di Alessandra Daniele
RETROVISIONE
All’inizio era stata soprattutto una moda: i Rearshades, gli occhiali da sole con nano-camera laterale incorporata, potevano proiettare sulla retina anche una breve immagine di ciò che stava alle spalle di chi li portava, come una sorta di specchietto retrovisore portatile.
In breve però si erano dimostrati un prezioso strumento d’autodifesa, e come tali andavano a ruba.
Moltissimi fra coloro che li indossavano abitualmente erano riusciti a scorgere alle loro spalle l’ombra fugace d’un criminale in agguato, e quindi a sfuggirgli in tempo. Qualcuno s’era anche voltato di scatto sparando, ma era stato comunque assolto dal reato di strage grazie alle nuove leggi che favorivano la legittima difesa, giustificate dall’allarme criminalità sempre crescente.
Ben pochi ormai s’azzardavano a girare per strada senza Rearshades.
Benché le forze dell’ordine aumentassero ogni giorno il livello del controllo sociale, nessuno era ancora riuscito a scoprire da dove sbucassero tanti criminali, né come facessero a dileguarsi così in fretta appena scoperti. Tutti però speravano nell’efficacia di retate sempre più massicce.
– Come va con l’identikit olografico? — chiese Bob entrando nell’ufficio del CriD con due panini e sei birre.
Franco sbuffò — Non mi vengono gli zigomi.
– S’era detto di farglieli orientali, no? — Disse Bob, addentando un panino.
– Sì, ma orientali come? Slavi o cinesi? O medio-orientali? Si può sapere di preciso che faccia dobbiamo fargli a ‘sto cazzo di criminale in agguato?
— Cosa dice esattamente la direttiva che è arrivata?
Franco cantilenò a memoria
— “Le centraline stradali di trasmissione funzionano ormai a pieno regime. Tutti i nano-chip installati sui Rearshades ricevono regolarmente l’immagine del Criminale in Agguato 1.0, e la proiettano sulle retine di chi li porta, sovraimpressa a quella di ciò che hanno realmente alle spalle. La tensione sociale è ai livelli previsti. È quindi il momento di dare volto alla minaccia”
– E qui interveniamo noi, ufficio Criminal Designer – disse Bob, e diede un altro morso al suo panino.
– Già, ma a questo punto la direttiva diventa vaga, non si capisce bene come dovremmo disegnarlo il grugno del Criminale 2.0, dice “molto etnico”, ma poi non specifica.
– Una sola faccia per tutte le apparizioni?
– Be’, sì, tanto la vedranno solo per un attimo, e poi pensano già che quelli lì siano tutti uguali – ridacchiò.
Bob masticava con aria pensosa. Franco aprì una birra guardando di traverso l’olo-identikit, che era ancora appena un abbozzo.
Bob inghiottì rumorosamente.
– Ho un’ideona! — Disse posando il panino — Una faccia già fatta!
– Cosa?
– Invece di scervellarci per disegnarla ex novo, peschiamo dagli archivi una faccia tremenda già assemblata dalla Natura! Basta che appartenga a qualche anonimo albanegro già rimpatriato o annegato.
Franco annuì sorridendo.
— E sarà anche divertente sceglierla!
* * *
Ormai lo dicevano tutti.
Yas era tornato dalla morte.
Era tornato con immensi poteri.
L’ubiquità, l’invisibilità, e l’ipervelocità gli avevano consentito di apparire e scomparire a suo piacimento contemporaneamente alle spalle di tutti coloro che osavano avventurarsi per strada, terrorizzandoli, per poi sparire nel nulla.
Inafferrabile.
Non c’era quindi da stupirsi che fosse diventato un mito.
La sua faccia torva e segnata, che un giorno due criminal designers avevano scelto da un casellario pubblico, oggi campeggiava sui palazzi istoriati dai murales in suo onore, come simbolo della rivolta.
Anche dopo che tutte le centraline di trasmissione erano state disattivate, molti giuravano di continuare a vederlo.
La tensione sociale aveva superato di molto i livelli previsti.
CHE SEI NEI CIELI
L’incontro dell’umanità con una civiltà extraterrestre tecnologicamente avanzatissima aveva portato fra le schiere vaticane uno scompiglio anche maggiore di quello toccato alle altre gerarchie della terra. La Chiesa Cattolica era poi diventata così minoritaria da essersi ridotta a esercitare la sua influenza praticamente solo sul Neo Stato Pontificio, un isolotto che, prima dello scioglimento dei ghiacciai, era stato un pezzo d’Italia. Ateismo, e bizzarri culti astrofili si spartivano il resto del pianeta.
– Santità — gracchiò la vetusta SuoRobot, scorrendo rumorosamente sulle rotelle cigolanti — Una g-g-gggrrrande notizia!
Papa Bonifacio XVI la guardò con un misto di tristezza e disgusto. Sembrava una caffettiera a vapore. Le vocazioni maschili erano crollate, e quelle femminili estinte, quindi le SuoRobot erano l’unico sistema rimastogli per avere badanti gratuite, ma non riusciva ad abituarcisi.
– Santità! Il Primo Kaal di Khube vi r-r-rrrichiede ufficialmente oloudienza!
– Cosa?
– Il leader degli alieni, dall’astronave madre in orbita – La SuoR si bloccò con uno schiocco metallico, poi spalancò di scatto la bocca, dalla quale sbucò un oloproiettore. L’immagine bluastra e tentacolata del Primo Kaal si materializzò davanti a lei. I singolari suoni della lingua aliena vennero subito coperti dalla traduzione simultanea automatica.
– Santità — disse il Primo Kaal — ho il piacere di comunicarvi che la maggioranza del mio popolo ha deciso di convertirsi al Cattolicesimo.
– Perché? – Chiese Bonifacio, stordito dalla sorpresa.
– Come “perché”? Perché è l’unica vera fede! Chi meglio di voi può saperlo?
– Certo, certo — s’affrettò a rispondere il Papa.
Il Primo Kaal si produsse in un suono acuto e prolungato che venne tradotto in automatico con ”Alleluia!”
Papa Bonifacio si abbandonò a una risatina isterica. Un’occasione così pazzesca non se la sarebbe mai aspettata.
– Santità, vi chiedo quindi di benedire la Santa Crociata che stiamo per iniziare in nome dell’unica vera fede per liberare la Terra Santa dai miscredenti e dagli eretici.
– Terra Santa?
– Il Santo pianeta Terra, luogo della venuta del Messia che anche noi attendevamo. I teologi Khube da me incaricati sono riusciti a trovare numerose similitudini tra la Fede dei nostri padri e il Cattolicesimo, che appare esserne il provvidenziale compimento. Quindi la Terra ci è Sacra. Nessuna pretestuosa obiezione proveniente dalle minoranze del mio popolo potrà più intralciare il mio progetto di colonizzazione della Terra adesso, senza autodenunciarsi come una diabolica eresia.
Bonifacio ascoltava in silenzio.
– Dunque Santità, ho la vostra benedizione?
L’ologramma della bluastra figura polpiforme galleggiava al centro della stanza pontificia, tra gli affreschi scrostati del soffitto, i marmi scheggiati e sconnessi del pavimento, e le pareti istoriate di crepe. Papa Bonifacio XVI ripensò alla miriade di stravaganti culti stellari che avevano rimpiazzato i monoteismi biblici nella mente di miliardi di esseri umani. Diede un’occhiata di sbieco alla rugginosa SuoRobot.
– Sì, avete la mia benedizione — disse solenne. Poi pensò: “Cari ex-figliuoli, anche se non credete più nell’apocalisse, l’avrete lo stesso”.