dallo squarcio avvolse tutta la capitale.
Poi si solidificò.
[Edit 2012 – Il mio Sing somiglia molto all’Ambra di Fringe. Però è precedente]