di Gérard De Mai
[Pubblichiamo una traduzione, in versione adattata, di un breve intervento di Gérard De Mai sul tema dello “straniero” e delle politiche contro l’immigrazione, apparso in molti blog francesi.]A.P.
Per me è straniero l’egoista mascalzone che respinge l’affamato lontano dalla propria tavola, l’assetato lontano dal proprio pozzo, la miseria del mondo lontano dal proprio confort.
Mi è estraneo l’uomo capace, per servire il proprio interesse, di trattare gli esseri umani come bestiame, come attrezzi o merci.
Per me è straniero chi, per calcolo economico o per strategia politica, raccoglie gli uomini, gli infermi, gli asserviti, e li respinge verso una sorte crudele, verso la miseria, l’umiliazione, la paura, il dolore, la morte.
Mi è estraneo colui che serve, come una macchina, questa politica; colui che “amministra”, raccoglie le informazioni, redige le schedature, timbra, arresta, ammanetta, malmena ed espelle.
Per me è straniero chi, per sostenere questa politica, punta sulla paura e l’ignoranza, sull’invidia e sulla vigliaccheria; chi incita all’odio contro uomini che hanno un colore, una lingua e delle maniere di vivere differenti.
Mi è estraneo chi inventa e diffonde le menzogne che alimentano questo odio.
Le uniche frontiere che riconosco necessarie sono quelle che proteggono gli uomini dai pescecani e dalle iene che indossano una faccia da uomo, dall’avvoltoio e dal robot, dallo sfruttatore e dal mascalzone.
Frontiere che sono determinato a difendere con fermezza, respingendo gli assalti di questi barbari stranieri.