di Valerio Evangelisti
Claudio Calia, E’ primavera. Intervista a Toni Negri, ed. BeccoGiallo, 2008, pp.162, € 15,00.
Non era per niente facile, lo si intuisce, trasporre a fumetti la biografia di Toni Negri e una parte almeno del suo pensiero. Il miracolo è riuscito a Claudio Calia, disegnatore assolutamente geniale, autore di libri illustrati e sceneggiati da lui solo (Porto Marghera, la legge non è uguale per tutti, BeccoGiallo, 2007), curatore di antologie (tra le altre, Fortezza Europa, Coniglio editore, 2006; Resistenze, cronache di ribellione quotidiana, BeccoGiallo, 2007), collaboratore della padovana Radio Sherwood.
Calia è riuscito nell’intento grazie alla casa editrice BeccoGiallo che, nel campo dei fumetti, offre uno dei cataloghi più sorprendenti in circolazione; e soprattutto grazie all’aiuto dello stesso Toni Negri, che si è prestato a un’intervista articolata in più sessioni, che immagino lunghissime.
I dialoghi e le didascalie non sono tanto lunghi da andare a scapito dei disegni, cui si amalgamano senza difficoltà. Il tratto – a giudizio di un non intenditore, devo precisare — è di semplicità solo apparente: sintetico, incisivo, nasconde uno studio e uno stile, in cui il bianco, il nero e un grigio fatto di righine, o di zigzag tracciati con pazienza certosina, svolgono un ruolo determinante per creare atmosfere e fare risaltare volumi. Se i volti sono disegnati in pochi tratti, sono quelli giusti per riassumere l’essenziale di un viso.
L’arte di Calia è la dimostrazione vivente del fumetto come espressione autonoma da ogni altra forma di comunicazione, di espressione e di narrazione. Del resto, lo dimostra la sfida stessa tentata dall’autore, anche nelle altre opere ma soprattutto in questa: illustrare la complessità, rendendola accessibile e, in certa misura, persino appassionante.
Venendo ai contenuti, abbiamo una sintesi del percorso umano e militante di Toni Negri, dalle sue esperienze nella sinistra cattolica, a Potere Operaio, all’autonomia (bellissime certe copertine del giornale “Rosso”, che Calia riproduce), fino ai periodi più drammatici: i quattro anni e mezzo di carcere “preventivo” (passerà in prigione o agli arresti domiciliari, nel complesso, una decina d’anni) con l’accusa assurda di essere il capo delle Brigate Rosse, l’esilio, il non facile ritorno, la nuova galera. Simultaneamente, scorrono alcune fasi del pensiero di Negri: il passaggio dall’operaio massa all’operaio sociale quale soggetto centrale dello scontro di classe, l’approdo recente (con il successo mondiale del saggio Impero, scritto con l’americano Michael Hardt) a una visione inedita di un capitalismo ubiquo, che può essere contrastato solo dalle “moltitudini” che genera.
Preciso di non essere mai stato un cultore delle tesi di Toni Negri: troppo astratte, a mio parere, e non idonee a tradursi in indicazioni di azione concreta. Soprattutto nel caso delle “moltitudini” (concetto di derivazione spinoziana), magma dal volto quanto mai incerto. Per non parlare della nozione di Impero (1), senz’altro senza cuore, ma non senza epicentro, come la semplice cronaca dimostra ogni giorno (per questo rimando alle notazioni pungenti di Slavoj Zizek). Inoltre, alcune scelte passate di Negri mi lasciarono perplesso (la sua firma sotto un manifesto che invitava alla “dissociazione”, una breve fase di avvicinamento al Psi di Bettino Craxi, ecc.). Ciò non toglie che la maggior parte degli scritti di Negri sia quanto meno stimolante, e meritevole di essere conosciuta e dibattuta (ricordo in particolare le sue geniali 33 lezioni su Lenin, Manifesto Libri, 2008). Sull’onestà personale del filosofo poi non si discute, a prescindere da occasionali passi falsi.
Ma come accostarsi a un’opera vastissima e di lettura ardua, specie quando manca un movimento capace di fungere da scuola collettiva? Il brillante libro di Claudio Calia sopperisce alla carenza, rendendo agevole un primo approccio e dimostrando, con grande eleganza formale, ciò che il fumetto può fare: praticamente tutto.
1) Carmilla ha pubblicato a puntate,nel 2005, una divertente satira di Impero, intitolata Imperium, di Fabio Ciabatti e Luca Nutarelli. La si può leggere qui.