di Alma Giraudo (da www.selvas.org)
[Di Haiti, in Italia, si parla pochissimo, dopo che un colpo di Stato, il 29 febbraio 2004, ha abbattuto il governo del presidente legittimo Jean-Bertrand Aristide. E non c’è interesse a parlarne, dato che il golpe fu attuato dagli Stati Uniti con l’avallo dell’Unione Europea, Italia inclusa (vedi qui). Aristide fu rapito dai marines e condotto a forza nella Repubblica Centrafricana, mentre oggi si trova in Sudafrica. Seguirono massacri e stupri, nonché la persecuzione dei suoi seguaci veri e presunti. Tra questi lo psicologo Pierre-Antoine Lovinsky, di cui Alma Gribaudo, creatrice di un sito in italiano su Aristide, narra la storia forse tragica.] (V.E.)
Dal 12 agosto non si hanno più notizie di uno dei più noti attivisti per i diritti umani e fondatore della “Fondasyon Trant Septanm” (Fondazione trenta settembre) Pierre-Antoine Lovinsky.
Dopo aver trascorso una settimana lavorando con le associazioni “Projet Prioritaire Haïtien” e “Fondasyon Mapou” è svanito nel nulla. La sua auto è stata ritrovata nella notte tra il 12 ed il 13 agosto nel sobborgo di Delmas (Port-au-Prince): al suo interno tracce di sangue.
La richiesta di riscatto di 300.000 dollari che ha ricevuto la famiglia dopo pochi giorni ha tutta l’aria di essere un depistaggio: nessuno ha fornito prove che Pierre-Antoine sia ancora vivo e nessuno, dopo quella telefonata, si è più fatto sentire.
Pierre-Antoine Lovinsky è un esponente di spicco del movimento Lavalas: psicologo, dopo aver lavorato a programmi di alfabetizzazione con i “bambini di strada” degli slum di Port de Paix si è trasferito nella capitale creando organizzazioni come “Fondsayon Kore Timoun Yo” per i bambini di strada di Port-au-Prince, “Foyer pour Adolescentes Mère”, un centro per madri adolescenti e “Map Vivre” (Io vivo), un programma per offrire supporto psicologico e medico alle vittime del colpo di stato contro Aristide del 1991.
Comprendendo però che non era sufficiente offrire supporto medico-psicologico, ha creato la Fondasyon Trant Septanm (dalla data del golpe del 1991) per affrontare le problematiche sociali economiche e politiche alla radice della sofferenza delle vittime sia del golpe del 1991 sia quello del 2004.
Pierre-Antoine, molto noto e ascoltato fra l’immensa popolazione povera di Haiti, così come all’estero, ha sempre fortemente criticato l’occupazione militare, prima da parte degli USA, Canada e Francia (ai quali si era aggiunto il Cile), poi da parte dell’ONU. Ha organizzato ed ha partecipato a tante manifestazioni contro il regime golpista e l’occupazione militare del suo Paese: l’ultima il 28 luglio. Ha inoltre partecipato ad incontri e manifestazioni negli Stati Uniti contribuendo a far conoscere in quel Paese la realtà Haitiana e le responsabilità del governo nord americano.
Pierre-Antoine è sopravvissuto agli anni violenti della dittatura militare 1991-1994 e ai giorni terribili prima e dopo il 29 febbraio 2004, (sfuggendo ai golpisti che lo volevano uccidere), data dell’ancora più brutale colpo di stato che ha aperto la strada al violento regime di Gerard Latortue, sostenuto e “consigliato” da USA, Canada, Unione Europea.
Purtroppo il suo impegno e coraggio sono stati fermati adesso, in questo periodo difficile susseguente al regime di Latortue, che vede la presenza di dubbi personaggi che circolano per il Paese indisturbati approfittando della debolezza della polizia haitiana e della (nella migliore delle ipotesi) indifferenza della forza ONU.
Gravi e inquietanti dubbi
Quello di Pierre-Antoine appare come un chiaro sequestro politico e vi sono ben poche speranze di riuscire a sapere cosa gli sia successo: leggendo la sua ultima intervista, rilasciata a marzo, risulta evidente quanti (e chi) lo volessero far scomparire per sempre (l’intervista è riportata qui e qui).
Il commissario di polizia Frantz Thermilus, denunciando anche una certa inettitudine e contraddizioni nell’operato della polizia giudiziaria, ha diffuso le foto assai inquietanti di una persona, un bianco con gli occhiali scuri, appoggiato a un’auto dell’ONU ed attorniato da caschi blu, con lo scopo di identificarlo ed interrogarlo, sospettando un suo coinvolgimento nel sequestro
Queste foto (visibili sul sito www.selvas.org) sono state scattate il 10 agosto a Cap Haitien da un membro della delegazione che stava lavorando con Lovinsky. Il membro della delegazione riferisce che quando Lovinsky ha visto questo personaggio si è velocemente allontanato per non essere visto, fortemente preoccupato per la propria vita. Successivamente ha spiegato alla delegazione che quest’uomo faceva parte del personale dell’ambasciata statunitense, senza fornire purtroppo ulteriori dettagli.
Sebbene sia ormai trascorso più di un mese e mezzo e nonostante quest’uomo si trovasse presso una base ONU e circondato dai soldati, non si conosce ancora la sua identità: eppure identificarlo sarebbe molto importante.