di Alessandra Daniele
– Le so, le so a memoria — cantilena il ministro con aria supplichevole. Il prop-trainer scuote la testa, severo.
– Mi dispiace, ma dobbiamo ripassarle bene tutte di nuovo. Dunque: la criminalità?
– Dilaga! Impazza! Straripa! Straborda! Srb… sbr… sburdega!
Il trainer annuisce. Il ministro continua.
– Tolleranza zero! Il cittadino è in allarme, e noi saremo inflessibili. La gente ha paura a uscire di casa, i musulmani ci pregano contro, gli sbarchi nelle periferie urbane di negri rumeni e zingari cinesi non sono più tollerabili. Sono dappertutto, sono dappertutto, escono dalle fottute pareti!
– E la corruzione?
– Dilaga!… Cazzo, no, ho sbagliato!
– La corruzione è tutta… – suggerisce il trainer.
– …una montatura delle toghe rosse! — Si corregge il ministro – La magistratura è pericolosamente politicizzata, è una casta fuori controllo, il cittadino è in allarme, e noi saremo garantisti.
– Anche coi latitanti?
– Quali “latitanti”? Gli esuli, come lo fu il grande statista Craxi, si sono giustamente sottratti al minaccioso clima di linciaggio giustizialista e forcaiolo qui in Italia.
– Anche Battisti?
– Sì… no! Porca puttana troia, ho sbagliato di nuovo! Ma lei mi fa le domande troppo in fretta — protesta il ministro – i giornalisti non fanno così.
– Io non sono un reggimicrofono, sono il suo personal propaganda-trainer, e il mio lavoro è tenerla sempre ben allenato. Allora, Battisti?
– In galera! Ci vorrebbe la pena di morte! Il Belgio deve ridarcelo!
– Il Brasile.
– Il Brasile deve ridarcelo. È un terrorista islamico…
– Non è islamico.
– È un terrorista comunista, e la scusa che qui in Italia ci sarebbe un minaccioso clima di linciaggio giustizialista e forcaiolo è pretestuosa e del tutto infondata. Battisti non corre assolutamente nessun rischio. Deve tornare subito, che gli facciamo un culo così!
Il trainer alza gli occhi al cielo.
– Ministro, quante volte le ho detto di non fare quel gesto?
– M’è scappato. Continuiamo.
– Eluana Englaro?
– In galera! Ci vorrebbe la pena di morte!
– Eluana Englaro è la ragazza in coma vegetativo.
– Allora no, deve vivere, la vita è sacra!
– Bene. I subprime?
– Malati! Non devono potersi sposare né tanto meno adottare bambini.
– I subprime sono mutui. Si ricorda la crisi economica?
– Ah sì, la gente non arriva a fine mese!
– Quello è il programma dell’anno scorso, col passato governo. Col nuovo invece?
Il ministro sfodera i denti in un rictus porcellanato.
– Bisogna essere ottimisti.
– Bene. E gli intellettuali?
– Devono smetterla di approfittare del fatto che noi non riusciamo a capire una parola di quello che dicono, per tramare alle nostre spalle.
– Quelli sono i musulmani che pregano nella loro lingua.
– E gli intellettuali allora?… Aspetti, la so, sono tutti antisemiti. Come osano pensare di boicottare il commercio con Israele? Non lo sanno quanto ci tengono gli ebrei al com… cosa c’è, ho sbagliato di nuovo?
Il prop-trainer lo fissa, cupo.
– Mi sono confuso — bofonchia il ministro — lo sa, io per anni degli ebrei ho detto molto di peggio, adesso ho imparato a controllarmi, ma ogni tanto mi scappa.
– Lasciamo perdere. Passiamo a Obama. Perché ci preoccupa?
– Perché è negro?
– Per le sue recenti iniziative pro-choice. L’aborto è…
– Un crimine! — Scatta il ministro — Il crimine più infame, uccidere un bambino non ancora nato. Uccidere un bambino — Ripete con voce grave.
– Nella striscia di Gaza i bombardamenti israeliani hanno ucciso centinaia di bambini.
– Che c’entra, quelli erano già nati. E poi erano comunisti. Cioè, no, zingari. Insomma, negri — il ministro sbuffa, asciugandosi la fronte — Basta negri, basta tasse, la gente ha paura a uscire di casa a fine mese, in galera Baglioni!
– Battisti.
– Sì, giusto — il ministro china la testa — A casa la sapevo.
– Per fortuna ha ancora un po’ di tempo per ripassare.
– Non vado in onda stasera?
– No. La notizia che i militari per le strade con funzioni di ordine pubblico aumenteranno la darà direttamente il premier al Tg, dopo i soliti stupri.
– Ma il premier non dice sempre che le donne gliela danno volentieri?
– Le solite notizie di stupri.
– Ah. Quindi io domani dovrò annunciare solo il divieto di manifestare in tutte le piazze d’Italia.
– Sì. È preferibile separare almeno d’un giorno questi due annunci, perché il nesso non risulti troppo evidente. E poi lei non dovrà dire “divieto di manifestare in tutte le piazze d’Italia”, ma solo in quelle dove c’è… ricorda? L’abbiamo studiato ieri, in quelle dove c’è?….
– …una piazza? — Prova il ministro.
– Esatto — annuisce il prop-trainer.